Piero Ottone: differenze tra le versioni

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'''Piero Ottone''' (1924 – 2017), giornalista italiano.
 
==Citazioni di Piero Ottone==
*La [[stampa]] italiana funziona male ma anche la magistratura non funziona a dovere. Il male è diffuso, l'Italia non è un Paese del tutto civile, come ho avuto modo di scrivere. Ma noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere. (dall'intervista di Marco Ferrari, ''«Regole per tutti, giornali e giudici»'', ''l'Unità'', 25 giugno 1995, p. 2)
*Il giudice di ultima istanza è il [[pubblico]]; e il pubblico legge sempre meno. Il numero totale di copie vendute cala. In Italia, rispetto agli altri paesi, leggiamo poco. La stampa è in crisi. Le promozioni, a volte intelligenti, a volte strampalate, tentano invano di mettere un argine. (da<ref>Da ''Quotidiani. La soppressione delle notizie'', ''L'espresso'', n. 34, 1996).</ref>
*L'[[Italia]] è un paese disorganizzato, dissipatore, di mediocri tradizioni, in cui si vive meno bene che in altri paesi d'Europa o d'Oltreoceano. (da<ref>Da ''L'Italia è un paese civile?'', Mondadori, 1995).</ref>
*Il giudice di ultima istanza è il [[pubblico]]; e il pubblico legge sempre meno. Il numero totale di copie vendute cala. In Italia, rispetto agli altri paesi, leggiamo poco. La stampa è in crisi. Le promozioni, a volte intelligenti, a volte strampalate, tentano invano di mettere un argine. (da ''Quotidiani. La soppressione delle notizie'', ''L'espresso'', n. 34, 1996)
*La [[stampa]] italiana funziona male ma anche la magistratura non funziona a dovere. Il male è diffuso, l'Italia non è un Paese del tutto civile, come ho avuto modo di scrivere. Ma noi contribuiamo al degrado dispensando notizie con licenza di uccidere. (dall<ref>Dall'intervista di Marco Ferrari, ''«Regole per tutti, giornali e giudici»'', ''l'Unità'', 25 giugno 1995, p. 2).</ref>
*Non sono gli errori a fare scandalo. Quel che preoccupa è la convinzione, sempre più diffusa, che le buone maniere siano un'anticaglia, e che non valga la pena di impararle. (da<ref>Da ''Il Venerdì'' di ''Repubblica''; citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', ottobre 1997).</ref>
 
{{IntestazioneInt|''Il decalogo del giornalista''|Citato in Stefano Malatesta, ''La giornaleide'', ''la Repubblica'', 25 settembre 1996.}}
#Scrivi sempre la [[verità]], tutta la verità, solo la verità.
#Cita le fonti. Se la tua fonte vuole restare anonima, diffida.
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#Non fare lunghe [[citazione|citazioni]] fra virgolette all'inizio di un "pezzo" senza rivelare su­bito chi sia il loro autore (il metodo non crea suspense, come forse crede il giornalista: dà solo fastidio).
#Non mettere mai fra virgolette, nei titoli, frasi diverse da quelle che sono state pro­nunciate.
#Evita le iperboli e le [[metafora|metafore]] di Pierino, come "bufera" ("il partito è nella bufera"), "giallo" ("il giallo di Ustica"), "rissa" (ed è subito rissa fra "x e y"), "ful­mine a ciel sereno", "scoppiato come una bomba".
#Prima di scrivere nel titolo che "Londra è nel panico", va' a Londra e controlla se otto milioni di persone sono davvero uscite di testa.
#Non dire mai: "L'[[obiettività]] non esiste". È l'alibi di chi vuole raccontare palle. (citato in Stefano Malatesta, ''La giornaleide'', ''la Repubblica'', 25 settembre 1996)
 
==Altri progetti==
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[[Categoria:Giornalisti italiani|Ottone]]