Johann Michael Moscherosch: differenze tra le versioni

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*[...] gli edifizi di questo paese di cuccagna stavano magnifici e adorni in cima e giù per il poggio, artisticamente eseguiti al modo greco e romano, maestrevolmente contornati di splendidi capitelli, colonne, loggiati, archi pensili e trionfali, e bellamente ornati con eccellente artifizio di figure, grotte, labirinti, pitture e storie. All'ingresso del giardino c'erano a lettere d'oro su marmo nero i seguenti versi: ''Quest'è la casa famosa | dove stano i pazzi di Venere; | Follia entri, Spirito esca, | e segua, il Pentimento, mezzo morto in vita.''<ref name=mores>«Nelle ''Mirifiche e veridiche visioni di Filandro di Sittewald'' comincia a tradurre ''I sogni'' di [[Francisco de Quevedo|Quevedo]], poi scivola a descrivere i guasti costumi della guerra dei Trent'anni [...].» {{cfr}} nota introduttiva a Moscherosch in ''Germanica'', p. 20.</ref> (p. 22)
*Al secondo piano c'erano tutte ragazze nobili, oneste e graziose, di cui non si sapeva altra pecca se non quella di non voler sposare altro che un nobile di antico lignaggio cavalleresco. Un angioletto gridava loro senza cessa: «Meglio aprir la porta dai contadini, che chiuderla dai nobili; meglio [[podestà]] presso i contadini che birro presso i [[Barone|baroni]]».<ref name=mores /> (p. 27)
*In questa stanza domandai di nuovo al vecchio donde derivasse l'origine prima di questa malattia e la gravità dei casi. «Figlio mio» disse egli: «''Solo l'ozio | è principio del fornicare. | Dove non v'è [[Cerere (divinità)|Cerere]] | e [[Bacco]] non fa calore, | là Venere non suda.'' <br />Dove c'è Messer Ozio c'è anche volentieri Madonna Prurigine. Quando Diana va a passeggio è finita col suo onore».<ref name=mores /> (p. 32)
*Quel povero poeta che aveva chiesto un dono alla Regina Elisabetta, e lei per compassione aveva detto: «Il povero può giacere dappertutto», le diede tosto questa giudiziosa risposta: «''Ormai, grazie a Dio, son salito in alto, | e, come sento, salvato da ogni miseria: | ché, se il povero può giacere dappertutto, | oggi io dormo nel letto della mia regina''.»<ref name=mores /> (p. 33)