Claude Lévi-Strauss: differenze tra le versioni

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*Nulla, allo stato attuale della scienza, permette di affermare la superiorità o l'inferiorità intellettuale di una razza rispetto all'altra.<ref name=Razza>Da ''Razza e Storia. Razza e cultura''.</ref>
*Verrà un giorno in cui l'idea che per nutrirsi gli uomini del passato allevavano e massacravano degli esseri viventi, mettendo in mostra nelle vetrine le loro carni dilaniate, ispirerà senza dubbio la stessa repulsione provata dai viaggiatori del XVII e XVIII secolo nei confronti dei pasti cannibalici dei selvaggi americani, africani, o dell'Oceania.<ref>Da ''La leçon de sagesse des vaches folles'', 2001; citato in [[Matthieu Ricard]], ''Sei un animale!'', traduzione di Sergio Orrao, Sperling & Kupfer, Milano, 2016, p. 77. ISBN 978-88-200-6028-2</ref>
 
==''Antropologia strutturale due''==
*Mai meglio che al termine degli ultimi quattro secoli della sua storia, l'uomo occidentale è in grado di capire che, arrogandosi il diritto di separare radicalmente l'umanità dall'[[animale|animalità]], accordando all'una tutto ciò che toglieva all'altra, apriva un circolo vizioso, e che la stessa frontiera, costantemente spostata indietro, sarebbe servita a escludere dagli uomini altri uomini, e a rivendicare, a beneficio di minoranze sempre più ristrette, il privilegio di un umanismo nato corrotto per avere desunto dall'amor proprio il suo principio e la sua nozione. (p. 77)
*[...] il rispetto altrui conosce un solo fondamento naturale [...] che [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] scorge, nell'uomo, in «una ripugnanza innata a veder soffrire il suo simile» [...]. Infatti l'unica speranza, per ognuno di noi, di non essere trattato da bestia dai suoi simili, sta nel fatto che tutti i suoi simili, e lui per primo, si colgano immediatamente come esseri sofferenti, e coltivino nell'intimo quella attitudine alla pietà che, nello stato di natura, tiene luogo «di legge, di costumi, e di virtù», e senza il cui esercizio cominciamo a capire che, nello stato di società, non può esserci né legge, né costumi, né virtù.<br />Lungi dall'offrirsi all'uomo come un nostalgico rifugio, l'identificazione a tutte le forme della vita, a cominciare dalle più umili, propone dunque all'umanità d'oggi, per bocca di Rousseau, il principio di ogni saggezza e di ogni azione collettiva [...]. (pp. 77-78)
*«Provo una violenta avversione, – scrive {{NDR|[[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]]}} nella quarta lettera a Malesherbes, – per gli stati che dominano gli altri. Odio i Grandi, odio il loro stato». È inevitabile riferire questa dichiarazione anzitutto all'uomo, che ha preteso di dominare gli altri esseri e di godere di una condizione a parte [...]. (p. 78)
 
==''Da vicino e da lontano''==
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==Bibliografia==
*Claude Lévi-Strauss, ''Antropologia strutturale due'', traduzione di Sergio Moravia, Il Saggiatore, Milano, 1978.
*Claude Lévi-Strauss intervistato da Didier Eribon, ''Da vicino e da lontano'', traduzione di Massimo Cellerino, Rizzoli, Milano, 1988.
*Claude Lévi-Strauss, ''[https://books.google.it/books?id=u3-rSD4pn0YC Dal miele alle ceneri]'' (''Mythologiques: Du miel aux cendres'', 1970), traduzione di Andrea Bonomi, Il Saggiatore, 2008. ISBN 8856500965