Ignazio Silone: differenze tra le versioni

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*Ogni [[idea]] nuova per propagarsi, si cristallizza in formule; per conservarsi si affida a un corpo di interpreti, prudentemente reclutato, talvolta anche appositamente stipendiato, e, a ogni buon conto, sottoposto a un'autorità superiore, incaricata di sciogliere i dubbi e di reprimere le deviazioni. Così ogni nuova idea finisce sempre col diventare una idea fissa, immobile, sorpassata. Quando questa idea diventa dottrina ufficiale dello Stato, allora non c'è più scampo. (cap. XVIII)
*Per fare bene il [[socialismo|socialista]] bisogna essere milionario.
*[[Poeta]] si diventa, ma [[vedova]] di guerra si nasce.
*Se ne vede tanta di carta e di carta gratuita e piena di bugie, che fa perfino ribrezzo di doversene servire per la propria pulizia.
*Il giovane parlava a fatica, quasi ansimava. Don Paolo evitava di guardarlo in faccia.<br />«No, non voglio ora farmi meno brutto di quello che fossi» egli continuò. «Non voglio rendere il mio caso più pietoso. Quest'è una [[Confessioni dai libri|confessione]] nella quale voglio presentarmi in tutta la mia ripugnante nudità. Ebbene, la verità era questa: la paura di essere scoperto era in me allora più forte del rimorso. "Che cosa dirà la mia amica se dovesse scoprire che l'inganno? Che cosa diranno i miei amici?" Ecco l'idea che mi ossessionava. Tremavo per la mia reputazione in pericolo, non per il male che facevo. Attorno a me vedevo dappertutto l'immagine della mia stessa paura.» (cap. XXV)