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*La [[libertà]] democratica è la libertà più coerente, perché è null'altro che un paradosso; essa deve vivere dell'equilibrio labile e dell'opportunismo; non esprime null'altro che il venir meno del fattore «al-di-là» nella concezione [[Agostino d'Ippona|agostiniana]] della «libertas», essa è dunque il simbolo più puro di una società disciplinata secondo le norme cristiane, la quale ha perduto la fede cristiana, senza sostituirvi un nuovo fanatismo. (Libro Secondo, ''...e uguaglianza cristiana'', p. 212)
*Avanti, senza l'illusione di andare in cielo; avanti, senza l'illusione di trovare un mondo migliore; avanti, senza l'illusione di doverci affidare come fantocci entusiasmati all'idolatria dello stato, predicata da un giornalista-da-rivoltella o da uno sbraitone isterico; ecco quello che io chiamo democrazia, quello che chiamo «amor fati»! (Libro Secondo, ''...e uguaglianza cristiana'', p. 213)
*Le [[convinzione|convinzioni]] politiche, per poterle difendere, andrebbero cambiate di tanto in tanto come si cambia un abito, poiché una convinzione politica che si regola sulla durevolezza della marsina corre un gran rischio di essere {{sic|rósa}} dalle tarme. (Libro Secondo, ''...e uguaglianza cristiana'', p. 212)
*Il [[anticonformismo|non-conformista]] coerente è il predicatore coerente del cristianesimo antimetafisico in un ambiente di parteggianti, apparentemente tanto coerenti, per un surrogato dell'al-di-là, perché egli ha capito che l'epoca dell'armonia cristiana sta per finire e che principia l'epoca dei paradossi cristiani. [...] Il Cristianesimo si è compiuto, ma ha lasciato ancora un compito agli ultimi cristiani che i primi non si sono cero immaginato: ''dominare il rancore, pensandolo'' come rancore e ''trattandolo'' come rancore. (Libro Secondo, ''...e uguaglianza cristiana'', p. 217)
 
==Note==