Giorgio Vasta: differenze tra le versioni

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*È come se fossimo in una casa a cielo aperto nella quale al posto dei corridoi ci sono i vicoli {{NDR|di [[Palermo]]}}. Qui sono tutti parenti, tutti uniti. Le facce simili, la stessa voce. I bambini parlano con la voce dei vecchi. Nessuna differenza tra le pietre e la pelle; la pelle riveste la pietra: se si spacca una pietra, dentro c’è la carne. (p. 50)
*Mi torna in mente la maestra che quasi un anno fa, durante gli esami ironica e realistica mi aveva detto che sono mitopoietico, quanto ero stato contento di scoprire che cosa voleva dire, quale piacere può dare muoversi dentro le parole, passare il tempo nel linguaggio. Andarsene via costruendo frasi. (p. 51)
*I [[Brigate Rosse|brigatisti]] sono sempre accesi, sempre apocalittici. Scrivono «lotta attiva», scrivono «disarticolare le strutture». Sono oracolari. I padri del deserto hanno lasciato le distese di sabbia della Palestina e sono venuti in città, nelle università e nelle fabbriche, a raccontare, a testimoniare, a predire e a maledire. (p. 65)
*Il piacere della paura c’è ancora, scorre sotterraneo nonostante la tendenza a farci l’abitudine. Siamo il paese della desensibilizzazione degli istinti civili, del depotenziamento di ogni forma di responsabilità. (p. 66)
*Noi vogliamo che il mondo ci dia del lei, che ci percepisca e ci rispetti, ma siamo impantanati in un’origine scolastica, puzziamo di quell’acqua terribile che agonizza nelle acquasantiere delle chiese, di tabelline imparate a memoria, di qualche rima incatenata, di segni della croce frettolosi e di eroismi isterici. (p. 69)
 
==Note==