Giuseppe Corasaniti: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Giuseppe Corasaniti==
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*Bisogna costruire, giorno per giorno, una vera politica dell'[[tecnologia|innovazione tecnologica]] nella giustizia non solo annunciata ma concretamente praticata, con una migliore utilizzazione delle risorse disponibili e su un rinnovamento procedurale basato su strumenti informatici avanzati di trattamento ed elaborazione dei dati giudiziari e processuali, e oggi strumenti informatici avanzati non significa costi elevati, al contrario.<br />Ogni giorno di più l'arretratezza sul terreno dell'innovazione nella [[giustizia]] si traduce in un passo indietro sul terreno dell'innovazione pubblica complessiva, e la schematicità di certe soluzioni sconta, a volte, anche la mancanza di una progettualità "di sistema" nel settore dell'informatica giuridica e giudiziaria rinunciando alle molte prospettive di interazione interna ed esterna (a cominciare dalla scarsa propensione di molti all'uso quotidiano ed efficace degli strumenti informatici disponibili o nella incapacità di individuare ed adottare caso per caso soluzioni informatiche in grado di porsi come "interfacce" condivise semplici e diffuse, ed il processo telematico costituisce forse un significativo banco di prova per i magistrati, ma anche per gli avvocati).<br /> Ed in questo occorre allora un impegno diretto senza deleghe all'esterno cioè a uffici particolari o a referenti particolari, o mantenendo la consueta (e deleteria a mio modo di vedere) politica dell'''outsourcing''. L'innovazione implica un impegno all'interno dei nostri uffici, un impegno locale e insieme globale, ma un impegno diretto e non una delega costante agli "specialisti".<br />E una politica dell'innovazione implica anche un completo ripensamento delle strutture dedicate: il sistema dei referenti distrettuali ha dieci anni, risente di un'articolazione rigida e inattuale e non ha dato molti risultati concreti o, meglio, non sono mancate esperienze innovative in qualche caso molto interessanti, ma esse non si sono tradotte in riferimenti generali.<ref>Dall'intervento al XXIX Congresso della ANM, 2008; citato in ''[http://archivio.associazionenazionalemagistrati.it/media/71664/Atti%202008.pdf Le proposte della Magistratura]'', ''archivio.associazionenazionalemagistrati.it''.</ref>
*I diritti dell'[[informazione]] sono i primi e più elementari [[diritti umani]], perché sono la base di ogni vera libertà civile. [[Internet]] non è un soggetto, come spesso sentiamo dire, ma una rete integrata di conoscenze applicative, un circuito di saperi che si esprime solo nel contatto immediato ed universale.<ref>Da ''[http://www.infocity.go.it/vedi_intervista.php?id=6932 La giornata mondiale dei diritti su Internet: Rete di libertà o di ingiustizie?]'', ''Infocity.go.it'', 21 settembre 2006.</ref>
*Bisogna costruire, giorno per giorno, una vera politica dell'[[tecnologia|innovazione tecnologica]] nella giustizia non solo annunciata ma concretamente praticata, con una migliore utilizzazione delle risorse disponibili e su un rinnovamento procedurale basato su strumenti informatici avanzati di trattamento ed elaborazione dei dati giudiziari e processuali, e oggi strumenti informatici avanzati non significa costi elevati, al contrario.<br />Ogni giorno di più l'arretratezza sul terreno dell'innovazione nella [[giustizia]] si traduce in un passo indietro sul terreno dell'innovazione pubblica complessiva, e la schematicità di certe soluzioni sconta, a volte, anche la mancanza di una progettualità "di sistema" nel settore dell'informatica giuridica e giudiziaria rinunciando alle molte prospettive di interazione interna ed esterna (a cominciare dalla scarsa propensione di molti all'uso quotidiano ed efficace degli strumenti informatici disponibili o nella incapacità di individuare ed adottare caso per caso soluzioni informatiche in grado di porsi come "interfacce" condivise semplici e diffuse, ed il processo telematico costituisce forse un significativo banco di prova per i magistrati, ma anche per gli avvocati).<br /> Ed in questo occorre allora un impegno diretto senza deleghe all'esterno cioè a uffici particolari o a referenti particolari, o mantenendo la consueta (e deleteria a mio modo di vedere) politica dell'''outsourcing''. L'innovazione implica un impegno all'interno dei nostri uffici, un impegno locale e insieme globale, ma un impegno diretto e non una delega costante agli "specialisti".<br />E una politica dell'innovazione implica anche un completo ripensamento delle strutture dedicate: il sistema dei referenti distrettuali ha dieci anni, risente di un'articolazione rigida e inattuale e non ha dato molti risultati concreti o, meglio, non sono mancate esperienze innovative in qualche caso molto interessanti, ma esse non si sono tradotte in riferimenti generali.<ref>Dall'intervento al XXIX Congresso della ANM, 2008; citato in ''[http://archivio.associazionenazionalemagistrati.it/media/71664/Atti%202008.pdf Le proposte della Magistratura]'', ''archivio.associazionenazionalemagistrati.it''.</ref>
*Peraltro quando i [[Giornalista|giornalisti]] citano in modo spassoso "fonti Internet" (per loro spesso non c'è distinzione fra fonti affidabili e no... tutto fa brodo) sono pessimi professionisti perché dovrebbero verificare sempre e comunque l'attendibilità delle fonti e citarle espressamente. Se non lo fanno o se informano in modo approssimativo o sbagliato ne rispondono, e giustamente la rete non ha colpe per la loro incultura digitale.<ref>Dall'intervista di Gaia Bottà, ''[http://punto-informatico.it/pi.asp?id=2543427 DDL intercettazioni, il sonno della ragione digitale]'', ''Punto informatico.it'', 6 febbraio 2009.</ref>