Rosario Gregorio: differenze tra le versioni

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==''Discorsi intorno alla Sicilia''==
===Libro 1===
 
*In quest'isola si respira un'aria salutare, e più presto calda. Onde è così fruttifero, e ubertoso, e dolce il di lei terreno, che i Romani la chiamarono il grananio d'Italia, e la nutrice del Popolo Romano. E veramente essa abbonda di biade, frumenti, orzo, legumi, vino, olio, zafferano, seta, cotone, mela, cere, canape, lino, manna, limoni, e di molte altre cose che sono tanti capi di industria e commercio. Produce ancora assai saporita frutta, ed allignanvi piante straniere, purché diligentemente vi si coltivino. Similmente è abbondante nei nostri mari la pesca del corallo bianco, rosso e nero, dei tonni e del pesce spada, e di squisiti altri pesci. (I, p.15)
*Né sono qui da tacersi le nostre memorie letterarie. La poesia pastorale è nata in Sicilia, e sono famose le canzoni di Dafni sopra la sua ninfa Xenèa. Teocrito in questi argomenti fu riputato tanto che Virgilio lo riguardava come suo maestro. La commedia si dice inventata ad Imera, che fu poi perfezionata in Siracusa, ove adornò le scene e i soggetti Epicarmo. E gli spettacoli tragici si rappresentavano spesso nei teatri di Gela, che erano stati diretti da Eschilo. (I, p.17)
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*Sotto il governo dei consoli fu l'isola nostra assai travagliata dai tumulti servili e dalle rapine di Verre. E fu indi involta nelle guerre dei dittatori e de' triumviri. Ma Augusto con inviarci più colonie, in certa maniera, cercò di ristorarla dai danni sofferti. (I, p.19)
*Divisa così la Sicilia in tanti piccoli stati indipendenti, ed essendo i saracini tra loro da guerre intestine divisi, siccome per altro erano essi dalle lettere e dalle arti ammolliti, i Greci ne tentarono la conquista, che fu poi per la loro ignavia riservata ai Normanni. Il Conte Ruggieri dopo averla interamente occupata, diè soprattuto opera a farvi rifiorire la religione, e vi ristabilì le chiese, e fondò più vescovadi, e varie abbadie di diversi ordini, e furon da lui le chiese di Sicilia, restituite alla giurisdizione di Roma. Dalla quale avendo ottenuta per la sua persona, e per i suoi eredi, la Legazione Apostolica, venne da indi in poi a prender nuova forma la nostra polizia. (I, p. 21)
*{{NDR|Su Federico II}} Ma Federigo suo figlioulo fu di altissimo animo, e delle cose di Stato intendentissimo. Comeché egli avesso conservato il sistema della polizia normanna, pure accrebbe, e vie meglio ordinò alcune leggi, e tutte le ridusse in un codice. Al gran Giustiziero aggiunse quattro Giudici, o sia la Gran Corte. E statuì che due volte l'anno nella città di Piazza [Piazza Armerina] si dovesse tener parlamento, ove si presentassero contro i Magistrati le querele dei sudditi. E in questi tempi cominciano a far comparsa le ''Università'', e ad assister nei Parlamenti. E quantunque egli fosse involto in continue, ed aspre guerre, pure amò le lettere, e nella sua Corte in Palermo fu coltivata la poesia volgare, dove fiorirono «I Siciliani, Che fur già i primi». (I, pp. 22-23)<ref>Citato in ''[http://books.google.it/books?id=SnQ1AAAAcAAJ&pg=PA348&lpg=PA348&dq=sicilia+invidia&source=bl&ots=DhEtEYcd-J&sig=HcontYKrwT6FSwOsJxm0jOnESaU&hl=it&sa=X&ei=4ldlVMiCIoPUOOHggZAP&ved=0CGcQ6AEwDA#v=onepage&q=sicilia%20invidia&f=false].</ref>
*Succeduti i Re Castigliani, cessò Palermo da indi innanzi di essere la sede dei suoi Re, e cominciò la Sicilia ad esser governata dai Vicerè. (I, p. 23)
*{{NDR|sui vicerè durante la monarchia di Carlo V}} Essi in questi tempi temendo i frequenti assalti dei vicini Africani, fortificarono di bastioni e di fortezze le città principali dell'isola, e massimamente Palermo, Messina e Catania. E nel loro governo vi furono spesse rivoluzioni nei Popoli e molte ed aspre fazioni tra i nobili. (I, pp. 23-24)
*Ma in questo beatissimo secolo di Ferdinando la Sicilia in migliore, e più felice stato si è ridotta. E tolti i pubblici, ed antichi ostacoli al diritto esercizio dell'umana ragione, e protetti gli studi, e le arti, agevolato con le nuove strade il commercio, e rinvigorite le leggi, noi siamo non pure in speranza, ma in possesso di pubblica felicità. (I, p. 26)<ref>Citato in ''[https://books.google.it/books?id=SnQ1AAAAcAAJ&pg=PA348&lpg=PA348&dq=sicilia+invidia&source=bl&ots=DhEtEYcd-J&sig=HcontYKrwT6FSwOsJxm0jOnESaU&hl=it&sa=X&ei=4ldlVMiCIoPUOOHggZAP#v=onepage&q=beatissimo%20secolo&f=false]''</ref>
 
==Citazioni su Rosario Gregorio==
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==Bibliografia==
* Rosario Gregorio, ''Considerazioni sopra la storia di Sicilia'', Reale{{small|dai Stamperia,tempi Palermo,normanni vol.sino 1-6,ai 1805-1833.presenti}}'', ([//books.google.it/books? id=sJUNAAAAYAAJ Volvol. 1 su Google Libri]), ([//books.google.it/books?Reale id=mJdSAAAAcAAJStamperia, Vol.Palermo, 2 su Google Libri]) ([//books1831.google.it/books? id=zZdSAAAAcAAJ Vol. 3 su Google Libri]) ([//books.google.it/books? id=ywlAAAAAcAAJ Vol. 5 su Google Libri]) ([//books.google.it/books? id=1glAAAAAcAAJ Vol. 6 su Google Libri])
*Rosario Gregorio, ''Considerazioni sopra la storia di Sicilia {{small|dai tempi normanni sino ai presenti}}'', [//books.google.it/books?id=mJdSAAAAcAAJ vol. 2], Lorenzo Dato, Palermo, 1833.
*Rosario Gregorio, ''Considerazioni sopra la storia di Sicilia {{small|dai tempi normanni sino ai presenti}}'', [//books.google.it/books?id=zZdSAAAAcAAJ vol. 3], Lorenzo Dato, Palermo, 1833.
*Rosario Gregorio, ''Considerazioni sopra la storia di Sicilia {{small|dai tempi normanni sino ai presenti}}'', [//books.google.it/books?id=vAlAAAAAcAAJ vol. 4], Reale Stamperia, Palermo, 1807.
*Rosario Gregorio, ''Considerazioni sopra la storia di Sicilia {{small|dai tempi normanni sino ai presenti}}'', [//books.google.it/books?id=ywlAAAAAcAAJ vol. 5 (primo postumo)], Reale Stamperia, Palermo, 1810.
*Rosario Gregorio, ''Considerazioni sopra la storia di Sicilia {{small|dai tempi normanni sino ai presenti}}'', [//books.google.it/books?id=1glAAAAAcAAJ vol. 6 (secondo postumo)], Reale Stamperia, Palermo, 1816.
*Rosario Gregorio, ''Discorsi intorno alla Sicilia'', [https://books.google.it/books?id=SnQ1AAAAcAAJ vol. 1], Pedone e Muratori, 1821.
 
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