Richard Ryder: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Richard Ryder==
*Dopo [[Charles Darwin|Darwin]], gli scienziati ammettono che, sotto il profilo biologico, non c'è una differenza fondamentale, «magica», tra gli uomini e gli altri [[animale|animali]]. Perché dunque, sul piano morale, tracciamo una distinzione radicale? Se tutti gli organismi sono riconducibili a un solo continuum biologico, anche noi procediamo da esso.<ref>Da ''Speciesism'' (1970); citato in Ricard, p. 139.</ref>
*La qualità di un [[medico]] non viene più misurata da quanti pazienti cura, ma da quanti articoli pubblica su riviste specializzate. Ciò ha incoraggiato un gran numero di ricerche banali e spesso ha portato all'abbassamento degli standard nella cura clinica.<ref>Da ''Victims of Science'' (1975); citato in [[Deborah Mayo|Deborah G. Mayo]], ''Contro una giustificazione scientifica della sperimentazione su animali'', in Aa. Vv., ''Etica e animali'', traduzione di Brunella Casalini, Liguori Editore, Napoli, 1998, p. 328. ISBN 88-207-2686-6</ref>
*Le rivoluzioni degli anni Sessanta contro il razzismo, il sessismo e le discriminazioni di classe hanno sfiorato appena il mondo animale. Questo mi ha inquietato. L'etica e la politica, a quei tempi, avevano di fatto dimenticato gli esseri non umani. Tutti sembravano preoccuparsi di ridurre i pregiudizi nei confronti degli uomini, possibile che non avessero mai sentito parlare di [[Charles Darwin|Darwin]]? Ovviamente anch'io detestavo il razzismo, il sessismo e le discriminazioni di classe, ma perché fermarsi qui? In quanto professionista nell'ambito della salute, ero persuaso che centinaia di altre specie animali soffrissero la paura, il dolore e l'angoscia, proprio come me. Era necessario preoccuparsene. In particolare si rendeva necessario stabilire un parallelo tra la nostra sorte e quella delle altre specie. Un giorno, nel 1970, mentre facevo un bagno nel vecchio castello di Sunningwell, vicino a Oxford, all'improvviso mi balenò in mente una parola: «[[specismo]]»!<ref>Da ''Speciesism Again: The Original Leaflet'' (2010); citato in Ricard, p. 44.</ref>