Eric Hobsbawm: differenze tra le versioni

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Gente non comune
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===[[Explicit]]===
Direi che il [[cowboy]], solo perché era il mito di una società ultraindividualistica, l'unica società dell'éra borghese senza vere e proprie radici preborghesi, era un veicolo insolitamente efficace per sognare, che è poi tutto quello che la maggior parte di noi ha a disposizione sulla via delle illimitate possibilità. Cavalcare da soli è meno improbabile che aspettare che quel bastone da federmaresciallo nello zaino diventi reale.
 
==''Gente non comune''==
===[[Incipit]]===
Questo libro è quasi interamente dedicato al tipo di persone i cui nomi sono di solito ignoti a tutti, se non a familiari e a vicini, nonché, nelle moderne organizzazioni statali, agli uffici che registrano nascite, matrimoni e decessi. Qualche volta quei nomi sono conosciuti dalla polizia, o da giornalisti in cerca di «storie vere». In altri casi, invece, sono ignoti e inconoscibili, come quelli di coloro, uomini o donne, che cambiarono il mondo introducendo nel Vecchio continente specie vegetali scoperte da poco nelle Americhe. Alcuni ebbero un ruolo in contesti pubblici ristretti o locali: il vicinato, il villaggio, la parrocchia, l'associazione di categoria, il municipio. Nell'epoca dei media, la musica e lo sport hanno regalato la notorietà ad alcuni che, in un altro periodo, sarebbero rimasti anonimi.
 
===Citazioni===
* Una [[rivoluzione]] moderata è una contraddizione in termini, mentre non lo sono un Putsch, un colpo di Stato o un pronunciamento moderati. Per quanto limitati possano essere gli scopi visibili di una rivoluzione, la luce della nuova Gerusalemme deve filtrare dalle crepe dei muri dell'eterno Establishment che essa vuole abbattere. Quando cade la Bastiglia, i normali criteri di quel che è possibile sulla Terra sono sospesi, e nessuno si stupisce se uomini e donne danzano per le strade pregustando l'Utopia. Per questo i rivoluzionari sono circondati da un alone millenaristico, anche quando in realtà le loro proposte sono pratiche e relativamente poco ambiziose. (cap. 2, "Thomas Paine", p. 11)
* Le [[Donna|donne]] hanno spesso fatto notare che gli storiografi del passato, compresi quelli di tendenza marxista, hanno alquanto trascurato la metà femminile della specie umana. La critica è giusta, e l'autore ammette che essa vale per il suo stesso lavoro. Ma se si deve porre rimedio a questa carenza, non si può farlo semplicemente sviluppando una branca speciale della storiografia che si occupi solo delle donne, perché nella società le vicende dei due sessi sono inseparabili. È invece necessario studiare la natura mutevole del rapporto tra i generi, sia in quanto fatto obiettivo sia in quanto immagine che gli appartenenti a ciascun genere hanno dell'altro. (cap. 7, "Uomini e donne: immagini a sinistra", p. 130)
* La [[mafia]], lungi dal mettere in discussione i valori «americani», li incarnava. Dopo tutto, cosa poteva esserci di più americano delle storie del successo di immigrati senza un soldo, che lottando fin da ragazzi, con le unghie e con i denti, raggiungono rispettabilità e ricchezza tramite la loro personale intraprendenza? (cap. 13, "Il bandito Giuliano", p. 249)
 
==Bibliografia==
*Eric J. Hobsbawm, ''Il secolo breve'', traduzione di Brunello Lotti, Rizzoli, Milano, 1995.
*Eric J. Hobsbawm, ''La Fine della Cultura. Saggio su un secolo in crisi d'identità'', traduzione di L. Clausi, D. Didero, A. Zucchetti, Collana I Sestanti, Rizzoli, Milano, 2013, ISBN 978-88-17-06541-2.
*Eric J. Hobsbawm, ''Gente non comune'', traduzione di Stefano Galli e Sergio Mancini, Coll. Collana storica Rizzoli, Rizzoli, Milano, 2000, ISBN 88-17-86336-X
 
==Altri progetti==