Aldo Grasso: differenze tra le versioni
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*In [[Campania]] è finita l'era [[Antonio Bassolino|Bassolino]], nonostante «Un posto al sole». Negli anni, la soap di Raitre ha disegnato una [[Napoli]] che non c'è, una Napoli molto bassoliniana, una Napoli da portineria dove però non è mai esistito il problema spazzatura (tanto che si è dovuto provvedere altrimenti).<ref name=stran>Da ''[http://www.corriere.it/spettacoli/10_aprile_02/tv-strani-effetti-grasso_1c14236c-3e2b-11df-b5a6-00144f02aabe.shtml Quando la tv crea strani effetti]'', ''Corriere.it'', 2 aprile 2010.</ref>
*[...] In «[[Covert Affairs]]» lo spionaggio subisce un processo di «soapizzazione», il punto di vista della protagonista femminile tinge tutto di rosa e anche il racconto dei retroscena del funzionamento della macchina dell'intelligence vira presto verso la descrizione degli intrecci di coppia tra gli agenti segreti, a partire da quelli di cui è protagonista il direttore dell'agenzia Arthur Campbell ([[Peter Gallagher]]), che ha tutta l'aria di essere più esperto in armi di seduzione che in armi convenzionali.<ref>Da ''[http://www.corriere.it/spettacoli/11_maggio_28/Lo-spionaggio-in-versione-soap_812cbe14-88ec-11e0-9363-be870bec5f6b.shtml Lo spionaggio in versione soap]'', ''Corriere.it'', 28 maggio 2011.</ref>
*In Italia, per ragioni economiche, il [[talent show|talent]] diventa una sorta di lungo reality, con serate interminabili, liti continue, giudici che rubano spazio ai concorrenti. [...] Il talent italiano crea ascolto ma non scrittura.<ref name=talent>Da ''[http://www.corriere.it/spettacoli/09_maggio_31/tv_talenti_nascosti_2989fa62-4db8-11de-891f-00144f02aabc.shtml Talent Show, l'ultima svolta tv, ora vince chi riconquista i giovani]'', ''Corriere.it'', 31 maggio 2009.</ref>
*In [[Pif]] c'è un po' dello spirito buonista, dell'atteggiamento ex equo solidale di Mtv, ma la sua indagine sulle malattie mentali è curiosa, piacevole, intelligente. Pif ribadisce un concetto fondamentale: nel racconto l'importante è il punto di vista e ogni punto di vista rappresenta anche una scelta morale.<ref name=ment>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/dicembre/05/Pif_con_intelligenza_tra_malati_co_9_081205114.shtml Pif, con intelligenza tra i malati mentali]'', ''Corriere della Sera'', 5 dicembre 2008, p. 61.</ref>
*In [[Televisione|tv]] ormai la lingua italiana è un optional, la sintassi un mistero oscuro.<ref name=stran/>
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*«[[MasterChef Italia|Masterchef]]» conferma che il famigerato genere del reality sta attraversando una trasformazione interessante, vista all'opera anche con «Pechino Express»: si sperimenta oltre la diretta, oltre il televoto. Il raffinato lavoro di montaggio alla base di questi nuovi esempi permette di raccontare i concorrenti e le loro vicende in modo meno «grezzo», più pensato e interessante, dispiegando lungo le puntate una narrazione seriale anche complessa.<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2012/dicembre/22/Cosi_Masterchef_trasforma_reality_co_0_20121222_1698fa5a-4c03-11e2-86d8-0617dbacd128.shtml Così «Masterchef» trasforma il reality]'', ''Corriere della sera'', 22 dicembre 2012, p. 71.</ref>
*{{NDR|Riferito al film ''[[L'attimo fuggente]]''}} Molto riconoscibile la voce del professor John Keating, ovvero di [[Robin Williams]] che, citando [[Walt Whitman]], insegna ai ragazzi molto più che delle nozioni: insegna ad apprezzare la vita, la bellezza, la poesia.<ref>Da ''[https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2014/febbraio/17/attimo_fuggente_diventa_occasione_per_ce_0_20140217_bc27c692-97a0-11e3-9d91-25e51c2150f5.shtml Se «L'attimo fuggente» diventa l'occasione per celebrare l'Ipad]'', ''Corriere della Sera'', 17 febbraio 2014, p. 15.</ref>
*Negli ultimi 30 anni la tv generalista ha «inventato» tre grandi generi: il talk show, il [[reality show|reality]], il [[talent show]]: intimamente legati tra loro, sia pure con caratteristiche differenti. Il talk è servito soprattutto per dare voce a chi aveva difficoltà ad apparire in tv e a traghettare la famosa «gente» da un ruolo passivo a uno più attivo; il reality è il post-moderno di massa, l'assoluta indistinzione tra tv e realtà, «tra realtà bruta e realtà formatizzata» (Walter Siti); da una costola del reality è nato il talent, che paradossalmente ha il compito di riportare la professionalità in tv, dopo anni in cui sono salite alla ribalta molte persone «senza mestiere», al più fenomeni da baraccone. Il talent show, la cui forma iniziale risalirebbe alle gare nei college, ha avuto la sua consacrazione al cinema con Fame ([[Saranno famosi]], 1980), storia di alcuni studenti della High School of Performing Art di New York che, a sua volta, ha dato origine alla omonima serie tv (1982), la vera matrice di tutti i format del genere: American Idol, Pop Idol, The X Factor, Popostars, Operación Triunfo, Amici , X Factor, Ti lascio una canzone, ecc.<ref name=talent/>
*Nel programma «[[Il testimone]]», giunto intanto alla quarta stagione, Pif ha sempre intervistato illustri sconosciuti, gli piaceva fare l'antropologo dei non famosi, il curioso dello sconosciuto.<ref name=pif>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2011/aprile/07/Pif_intervista_vip_star_lui_co_9_110407124.shtml ''Pif intervista i vip ma la star è lui''], ''Corriere della sera'', 7 aprile 2011, p. 63.</ref>
*Nella ''paleo-TV'' (anni '50 e '60), le rubriche librarie hanno un atteggiamento pedagogizzante verso il pubblico, tipico di tutta la televisione di quegli anni. [...] Nasce la figura del divulgatore di libri e assume le sembianze di [[Luigi Silori]], ex assistente di [[Giuseppe Ungaretti|Ungaretti]], docente di letteratura italiana contemporanea nell'ateneo genovese, come tiene a precisare il ''Radiocorriere'': «Viene dalle fila della cultura universitaria, ma non ritiene illegittima questa partecipazione della letteratura alla vita, questa riscoperta comunicazione tra l'uomo e il suo libro». Le trasmissioni di Silori sono delle sfilate, delle passerelle di uomini e libri; è anche l'unico conduttore di trasmissioni sui libri cui sia concesso il privilegio di frequentare il palinsesto serale.<ref>Da ''Il libro e la televisione. Storia di un rapporto difficile'', ERI, 1993, p. 140. ISBN 88-39-70801-4</ref>
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