Nicola Cusano: differenze tra le versioni

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*Ogni ricerca consiste, dunque, in una proporzione comparante, che è facile o difficile. Ma l'[[infinito]], in quanto infinito, poiché si sottrae ad ogni proporzione, ci è sconosciuto. [...] Il [[numero]] include in sé tutto ciò che può essere proporzionato. Il numero, che costituisce la proporzione, non c'è soltanto nell'ambito della quantità, ma c'è anche in tutte le altre cose che, in qualsiasi modo, possono convenire o differire tra loro. [...] Per questo, forse, [[Pitagora]] pensava che tutto esiste, ha consistenza ed è intelligibile in virtù dei numeri. [...] La precisione, però, nelle combinazioni fra le cose corporee ed una proporzione perfetta fra il fra il noto e l'ignoto è superiore alle capacità della ragione umana, per cui sembrava a Socrate di non conoscere null'altro che la propria ignoranza. [...] allora vuol dire che noi desideriamo sapere di non sapere, dato che il desiderio di sapere, che è in noi, non dev'essere vano. E se potremo conseguirlo appieno, avremo raggiunto una dotta ignoranza. La cosa più perfetta che un uomo quanto mai interessato al sapere potrà conseguire nella sua dottrina è la consapevolezza piena di quell'ignoranza che gli è propria. E tanto più egli sarà dotto, quanto più si saprà ignorante [...]. (libro I, cap. 1 e 3)
*Se avesse un centro, il [[mondo]] avrebbe anche una [[circonferenza]] [...] e avrebbe dei limiti in rapporto a qualcos'altro e, al di fuori del mondo vi sarebbero altri luoghi ancora. [...] e non è possibile che esistano una sfera o un circolo veri in senso assoluto, che non se ne possano dare di più veri [...] Inoltre non vi sono nel cielo poli immobili e fissi. [...] Non vi è nessuna stella della sfera ottava che descriva con la rivoluzione della sfera un circolo massimo, perché bisognerebbe che essa fosse equidistante dai poli, che non vi sono. [...] E poiché non possiamo avvertire il movimento se non in relazione a qualcosa di fisso, ossia i poli o i centri, e siamo costretti a presupporli quando computiamo le misure dei moti, per questo motivo ci aggiriamo fra congetture, e in tutte le misure scopriamo errori [...] È così manifesto che la Terra si muove. [...] Anzi, né il Sole, né la Luna, né la Terra, né alcun' altra sfera, sebbene a noi sembri diversamente, possono descrivere un vero circolo nel loro moto [...] inoltre, questi corpi non si muovono in tutti ì momenti del tempo d'un movimento uguale e preciso, e non descrivono un circolo apparente sempre uguale, anche se queste differenze non si mostrino a noi. [...] Dovunque uno si trovi, gli sembra di stare al centro. (libro II, cap. XI)
*Tutti i dottori più sapienti, più degni del divino e più santi si sono accordati nel dire che gli enti visibili sono veramente immagini degli invisibili, e che il creatore si può in modo perspicuo conoscere nelle creature quasi come in uno specchio e per enigma. <ref>Citato in Daniele Corradetti ''Metafisica del numero'', edizioni Argonautiche, p. 11. ISBN 978-88-95299-16-7 p. 11</ref>
 
==Citazioni su Nicola Cusano==
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*La sostanza del pensiero di Cusano è sopratturro cristiana e platonica. E il termine "sostanza" viene usato qui in senso proprio e rigoroso. Infatti nel sistema di Cusano il platonismo costituisce un elemento sostanziale e non semplicemente formale ed espressivo. ([[Battista Mondin]])
*'L'unione degli opposti' (''coincidentia oppositorum'') era per Nicola Cusano la meno imperfetta definizione di Dio. ([[Alain Daniélou]])
*Mentre lo impegnavano quotidianamente difficili riforme conventuali, complesse missioni diplomatiche, nonché asperrime battaglie militari con duchi e badesse, Nicola Cusano impegnava la sua mente cercando di indagare il principio ultimo e ineffabile dell'universo. Così egli, vescovo-principe rinascimentale versato nelle lotte intestine alla sua diocesi tirolese, era anzitutto il filosofo mistico che comprendeva l'incomprensibile natura divina come l'infinito in cui ogni potenza è atto, l'Uno in cui tutti i contrari coincidono.<ref>Cesare Catà,Da ''La Croce e l'Inconcepibile: il pensiero di Nicola Cusano tra filosofia e predicazione'', Quodlibet/EUM, Macerata, 2008.</ref> ([[Cesare Catà]])
 
==Note==