Legge: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Inserisco in voce tematica.
Inserisco in voce tematica.
Riga 7:
*Che cosa sono le leggi, illustre rappresentante del P.M. se non, esse stesse, correnti di pensiero? Se non fossero questo, non sarebbero che carta morta: se lo lascio andare, questo libro dei codici che ho in mano, cade sul banco come un peso inerte. ([[Piero Calamandrei]])
*''Che possono le leggi, là dove solo il denaro ha potere, | o dove la povertà non ha mezzi per vincere? | Persino quei filosofi, che passano i giorni gravati dalla cinica bisaccia, | finiscono anch'essi col vendere a fior di quattrini i loro assiomi. | Pertanto anche un procedimento legale è merce da mettere a mercato, | e anche il cavaliere che siede in giudizio non sdegna di farsi comperare.'' ([[Petronio Arbitro]])
*Ci sono leggi per la società delle formiche e per quella delle api; come si è potuto pensare che non ve ne fossero per la società degli uomini, e che essa fosse abbandonata all'azzardo delle loro invenzioni? Queste leggi, quando sono dimenticate dalla società pubblica, si ritrovano nella costituzione della società domestica. ([[Louis de Bonald]])
*Con l'inserimento – avvenuto nel corso della modernità – del diritto nell'apparato di [[potere]] più perfezionato, ossia nello [[Stato]], dietro l'incubo parossistico dell'ordine pubblico, il diritto si è visto sostanzialmente stravolto nella sua natura e funzione originarie e chiamato a svolgere il ruolo di apparecchio ortopedico del potere politico, di controllo sociale. Da qui la sua riduzione tutta moderna […] in un complesso di leggi, cioè di comandi sovrani, in una gerarchia di manifestazioni (fonti) con al sommo – ovviamente – la legge, con un progressivo isterilimento della consuetudine. ([[Paolo Grossi]])
*È aurea la regola di far poche leggi e di prevedere se il popolo osserverà o no volentieri. Orazio ridusse tutte le leggi a tre ''ne quis fur esset, neu latro, ne quis adulter''<ref>''Sat''. I 3.106.</ref>; al più si può arrivare al [...] Decalogo. Nel resto convien la libertà; convien educare il popolo ad avere per passione quello che sia utile alla società e tenere per fermo che contro la sua passione l'uomo regolarmente non opera, onde son le leggi inutili, e talora dannose, perché seminan liti, dispendi, mali umori ed amarezze. Sperar nelle leggi è cosa giovanile; il proporle è talvolta trappola di curiali, o di ecclesiastici, gente nemica della società e dell'uomo. ([[Bernardo Tanucci]])