Questione meridionale: differenze tra le versioni

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*[[Giorgio Amendola|Amendola]] ha toccato nel suo intervento la grande e difficile questione dell'unità da realizzare tra disoccupati e occupati. Sono pienamente d'accordo che la realizzazione di tale unità è un obiettivo decisivo: se si determina una frattura tra occupati e disoccupati, tutta la battaglia per un nuovo sviluppo subisce un colpo. Perciò la questione del Mezzogiorno ancora ha carattere centrale. ([[Pietro Ingrao]])
*Che esista una questione meridionale, nel significato economico e politico della parola, nessuno più mette in dubbio. C'è fra il nord e il sud della penisola una grande sproporzione nel campo delle attività umane, nella intensità della vita collettiva, nella misura e nel genere della produzione, e, quindi, per gl'intimi legami che corrono tra il benessere e l'anima di un popolo, anche una profonda diversità fra le consuetudini, le tradizioni, il mondo intellettuale e morale. ([[Giustino Fortunato]])
*Ci siamo rotti i coglioni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanculo i giovani del Mezzogiorno! Al Sud non fanno un emerito cazzo dalla mattina alla sera. Al di là di tutto, sono bellissimi paesaggi al Sud, il problema è la gente che ci abita. Sono così, loro ce l'hanno proprio dentro il culto di non fare un cazzo dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina alla sera e ci tira un po' il culo. ([[Matteo Salvini]])
*«È questo il momento in cui la stessa collera della natura scatenata sul Mezzogiorno dà un tono perentorio alla protesta delle popolazioni meridionali. Le quali, ed è qui la novità, non vogliono elemosine, provvidenze paternalistiche che ripugnano alla loro coscienza civile e politica. Conoscendo i limiti del proprio diritto, e misurando su quei limiti, senza alcuno zelo servile, il loro dovere, le popolazioni meridionali vogliono soltanto quel che loro spetta come facenti parte della famiglia italiana, nella quale, con l'[[Unità d'Italia|Unità]], si sono illuse di entrare a parità di diritti, non avendone che lo sfruttamento e la degradazione. Tutto questo è stato reso possibile dal tradimento della classe politica che aveva in mano le sorti del Mezzogiorno. La borghesia terriera del Sud accettò lo sfruttamento perpetrato dal protezionismo industriale del Nord per avere, in cambio, qualche posticino nel branco delle maggioranze governative, il possesso indisturbato della terra e la continuità dell'oscurantismo.<br/>«In omaggio alla verità, nostra sola padrona, aggiungeremo che, al banchetto protezionista, se pur prendendo solo le briciole, parteciparono alcune aristocrazie operaie del Nord portate dalla dinamica di classe a realizzare migliori salari, anche se ottenuti con una maggiorata soffocazione economica delle popolazioni rurali del Sud. […] La Questione Meridionale è tutta la questione italiana. Se la piaga della degradazione non si chiude, la cancrena che potrebbe seguirne non minaccerebbe solo la distruzione della parte malata ma l'intero organismo nazionale. […]» ([[Leonida Rèpaci]])
*[[Giovanni Giolitti|Giolitti]] amministrò il flusso delle rimesse migratore con un criterio tuttora sub judice: per [[Gaetano Salvemini]], veemente accusatore del "ministro della malavita", ingrassò cinicamente il Nord a spese del Mezzogiorno, rendendo cronica e insolubile la "questione meridionale". ([[Paolo Pavolini]])
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*Il Sud puzza. Puzza da morire di cancro, di leucemia, di polmoni, di malattie genetiche. Puzza un po' ovunque: nella Piana del Volturno, a Taranto, a Gela, a Priolo e Augusta, a Brindisi e in Val d'Agri. Puzza di monnezza accatastata da decenni, di scarti dell'industria petrolifera e di quella della produzione di cemento, di residui gassosi e no della chimica di trasformazione, di fumi di altiforni per fare l'acciaio e di rifiuti tossici interrati o bruciati illegalmente. Con quella puzza si campa male e si muore troppo. ([[Pino Aprile]])
*L'ambiente fisico del Mezzogiorno d'Italia costituisce, per ragioni geografiche e geologiche, il presupposto naturale di quel complesso di problemi economici e sociali sinteticamente indicati con l'espressione «questione meridionale». Fin da quando, sullo scorcio del secolo scorso, una serie di insigni meridionalisti, tra i quali emerge [[Giustino Fortunato]], affrontò lo studio sulla «questione», venne dissolta la leggenda di un Mezzogiorno ricco e altamente produttivo, perché difatti, dietro le cortine ubertose della [[Caserta|Terra di lavoro]] o della [[Palermo|Conca d'oro]], si succedono montagne aspre e dirute, terreni secchi e franosi, poggianti su di un sottosuolo povero di risorse naturali, energetiche o minerarie. ([[Felice Ippolito]])
*L'euro al Sud non se lo meritano. La Lombardia e il Nord l'euro se lo possono permettere. Io a Milano lo voglio, perché qui siamo in Europa. Il Sud invece è come la Grecia e ha bisogno di un'altra moneta. L'euro non se lo può permettere. ([[Matteo Salvini]])
*L'Italia meridionale le ha fatte tutte {{NDR|le guerre}}, considerandole un'evasione e una breccia per l'emigrazione. Ora l'Italia meridionale tenta un'evasione interna [...] meridionalizza la nazione. ([[Corrado Alvaro]])
*La Padania è una realtà politica, culturale ed economica ben nota in tutto il mondo, anche se la classe politica stracciona del Mezzogiorno finge di non saperlo, mentre per noi il Meridione esiste solo come palla al piede, che ci portiamo dolorosamente appresso da 150 anni. ([[Mario Borghezio]])