Śiva: differenze tra le versioni

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*Śiva non accosta specularmente gli estremi, ma li divarica, incarnandosi provvisoriamente nell'eccesso, incombendo su ogni mediazione, scindendo ogni univocità. Al di là ed entro ogni forma Śiva è ultimamente pura e totale Energia, scintilla che proietta le infinite coppie di poli tra cui si genera. ([[Raffaele Torella]])
*Shiva, però, compie sia una danza di creazione che una danza di distruzione: quando danza in compagnia di una donna, i suoi movimenti sono gentili e pieni di grazia, naturalmente creativi, trovandosi ''[[Yin e yang|yin'' e ''yang]]'' in una condizione di equilibrio; nel momento in cui danza da solo, però, il simbolismo che gli attiene è quello dell'asceta solitario, e i suoi movimenti si fanno violenti e distruttivi: l'equilibrio di ''yin'' e ''yang'' è ormai perduto. ([[Jean Campbell Cooper]])
*Śiva è il fallo. Dio risiede in qualsiasi parte di dio. Il ''liṅga'' eretto è pieno di seme. Śiva è portatore di seme. A piacere, egli può rilasciarlo o trattenerlo. Come Signore dello Yoga egli si trattiene, assorbe il seme nel suo essere totale. ([[Stella KramrishKramricsh]])
*Śiva, essenza unica di ogni esistenza, è dunque il Signore della danza (''naṭarāja''). Con una delle sue molte mani tiene il tamburo le cui vibrazioni sonore generano il tempo e lo spazio provocando l'emanazione dell'universo; con un'altra brandisce il fuoco del riassorbimento. Il movimento della danza nasconde la sua essenza, avvolgendolo nelle fiamme della manifestazione, mentre il fuoco del riassorbimento, spazzando via tutto, la rivela; egli rimane immobile al centro di questa duplice attività, fonte di ogni potenza e ostentando impassibile le energie più feroci, i movimenti più opposti; l'emanazione e il riassorbimento, l'oscuramento e la grazia, la ritrazione e il dispiegamento. ([[Lilian Silburn]])
*Śiva, quando è adorato da brahmani ''smārta'' come una delle cinque forme divine del ''pañcāyatana'', non è tantrico. Sicuramente non è tantrico per Śaṇkara. Questo non ci impedisce di affermare che Śiva, da vedico (Rudra), sia divenuto essenzialmente tantrico nella maggior parte delle sue tante forme. ([[André Padoux]])