Jean-Jacques Rousseau: differenze tra le versioni

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sposto in disc. una che non trovo nel libro, e la cui edizione non è precisata
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*Avrei voluto nascere sotto un governo democratico saggiamente temperato. (dalla dedica alla Repubblica di Ginevra; 1994, p. 120)
*Infatti sembra che, se sono obbligato a non fare alcun male al mio simile, non è tanto perché esso è un essere ragionevole quanto perché è un essere sensibile — qualità che, essendo comune all'uomo e alla [[animale|bestia]], deve dare a questa almeno il [[diritti degli animali|diritto]] di non essere [[maltrattamento di animali|maltrattata]] inutilmente da quello. (dalla prefazione dell'autore; 2004, p. 32)
*È contro le leggi di natura che pochi uomini rigurgitino del [[superfluo]] mentre le moltitudini affamate mancano del necessario.
*II primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire "questo è [[proprietà privata|mio]]" e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli, fu il vero fondatore della [[società]] civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassinii, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i piuoli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: "Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno, siete perduti!" (parte II; 2004, p. 72)
*Parrebbe dunque che l'uomo, provvisto di denti e di intestini analoghi a quelli degli erbivori, si debba naturalmente collocare in questa classe, e tale opinione non solo è confermata dalle osservazioni anatomiche, ma trova largo appoggio nei monumenti dell'antichità. […]<br />Di qui si vede che tralascio molti elementi a favore che potrei far valere. Essendo infatti la preda quasi la sola causa di lotta fra i carnivori, e vivendo gli erbivori fra loro in una pace costante, se la specie umana fosse appartenuta a questo genere, evidentemente le sarebbe stato molto più facile sussistere nello stato di natura e il suo bisogno e le sue occasioni di uscirne sarebbero stati molto minori. (1971<ref>Citato in Gino Ditadi, ''I filosofi e gli animali'', vol. 2, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 707. ISBN 88-85944-12-4</ref>)