Thomas Hardy: differenze tra le versioni

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Una sera di fine maggio un uomo di mezza età stava ritornando da Shaston al villaggio di Marlott, nella vicina Valle di Blackemore o Blackmoor. Avanzava su gambette rachitiche e v'era un certo che di bleso nella sua andatura che lo portava a deviare sulla sinistra. Ogni tanto scuoteva il capo, come se assentisse a qualche pensiero, benché in realtà non stesse pensando a nulla in particolare. Un paniere per uova gli pendeva vuoto dal braccio e il pelo del suo copricapo, sciupato, era consunto sulla falda nel punto in cui lo prendeva per toglierselo.
 
{{NDR|Thomas Hardy, ''Tess dei d'Urberville'', traduzione di Giuliana Aldi Pompili, Rizzoli-BUR, 1980/20012010.}}
 
===Citazioni===
*Comunque è sempre una bella cosa essere imparentati con le carrozze anche se non ci si può salire. (Joan Durbeyfield: IV; 2010, p. 44)
*Nella mal calcolata esecuzione dell'ordine ben calcolato delle cose, capita di rado che l'invocazione provochi l'apparizione della persona invocata, ed è raro che l'uomo da amare coincida con l'ora dell'amore. (cap. V; 1996, p. 66)
*Nella difettosa esecuzione del piano ben disposto dell'universo raramente l'invito provoca l'arrivo di chi si invoca, e raramente si incontra l'uomo da amare, quando viene l'ora per l'amore. La natura non dice troppo spesso "guarda" alla povera creatura nel momento in cui il guardare potrebbe portare a una lieta conclusione, né risponde "qui" alla carne che grida "dove?"; finché tutto questo nascondersi e cercarsi diventa un gioco penoso e senza mordente.<br />Potremmo chiederci se all'acme e alla sommità del progresso umano questi anacronismi saranno modificati da un'intuizione migliore, da un più stretto rapporto reciproco nell'ingranaggio sociale, che non ci scuota in ogni direzione, come ora: ma non si può predire un simile ideale, forse nemmeno concepirlo come possibile. Così, anche nel caso attuale, come in milioni di altri, le due parti di un perfetto insieme non si sono incontrate al momento perfetto: la controparte assente, vagando indipendente per la terra, aspetta in crassa ottusità un tempo che giungerà sempre troppo tardi. (V; 2010, pp. 60-61)
*Dov'era l'angelo custode di Tess? Dov'era la Provvidenza della sua ingenua fede religiosa? Forse, come quell'altro Dio di cui aveva parlato l'ironico Tisbita, stava chiacchierando oppure inseguendo qualcosa, o era in viaggio o dormiva o non voleva essere svegliata. (cap. XI; 1996, p. 107)
*Dov'era l'angelo custode di Tess? Dov'era la Provvidenza della sua ingenua fede religiosa? Forse, come quell'altro Dio di cui aveva parlato l'ironico Tisbita, stava chiacchierando oppure inseguendo qualcosa, o era in viaggio o dormiva o non voleva essere svegliata. (XI; 1996, p. 107)
*Lei, Tess, non era un'esistenza, un'esperienza, una passione, un complesso di sensazioni per nessuno all'infuori che per sé stessa. Per tutto il resto dell'umanità, Tess non era altro che un pensiero fugace. Perfino per gli amici, non era altro che un pensiero che, forse, passava nel loro cervello più di frequente. Se anche di disperava giorno e notte, la maggior parte di loro avrebbe fatto solo questo commento: «Ah, vuole rendersi infelice». [...] La massima parte della sua infelicità nasceva dalla sua situazione nei confronti delle convenzioni sociali e non dalle sue sensazioni innate. (cap. XIV; 1996, p. 131)
*Le pene maggiori erano dovute all'osservanza delle convenzioni e non a sensazioni naturali. (XIV; 2010, p. 113)
*«Attraverso l'esperienza» dice [[Roger Ascham]], «troviamo una via breve, dopo un lungo errare{{sic|.»}} Non di rado questo lungo errare ci rende incapaci di sostenere un ulteriore viaggio; e allora di che utilità è la nostra esperienza? (XV; 2010, p. 119)
*A che mi serve sapere che sono solo un componente di una lunga schiera, trovare scritto in qualche vecchio libro di qualche creatura proprio simile a me e conoscere che reciterò la sua stessa parte? A rendermi infelice, ecco, solo a quello. La cosa migliore è dimenticare che la nostra natura e il nostro passato sono in tutto identici a quelli di migliaia e migliaia d'altri, e che il nostro futuro, le nostre azioni, saranno ancora uguali ad altre migliaia e migliaia. (Tess: XIX; 2010, p. 149)
*Ed era proprio quel tocco d'imperfezione in una pretesa perfezione che ispirava una struggente tenerezza, poiché contribuiva a donarle {{NDR|a Tess}} umanità. (XXIV; 2010, p. 171)
*Sono una contadina per posizione, non per natura! (Tess: XXXV; 2010, p. 254)
*Avevano vagato per una strada che portava alle note rovine della Abbazia Cistercense, oltre il mulino, che una volta era stato unito alla costruzione monastica. Il mulino continuava ancora lavorare, dato che il cibo è una perenne necessità; l'Abbazia invece era caduta in rovina, perché le credenze religiose sono passeggere. Si può notare di continuo{{sic|,}} come la preoccupazione per ciò che è passeggero sopravviva alla preoccupazione per l'eterno. (XXXV; 2010, p. 255)
 
===[[Explicit]]===
"Giustizia" era fatta, e il Presidente degli Immortali, per dirla con una frase di [[Eschilo]], aveva finito di divertirsi con Tess, mentre i cavalieri e le dame dei d'Urberville dormivano nelle loro tombe, inconsapevoli. I due muti osservatori si chinarono a terra come in preghiera; e rimasero così per molto tempo, assolutamente immobili: la bandiera continuava silenziosamente a sventolare. Appena ne ebbero la forza, si levarono, si presero di nuovo per mano e continuarono il cammino.
 
{{NDR|Thomas Hardy, ''Tess dei d'Urberville'', traduzione di Giuliana Aldi Pompili, Rizzoli-BUR, 1980/20012010.}}
 
===Citazioni sul libro===
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==Bibliografia==
*Thomas Hardy, ''Tess dei d'Uberville'', traduzione di Maria Grazia Griffini, Oscar Mondadori, 1996.
*Thomas Hardy, ''Tess dei d'Urberville'', traduzione di Giuliana Aldi Pompili, Rizzoli-BUR, 1980/2001. ISBN 9788817866590
*Thomas Hardy, ''Intrusi nella notte ed altri racconti'', a cura di Laura Serra, Oscar Classici Mondadori, 1997. ISBN 9788804407355
*Thomas Hardy, ''La brughiera'', traduzione di Ada Prospero, Grandi Libri Garzanti, 1999. ISBN 9788811582588
*Thomas Hardy, ''Tess dei d'Uberville'', traduzione di Maria Grazia Griffini, Oscar Mondadori, 1996.
*Thomas Hardy, ''Tess dei d'Urberville'', traduzione di Giuliana Aldi Pompili, Rizzoli-BUR, 1980/2001<!--collana: Capolavori. ISBNI 9788817866590più grandi romanzi della letteratura straniera-->2010.
 
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