Leo Pestelli: differenze tra le versioni
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===Citazioni===
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*Il buon cittadino, con lo zelo medesimo con cui le procaccia il pane, bada che in famiglia sia e circoli il [[Niccolò Tommaseo|Tommaseo]] dei ''Sinonimi'', monumento di sapienza linguistica e libro morale. Costì le nostre donne imparano le reali, per quanto sottili e delicate, differenze che sono fra ''talora'' e ''talvolta'', ''nondimeno'' e ''nonpertanto'', ''invano'' e ''inutilmente''; e lo sgomento che le cogliesse in principio, legando loro la lingua, vi farà il silenzio in casa; non ultimo dei tanti beneficii ond'è apportatore ai focolari il grande filologo. (''Mondanità, sport e cinema'', p. 37)
*Il [[Edmondo De Amicis|De Amicis]] braccò per anni la parola che dice il «rumore del pan fresco» e ne promosse pubblico dibattito sulle colonne del ''Giornale d'Italia''. Il Moretti assicura che lo trovasse da vecchio a Firenze; altri opinano che morisse con quel desiderio in corpo. Mi fa male pensare che si guastò per quel motivo una quantità di desinari, quando l'Imaginifico<ref>{{cfr}} [http://www.treccani.it/vocabolario/imaginifico/) "imaginifico"],
*[...] il popolo di Firenze [...] il secondo giorno dopo l'inaugurazione del ''tramway'', leggendo a modo suo nei fianchi delle carrozze quel nome esotico. [...] ci aveva attaccato il modo di dire: ''è la storia del tranvai'', per quando si tarda a venire a una conclusione:<br />''Sposare? Gli è la storia del tranvai.<br />Di tutto e' mi ragiona, ma di sposarci mai''. (''La storia del tranvai'', p. 82)
*Sorge spontanea una domanda: questi demonii {{NDR|i puristi dell'Ottocento}} non sbagliavano mai? A modo loro sbagliavano anche loro. Li buggerava di tanto in tanto lo smoderato amore per il Due e pel Trecento. [...] Un altro atroce disinganno {{NDR|dopo ''fardel seco'' letto erroneamente come ''far del seco''}} lo procurò l'espressione ''andar del corpo'', che dapprima finemente intesa nel senso arcaico di ''morire'', si trovò poi essere nient'altro che la volgarissima operazione di sempre. E finalmente [[Ferdinando Martini]] ha raccontato<ref>{{cfr}} Ferdinando Martini, ''Confessioni e ricordi'', Firenze, R. Bemporad & Figlio Editori, 1922,
*''Sedere'' o ''sedersi''? Il Tommaseo non fu mai così in vena come nella lettera S del suo dizionario dei sinonimi. Nel ''si'' è l'idea di comodità: ''sedere'' in gogna (non ''sedersi''). «''Siede'' in cattedra chi ci va e ci sta per insegnare con cura e fatica; non pochi vi ''si seggono'' per sdraiarsi e far dormire a scosse.» (''Il verbo'', p. 165)
*Una signora si fa sorprendere alleggerita oltre il dovere, e si stampa che era ''praticamente'' nuda. Lo sa lei se si era ridotta così per fini pratici; a noi tocca a dire semplicemente, se era nuda o no. [...] Foreste e ragazze ''praticamente'' vergini, non si danno che nelle menti oblique, o in coloro che non conoscono di quante voci, atte a sfumare le idee, è capace la nostra lingua. (''»Praticamente« nuda'', p. 190)
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