Leo Pestelli: differenze tra le versioni

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Nota sul termine ciana (Dizionario online Treccani)
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===Citazioni===
* Sopportati innumerevoli frizzi, la voce ''Signora'' per Moglie resiste tuttavia nel linguaggio corrente: accetta così ai mariti tirannici come ai veramente «signoreggiati». «Spagnolismo usato dalla borghesia», la dice il [[Alfredo Panzini|Panzini]]; e gli sapeva d'affettazione e d'ironia involontaria. Eppure con l'uso questa parola ha preso una sfumatura di cautela, che è forse la principale cagione della sua fortuna.<br /> Siamo sinceri: altro è sentirsi dire: «Ho visto tua ''moglie''» (Dio mio, dove?), altro: «Ho visto la tua ''signora''». Piace che in bocche altrui le nostre mogli vadano coperte il più possibile; e siano esse tutte ''signore'', anche le ciane<ref>Ciana: toscanismo – donna del popolo, grossolana, sguaiata e pettegola.{{cfr}} [http://www.treccani.it/vocabolario/ciana "ciana" in Vocabolario on lineonline Treccani].</ref>. (''Donne e parole'', p. 17)
*Il buon cittadino, con lo zelo medesimo con cui le procaccia il pane, bada che in famiglia sia e circoli il [[Niccolò Tommaseo|Tommaseo]] dei ''Sinonimi'', monumento di sapienza linguistica e libro morale. Costì le nostre donne imparano le reali, per quanto sottili e delicate, differenze che sono fra ''talora'' e ''talvolta'', ''nondimeno'' e ''nonpertanto'', ''invano'' e ''inutilmente''; e lo sgomento che le cogliesse in principio, legando loro la lingua, vi farà il silenzio in casa; non ultimo dei tanti beneficii ond'è apportatore ai focolari il grande filologo. (''Mondanità, sport e cinema'', p. 37)
*Il [[Edmondo De Amicis|De Amicis]] braccò per anni la parola che dice il «rumore del pan fresco» e ne promosse pubblico dibattito sulle colonne del ''Giornale d'Italia''. Il Moretti assicura che lo trovasse da vecchio a Firenze; altri opinano che morisse con quel desiderio in corpo. Mi fa male pensare che si guastò per quel motivo una quantità di desinari, quando l'Imaginifico {{NDR|[[Gabriele D'Annunzio]]}}, come nulla fosse, da un ''cricchiare'', tirato su, per analogia, col ''cric'' dantesco, sfornava nelle Laudi un suo bel pane «caldo gonfio ''cricchiante''». (''Pubblicità (grande e piccola), p. 65)