Jonathan Safran Foer: differenze tra le versioni

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*[...] qualche volta sono schiacciato sotto il peso di tutte le vite che non sto vivendo. (p. 130)
*[...] dover vivere è triste, ho pensato, ma è tragico poter vivere una sola vita, perché se avessi due vite una l'avrei passata insieme a lei. (p. 151)
*[...] io le ho spiegato come mi sentivo, gliel'ho spiegato in questo modo: le ho sollevato le mani di lato, le ho puntato gli [[indiceIndice (dito)|indici]] l'uno verso l'altro e lentamente, molto lentamente, li ho avvicinati, e più si avvicinavano e più lentamente li spingevo finché, quando erano lì lì per toccarsi, quando erano solo a una pagina di dizionario dal toccarsi, premendo i lati opposti della parola «amore», li ho fermati, li ho fermati e tenuti lì. (p. 153)
*Quella sera [...] mi sono sentito incredibilmente vicino a ogni cosa nell'universo, ma anche straordinariamente solo. Per la prima volta in vita mia mi sono chiesto se la vita valeva tutta la fatica che serve per vivere. Perché, ''esattamente'', valeva la pena di vivere? Che c'è di così orrendo nell'essere morti per sempre e non provare niente, non sognare nemmeno? Che c'è di così fantastico nel provare sensazioni e fare sogni? (p. 163)
*Diventava difficile tenere a mente tutte le cose che non sapevo. (p. 174)