Erasmo da Rotterdam: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Ci sono tante grammatiche quanti sono i grammatici, e anche di più.
*Di me giudicheranno gli altri: tuttavia, se non m'inganna la filautìa, io ho lodato la follia, ma non certo come un folle. (dalla dedica a [[Tommaso Moro]])
*E che dolcezza provano quando devon tagliare a pezzi una fiera! La bassa plebe può ben squartare tori e montoni, ma una fiera sarebbe un sacrilegio farla macellare ad altri che ad un nobile. [...] Costoro dunque, continuamente cacciando e mangiando la carne delle fiere, giungono a tal punto di degenerazione da divenire quasi essi medesimi delle belve; viceversa credono di condurre una vita degna d'un re. (XXXIX; 1995, p. 47)
*LaE in definitiva la [[vita]] umanadegli neluomini suo insieme, nonnient'altro è che un gioco, il gioco della pazzia. (XXVII; 1995, p. 35)
*E sotto ogni aspetto le creazioni della natura son sempre più belle degli artificiosi [[ornamento|ornamenti]] immaginati dagli uomini. (XXXIV; 1995, p. 40)
*In primo luogo se la saggezza consiste nell'esperienza, chi merita di più che gli venga attribuito il nome prestigioso di saggio, il sapiente, che rinuncia a qualsiasi iniziativa vuoi per ritegno vuoi per viltà, o l'insensato, che né ritegno che gli manca, né il pericolo che non valuta, trattengono da alcuna avventura? Il sapiente si rifugia dai suoi libri antichi e ne impara soltanto sottigliezze linguistiche. L'insensato ricava una autentica saggezza, se non mi sbaglio, andando incontro alle cose e affrontandole da vicino. Sembra che questo l'abbia visto Omero, anche se era cieco, quando dice: "Avendone fatto esperienza anche lo stolto sa". Infatti gli ostacoli principali per farsi un'idea delle cose sono il ritegno che annebbia lo spirito e la paura, che mostrando i pericoli distoglie dal prendere iniziative. La follia libera magnificamente da entrambi. Tra i mortali sono in pochi a capire per quanti altri vantaggi riesca utile non vergognarsi mai ed essere pronti a tutto. (RCS 1996, p. 80)
*Infatti chi va contro natura facendo mostra di capacità fittizie e forzando le proprie reali inclinazioni riesce solo a raddoppiare il difetto. (RCS 1996, p. 70)
*L'unico fatto certo è che senza il condimento della [[follia]] non può esistere [[piacere]] alcuno.
*La maggior parte dell'umanità indulge alla Follia e quindi le cose peggiori incontrano sempre il massimo successo.
*La [[vita]] umana nel suo insieme, non è che un gioco, il gioco della pazzia. (XXVII)
:''Nec aliud omnino est vita humana, quam stultitiae lusus quidam''.
*Le [[Donna|donne]] corrono dietro agli stolti; fuggono i saggi come animali velenosi.
*Ma che dolce delirio è il loro, allorché si fabbricano mondi senza fine, allorché misurano come con il pollice e con il filo, sole, luna, stelle, sfere.
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*Non vedete, prima di tutto, con quanta preveggenza Madre Natura, artefice della specie umana, ha evitato che il pepe della follia venisse in qualche misura a mancare? Se infatti la sapienza consiste, secondo la definizione stoica, nell'essere guidati dalla ragione e la follia, invece, nell'essere in balia delle passioni, quanto più passione che ragione ha posto Giove nell'uomo, ad evitare che la sua vita fosse davvero cupa e tetra? più o meno come la mezza oncia sta all'asse. La ragione, per giunta, ha voluto relegarla in uno stretto angolino della testa, lasciando alle passioni tutto il resto del corpo. Per di più l'ha costretta a lottare da sola contro due violentissimi tiranni, l'ira che occupa la rocca della viscere e la stessa sorgente della vita, il cuore, e la brama, che dispone di un vastissimo impero giù fino al pube. (RCS 1996, p. 69)
*Pochissimi dei [[matrimonio|matrimoni]] già stretti potrebbero durare se tutti i passi fuori strada delle mogli non restassero celati per la cecità o la stupidità dei mariti.
*Qual essere è più felice e meraviglioso delle [[ape|api]]? È vero che il loro corpo non possiede tutti i sensi, ma l'architettura potrebbe trovare mezzi simili ai loro nel campo delle costruzioni? E qual filosofo ha saputo mai realizzare uno stato somigliante? (XXXIV; 1995, p. 40)
*Quanti sono, infatti, coloro che accendono alla Vergine, madre di Dio, un candelotto, magari a mezzogiorno, quando proprio non ce n'è bisogno! D'altra parte, quanto pochi cercano d'imitarne la castità, la modestia, l'amore per il regno dei cieli!
*Quanto più un uomo [[invecchiamento|invecchia]], tanto più si riavvicina alla fanciullezza, finché lascia questo [[mondo]] in tutto come un bambino al di là del tedio della vita e al di là del senso della [[morte]].
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:''In tantum necesse est, ut sibi quoque quisque blandiatur et assentatincula quapiam sibi prius commendetur quam aliis possit esse commendatus.'' (2002, pp. 56-57)
*Tutta la [[vita]] umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una [[maschera]] diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico.
*Qual essere è più felice e meraviglioso delle [[ape|api]]? È vero che il loro corpo non possiede tutti i sensi, ma l'architettura potrebbe trovare mezzi simili ai loro nel campo delle costruzioni? E qual filosofo ha saputo mai realizzare uno stato somigliante? (XXXIV; 1995, p. 40)
*E sotto ogni aspetto le creazioni della natura son sempre più belle degli artificiosi ornamenti immaginati dagli uomini. (XXXIV; 1995, p. 40)
*E che dolcezza provano quando devon tagliare a pezzi una fiera! La bassa plebe può ben squartare tori e montoni, ma una fiera sarebbe un sacrilegio farla macellare ad altri che ad un nobile. (XXXIX; 1995, p. 47)
*Costoro dunque, continuamente cacciando e mangiando la carne delle fiere, giungono a tal punto di degenerazione da divenire quasi essi medesimi delle belve; viceversa credono di condurre una vita degna d'un re. (XXXIX; 1995, p. 47)
 
===Citazioni sull'''Elogio della follia''===