Eyes Wide Shut: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
sistemo
Riga 76:
 
==Citazioni su ''Eyes Wide Shut''==
*Prima che sulla coppia, ''Eyes wide shut'' è né più né meno che un film sulla borghesia - ieri e oggi, dopo ''Barry Lyndon'' e l'89 di duecento e passa anni fa - e dunque, visto che il potere è sempre saldo nelle mani di questa classe, assistita o appena contrastata, oggi come oggi, solo da poteri più esoticamente criminali di essa, è un film sul ''potere'', [...] il Potere Borghese e Maschile sul corpo della donna e del ricco sul corpo del povero. [...] Che cos'è questo film, in definitiva, se non una classica storia di "presa di coscienza", che a metà pone il protagonista di fronte a una crisi e lo costringe a cominciare a vedere? Con procedimenti non immemori di Hitchcock e di Lang, Bill è ora mosso nelle sue azioni dal senso di colpa, che però non è "cattolico" come nei due maestri, o metafisico alla Kafka, o psicoanalitico-edipico-freudiano, bensì precisamente e chiaramente ''sociale''. E il ''clou'' ne sarà la conversazione con Ziegler (Pollack), il borghese cinico che sa e che ha scelto e che è "dentro" la grande rete nascosta del potere. Quello che prima era tutto freddezza di professionista acciuffadenari che esorcizza la morte e il male con il censo e il sesso, cambierà, sarà un'altra persona e un altro medico. [...] E'È poco? E'È tantissimo almeno da dentro il mondo borghese di cui Kubrick parla e da cui proviene e in cui si era nevroticamente installato. Se i Bill e Alice del mondo lo capissero tutti, il mondo sarebbe diverso. [...] A fine secolo, Kubrick non rinuncia quindi a "farci la morale" e noi gliene siamo grati, anche perché ci lascia qualcosa in cui credere. Di fronte a questo, che la prima lettura del film sia per i Bill e Alice del mondo meno godibile... affari loro. Chi ha occhi per vedere veda, sia pure tra sonno e veglia, e gli altri dormano pure l'immenso meschino complice doppio sogno del consumo e del consenso." ([[Goffredo Fofi, ''"Eyes wide shut": dialettica della visione'', "Lo straniero" n. 9, inverno 1999-2000, anno III]])
*Questo non è un film in cui la colonna sonora enfatizza l'emozione del personaggio. Ha una struttura tutta sua, e un suo percorso. In particolare qui<ref>Il riferimento è alla sequenza in cui il protagonista mascherato attraversa le stanze della lussuosa villa in cui si svolgono le scene di sesso di gruppo.</ref>, il canto indiano è favoloso. Ha quella particolare qualità vocale che lo rende sensuale. Il cantante si chiama Manickam Yogeswaran e la lingua è l'Hindu. All'inizio a lui non piaceva affatto il risultato, diceva che era venuto nella nota sbagliata. A me faceva impazzire invece. Ho tenuto la qualità bassa così com'era perché dava un senso di incertezza che adoro. ([[Jocelyn Pook]])
*Prima che sulla coppia, ''Eyes wide shut'' è né più né meno che un film sulla borghesia - ieri e oggi, dopo ''Barry Lyndon'' e l'89 di duecento e passa anni fa - e dunque, visto che il potere è sempre saldo nelle mani di questa classe, assistita o appena contrastata, oggi come oggi, solo da poteri più esoticamente criminali di essa, è un film sul ''potere'', [...] il Potere Borghese e Maschile sul corpo della donna e del ricco sul corpo del povero. [...] Che cos'è questo film, in definitiva, se non una classica storia di "presa di coscienza", che a metà pone il protagonista di fronte a una crisi e lo costringe a cominciare a vedere? Con procedimenti non immemori di Hitchcock e di Lang, Bill è ora mosso nelle sue azioni dal senso di colpa, che però non è "cattolico" come nei due maestri, o metafisico alla Kafka, o psicoanalitico-edipico-freudiano, bensì precisamente e chiaramente ''sociale''. E il ''clou'' ne sarà la conversazione con Ziegler (Pollack), il borghese cinico che sa e che ha scelto e che è "dentro" la grande rete nascosta del potere. Quello che prima era tutto freddezza di professionista acciuffadenari che esorcizza la morte e il male con il censo e il sesso, cambierà, sarà un'altra persona e un altro medico. [...] E' poco? E' tantissimo almeno da dentro il mondo borghese di cui Kubrick parla e da cui proviene e in cui si era nevroticamente installato. Se i Bill e Alice del mondo lo capissero tutti, il mondo sarebbe diverso. [...] A fine secolo, Kubrick non rinuncia quindi a "farci la morale" e noi gliene siamo grati, anche perché ci lascia qualcosa in cui credere. Di fronte a questo, che la prima lettura del film sia per i Bill e Alice del mondo meno godibile... affari loro. Chi ha occhi per vedere veda, sia pure tra sonno e veglia, e gli altri dormano pure l'immenso meschino complice doppio sogno del consumo e del consenso." (Goffredo Fofi, ''"Eyes wide shut": dialettica della visione'', "Lo straniero" n. 9, inverno 1999-2000, anno III)
 
==Note==