Paolo Flores d'Arcais: differenze tra le versioni

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Gesù.L'invenzione del Dio cristiano: incipit e citazioni
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*Lo spirito religioso si adatta ad ogni nuova scoperta, dopo averla demonizzata di anatema. Rettifica, riscrive, reinterpreta. […] La logica clericale macina ogni contraddizione e annulla la rimozione di ieri, ormai inservibile, con nuove e più sofisticate rimozioni.
*Dobbiamo prendere sul serio [[Pascal]], e scommettere sulla finitezza. Non ci sarà mai dato un dopo, infatti, nel quale scoprire che abbiamo una vita sola. Possiamo viverla così oggi, o mai più. [[Alienazione]] è il rifiuto di accettare la nostra condizione di finitezza.
 
==''Gesù. L'invenzione del Dio cristiano''==
===[[Incipit]]===
Gesù non era cristiano. Era un ebreo osservante, rimasto tale fino alla morte, che mai avrebbe immaginato di dar vita a una nuova religione e meno che mai di fondare una «Chiesa». Per rendersene conto basta leggere con attenzione e soprattutto ''per intero'' il Nuovo Testamento, che la maggior parte dei fedeli conosce solo attraverso gli stralci letti durante la Messa.
 
===Citazioni===
*Gesù non si è mai sognato di proclamarsi il Messia, e se qualcuno degli apostoli ha ipotizzato che fosse «Cristo» (traduzione greca dell'ebraico ''meshiah'' e dell'aramaico ''mashiha'', «unto») lo ha fulminato di anatema. (Chi era Gesù, p. 11)
 
*Joshua bar Joseph {{NDR|Gesù figlio di Giuseppe}} era un profeta ebreo itinerante, esorcista e guaritore, un missionario apocalittico che annunciava l'''euaggelion'' (buona novella) dell'arrivo imminente, anzi incombente, del Regno per opera di Dio. (Chi era Gesù, p. 12)
 
==Note==
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==Bibliografia==
*Paolo Flores d'Arcais, ''Etica senza fede'', Einaudi, Torino 1992.
*Paolo Flores d'Arcais, ''Gesù. L'invenzione del Dio cristiano'', quarta dizione, add ''editore'', 2011, ISBN 978-88-96873-33-5.
 
==Altri progetti==