Peter Bogdanovich: differenze tra le versioni

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==''Chi c'è in quel film?''==
*Daisy Miller {{NDR|protagonista del [[Henry_James#Daisy_Miller|romanzo omonimo]]}} è una personalità terribilmente intrigante, un simbolo della vitalità e della fraschezza tipiche del Nuovo Mondo, che anela all'indipendenza nel rifiuto di adeguarsi alle aspettative sociali del Vecchio Mondo europeo. (citato<ref>Citato in [[Henry James]], ''Daisy Miller'', Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2012).</ref>
*Dopo aver visto Carter vincere le elezioni con un personaggio alla [[Frank Capra|Capra]], i repubblicani si devono esser detti: "Be' proviamo con Hollywood anche noi". Se Carter ha provato a fare [[James Stewart|Jimmy Stewart]] e gli è andata bene, perché non far provare anche Ronald Regan, che come attore ha tanta esperienza in più? (p. 49)
*Quando [[Douglas Fairbanks|Fairbanks]] e [[Charlie Chaplin|Chaplin]] facevano le loro tournée europee, negli anni Venti, erano accolti da un'universale adulazione, da un'apoteosi di massa di un'intensità che la storia non aveva mai registrato sino ad allora. (p. 50)
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*{{NDR|Su Cary Grant}} Diventando così un protagonista comico, drammatico e romantico, ideale e virtualmente impeccabile, capace di una stupefacente versatilità. (p. 150)
*[[Cary Grant|Cary]] è diventato un così raffinato maestro della commedia (sofisticata o francamente comica) che in generale non si fa caso ai suoi talenti drammatici. (p. 160)
*{{NDR|Sull'interpretazione di [[Dean Martin]] in "''[[Un dollaro d'onore]]"''}} La sua interpretazione servì a provare agli scettici e ai dubbiosi che se voleva Martin era in grado, nei limiti della sua gamma d'attore, di fare qualsiasi cosa. (p. 324)
*{{NDR|Su Dean Martin}} In un night club di Las Vegas, era piacevolissimo e perfettamente a suo agio, padrone della scena quanto Sinatra, anche se in uno stile completamente diverso. In scena quando cantava si prendeva sempre in giro: mai che cantasse sul serio una canzone fino in fondo senza inframmezzare qualche battuta. (p. 325)
*Nel 1969 [[Orson Welles]] mi raccontò che una volta era nel suo camerino, in attesa di registrare una puntata del ''Dean Martin Show''. Dean bussa alla porta, ed entra con un drink in mano. "Ehi Orson" gli dice, porgendogli il bicchiere, "ne vuoi uno prima di andare in scena?" Orson scosse il capo. "No Dean, grazie. Sono a posto così." Dean restò a bocca aperta. "Vuoi dire che vai la fuori ''da solo''?" Raccontando l'aneddoto, Welles esplose in un'enorme risata. "Da solo!" escalmò. "Sarà grandioso? È la miglior definizione della [[Alcolismo|dipendenza]] che abbia mai sentito." (p. 326)
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*Semplicemente non esiste in tutta la storia del cinema un'interpretazione dell'angoscia per la perdita dell'amore più memorabile di quella che diede [[James Stewart|Jimmy]] in ''[[La donna che visse due volte]]'' di [[Alfred Hitchcock]]. (p. 351)
*{{NDR|Su James Stewart}} In nessun modo questa spontanea umanità ha mai diminuito la sua statura di protagonista; anzi, mostrava una vulnerabilità con la quale l'uomo medio, in circostanze simili, avrebbe potuto identificarsi. La sua capacità di vincere la paura e il dolore lo resero ancor più un eroe del quotidiano: l'eroico uomo qualunque che divenne a partire da ''[[La vita è meravigliosa]]'' di [[Frank Capra]]. (p. 351)
*{{NDR|Su James Stewart}} La sua interpretazione nervosa e aggressiva in ''"Winchester '73"'' resta una delle sue più coinvolgenti. (p. 356)
*{{NDR|Su James Stewart}} Una sera uscivamo da un ristorante, e gli si avvicinarono un uomo e sua moglie. "Senta, per lei non significherà niente" gli disse l'uomo "ma volevo solo dirle che ho visto i suoi film molte volte, e che lei mi è sempre piaciuto moltissimo". E Stewart, trattenendo nella sua la mano dell'uomo, gli disse con affetto e convinzione: "Anzi, per me significa tutto". (p. 369)
*Ci credeva il mondo intero a James Stewart. Non l'hanno mai beccato a recitare. (p. 370)
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*{{NDR|Su James Stewart}} Stava tutto nei toni e nelle sfumature: e Stewart era un autentico maestro degli uni e delle altre. (p. 376)
*{{NDR|Su James Stewart}} La sua presenza scenica, in teatro, non era meno forte che sullo schermo cinematografico; anche sulla scena riusciva a essere più grande del vero, e insieme credibile e realistico. [...] Serbava la sua solita, emozionante intimità, la sua allegra, spontanea freschezza. (p. 378)
*{{NDR|Su [[Katharine Hepburn]] e James Stewart}} Sul set di ''"[[Scandalo a Filadelfia]]"'' la Hepburn lo ferma, e con la sua tipica dizione scandita gli dice: "Tu voli". "Beh sì...". Con la stessa cadenza militare la Hepburn gli comunica che lo aspetta la mattina seguente alle sette precise all'aeroporto. Mentre raccontava Jimmy quasi si mise sull'attenti; e aggiunse che la Hepburn lo terrorizzava. Certo, esagerava per potenziare l'effetto, ma era divertentissimo. (p. 384)
*{{NDR|Su James Stewart}} Anche solo la straziante sequenza finale di ''"[[La donna che visse due volte"]]'' basterebbe a renderlo immortale. (p. 386)
*{{NDR|Su [[John Cassavetes]]}} È l'unicità del suo genio per la creazioni di quelli che potremmo chiamare studi di vita vissuta: personalissimi, commoventi, coerenti, originali, poetici, tra i migliori risultati del cinema americano di sempre. (p. 479)
*[[John Cassavetes|Cassavetes]] ammise che era rimasto completamente intimidito da [[Orson Welles|Welles]]. (p. 481)
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*{{NDR|Su [[James Cagney]]}} Costruiva i suoi personaggi sempre così: stando in bilico tra la caricatura artefatta e l'originalità eccentrica, con la sicurezza di un ballerino: e non scivolò mai dalla parte sbagliata. (p. 527)
*{{NDR|Su James Cagney}} Non c'è dubbio che il suo stile di recitazione e il suo garbo interpretativo debbano moltissimo ai suoi primi tempi di danzatore. (p. 536)
*{{NDR|Sull'interpretazione teatrale di [[Anthony Perkins]] in "''Tè e simpatia"''}} Perkins era di un'intensità stupefacente e toccante. Mi ricordò un James Stewart più giovane e leggermente più nevrotico, e possedeva una capacità di concentrazione, una tecnica e un fascino eccezionali. L'interpretazione di John Kerr era stata altamente elogiata. Se il sostituto di Kerr era questo, come sarà stato Kerr in persona, mi chiesi? Lo scoprii quando vidi la versiona cinematografica [...] John Kerr non arrivava neanche nei paraggi di Anthony Perkins. (p. 563)
*Quando finalmente conobbi [[Anthony Perkins|Perkins]], verso il 1972, lo trovai piacevolissimo, un uomo veramente fantastico, con tanto senso dell'umorismo che lavorare insieme a lui dev'essere stata una festa. (p. 565)
*[[Anthony Perkins|Tony]] era dinoccolato, leggermente goffo, immediatamente interessante. (p. 565)
*{{NDR|Su "''La legge del Signore"''}} [[Gary Cooper]] e Dorothy McGuire avevano il ruolo dei genitori quaccheri di Perkins. Nel ruolo del loro sensibile figlio adolescente, disorientato dalle emozioni contrastanti che gli suscita la guerra, Tony diede un'interpretazione superba, quasi rubando il film a [[Gary Cooper|Cooper]], e ricevendo l'unica candidatura all'Oscar di tutta la sua carriera. (p. 566)
*{{NDR|Sull'interpretazione teatrale di [[Anthony Perkins|Perkins]] in "''Angelo, guarda il passato"''}} L'interpretazione di Perkins era magnetica e ammirevole. (p. 567)
*L'immagine fondamentale di [[Anthony Perkins|Tony]] come giovane americano sensibile, turbato e nevrotico era già stata solidamente costruita e affermata nei suoi primi due ruoli cinematografici importanti. [[Alfred Hitchcock]] se ne avvantaggiò, e la usò per spedire il pubblico su una falsa pista. Non Tony Perkins! Impossibile che sia lui il colpevole! (p. 568)
*{{NDR|Su Anthony Perkins}} La sua era una bravura completamente assimilata, divenuta ormai seconda natura, e affatto priva di pose da grande attore: pertanto, praticamente invisibile. È l'arte dell'attore al suo meglio, ma è anche così priva di sforzo apparente che di rado viene premiata. (pp. 568-569)
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*Quel che Lauren Bacall chiamava "la maledetta personalità mercuriale" di [[Frank Sinatra|Frank]], con i suoi alti e i suoi bassi. (p. 599)
 
== BibliografiaNote==
<references />
 
==Bibliografia==
*Peter Bogdanovich, ''Chi c'è in quel film? {{small|Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood}}'', traduzione di Roberto Buffagni, Fandango, Roma, 2008.
 
== Film ==
* ''[[...e tutti risero]]'' (1981) – regia e soggetto