Stanley Kubrick: differenze tra le versioni

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[[Immagine:KubrickForLook.jpg|thumb|upright=1.4|Autoscatto, 1949]]
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==Citazioni di Stanley Kubrick==
*Alex{{NDR|Protagonista di ''[[Arancia Meccanica]]''}} è un personaggio che alla luce di ogni considerazione logica e razionale dovrebbe suscitare antipatia e anzi, con ogni probabilità, il pubblico dovrebbe aborrirlo. Eppure, nello stesso modo in cui Riccardo III gradualmente riesce ad eludere la tua disapprovazione, Alex ti trascina dentro la sua visione della vita. La storia produce questo effetto, che è per la mente del pubblico l'illuminazione artistica più piacevole e sorprendente. [...] Alex simbolizza l'uomo nel suo stato naturale, lo stato in cui sarebbe se la società non gli avesse imposto i suoi processi civilizzanti.<ref name=arancia/>.
*E'È necessario che l'uomo possa scegliere tra bene e male e che ci sia il caso in cui egli scelga il male. Privarlo di questa possibilità di scelta, significa renderlo qualcosa di inferiore all'umano - un'arancia meccanica appunto.<ref name=tempi>Dall’intervistaDall'intervista di Philip Strick e Penelope Houston, [http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1972moderntimes.html ''Tempi moderni: un'intervista con Stanley Kubrick''], ''Sight & Sound'', primavera 1972; in ''[http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1972moderntimes.html ArchivioKubrick.it]''.</ref>.
*Ho imparato molto di più vedendo film che leggendo pesanti tomi sull’esteticasull'estetica del cinema. La migliore educazione a fare film è farne uno.<ref>Dall’intervistaDall'intervista a ''Time'' del 15 dicembre 1975; citato in [[Enrico Ghezzi]], ''Stanley Kubrick'', Editrice Il Castoro e ''[[Ll'Unità]]'', 1995.</ref>.
*I [[Critico|critici]] ti stanno sempre alla gola o ai piedi.<ref>Citato in John Baxter, ''Stanley Kubrick. A biography''.</ref>
:''They're either at your throat or they're at your feet.''<ref>{{en}} Citato in Michael Herr, ''Kubrick'', Grove Press, 2000, [https://books.google.it/books?id=1f5FeRYzQwQC&pg=PA74&lpg=PA74 p. 74]. ISBN 0802138187</ref>
*I [[film]] trattano di emozioni e rispecchiano la frammentarietà dell'esperienza. Quindi è fuorviante cercare di sintetizzare a parole il significato di un film.<ref>La guerra di indipendenza di Hollywood di Colin Young "1959" pubblicato su "Film Quarterly".</ref>
*I giovani che fanno il servizio militare in realtà si credono ancora immortali. Non conoscono la paura della morte. Essa quindi non costituisce minimamente un problema. Di che cosa si tratti effettivamente lo dice il sergente nella parte conclusiva del film{{NDR|''[[Full Metal Jacket]]''}}: "I soldati del corpo dei Marines muoiono, essi esistono per questo. Ma il corpo dei Marines vivrà per sempre". In questa maniera vende loro un'immortalità a basso prezzo<ref name=archivio/>.
:''Films deal with the emotions and reflect the fragmentation of experience. It is thus misleading to try to sum up the meaning of a film verbally.''<ref>{{en}} Citato in Colin Young, ''The Hollywood War of Independence'', ''Film Quarterly'', Vol. 12, N. 3, Spring, 1959; riportato in ''[http://www.archiviokubrick.it/english/words/interviews/1959independence.html ArchivioKubrick.it]''.</ref>
*I giovani che fanno il servizio militare in realtà si credono ancora immortali. Non conoscono la paura della morte. Essa quindi non costituisce minimamente un problema. Di che cosa si tratti effettivamente lo dice il sergente nella parte conclusiva del film{{NDR|''[[Full Metal Jacket]]''}}: "I soldati del corpo dei Marines muoiono, essi esistono per questo. Ma il corpo dei Marines vivrà per sempre". In questa maniera vende loro un'immortalità a basso prezzo.<ref name=archivio/>.
*Io non credo vi sia un collegamento vero e proprio tra [[violenza]] nei film e società, ma ipoteticamente ce ne potrebbe essere uno. Se dovesse essercene uno, direi che l'unico tipo di violenza che potrebbe causare lo stimolo di emulazione sarebbe la violenza "divertente": quella violenza che troviamo nei film di James Bond o nei cartoni di ''[[Tom & Jerry]]''. Violenza irrealistica, violenza salutare, violenza presentata come scherzo. Questa è l'unica forma di violenza che potrebbe stimolare il desiderio di copiarla, ma io sono convinto del fatto che neanche questo tipo di violenza produca effetti sulla società. Ci potrebbero essere anche argomenti a favore della tesi che un qualsiasi tipo di violenza rappresentata nei film espleti una funzione socialmente utile, permettendo agli individui di liberarsi di quei sentimenti aggressivi che sono rinchiusi nel subconscio e meglio espressi nel sogno, o nello stato onirico a cui il guardare un film conduce, più di qualsiasi altra sublimazione o forma di realtà.<ref name=tempi/>
*La [[Guerra del Vietnam]] è stata la prima guerra che negli Usa è stata condotta soprattutto come una campagna pubblicitaria. La manipolazione della verità attraverso i mezzi di comunicazione di massa e del governo fu uno degli obiettivi di questa campagna. Ciò ha condotto al fatto che l'opinione pubblica americana ha avuto un'immagine falsa e manipolata durante l'intera guerra. Questa campagna indusse i soldati a mentire di continuo e per tutto il corso della guerra il numero dei nemici uccisi venne esagerato. Venivano celebrate delle vittorie, quando queste vittorie erano impossibili. Ma per ironia della sorte la guerra venne persa anche sul piano dei media perché fin dall'inizio la guerra del Vietnam è stata una guerra di Public Relations, una guerra che anche i PR persero. [...] I Vietcong pensavano che sarebbe bastato recarsi in quei luoghi e ci sarebbero state rivolte. Non successe nulla di tutto ciò. L'offensiva fu così un errore. Ma i Vietcong non avevano preso in considerazione lo shock che aveva subito l'opinione pubblica americana per la perdita subita in termini di capacità di lotta dal suo esercito. Dopo che per anni erano stati bombardati di false ed esagerate notizie di vittorie, gli americani a casa non si aspettavano un'offensiva del nemico. E così si verificò ironicamente che la disfatta dei Vietcong si trasformò in una loro vittoria psicologica.<ref name=archivio/>.
*Non sono mai stato sicuro che la morale della storia di [[Icaro]] dovesse essere: "Non tentare di volare troppo in alto", come viene intesa in genere, e mi sono chiesto se non si potesse interpretarla invece in un modo diverso: "Dimentica la cera e le piume, e costruisci ali più solide".<ref>Citato in Michel Ciment, ''Kubrick''.</ref>
:''I've never been certain whether the moral of the Icarus story should only be, as is generally accepted, "don't try to fly too high," or whether it might also be thought of as "forget the wax and feathers, and do a better job on the wings."''<ref>Citato in James Naremore e British Film Institute, ''On Kubrick'', British Film Institute, 2007, pp. 23-24. ISBN 1844571424</ref>
*Odio{{NDR|Riferito cheall'ambiguità miin si''[[2001: chiedaOdissea dinello spiegarespazio]]''}} comeIn "funziona"ogni il filmcaso, cosaquando avevo in mente e così via. Dal momento checi si muove su un livello "non-verbale", l'ambiguità è inevitabile. Ma è l'ambiguità di ogni arte, di un bel pezzo musicale o di un dipinto. "SpiegarliSpiegare" non ha senso, ha solo un superficiale significato "culturale" buono per i critici e gli insegnanti che devono guadagnarsi da vivere.<ref>Citato in Stanley Kubrick – Il Castoro Cinema.</ref>
:''In any case, once you're dealing on a nonverbal level, ambiguity is unavoidable. But it's the ambiguity of all art, of a fine piece of music or a painting'' [...]. ''"Explaining" them contributes nothing but a superficial ""cultural" value which has no value except for critics and teachers who have to earn a living.''<ref>Dall'intervista di Joseph Gelmins; in ''The Film Director as Superstar Doubleday and Company'', Garden City, New York, 1970; riportata in ''[http://www.archiviokubrick.it/english/words/interviews/1970superstar.html ArchivioKubrick.it]''.</ref>
*{{NDR|Su ''[[2001: Odissea nello spazio]]''}} Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico e allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio.<ref>Citato in Paolo Mereghetti, ''Il Mereghetti: dizionario dei film 2004'', Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2003, p. 749-750. ISBN 88-8490-419-6</ref>
*Sì, Ermey interpreta sé stesso{{NDR|L'attore Ronald Lee Ermey di ''[[Full Metal Jacket]]'' aveva lavorato come agente istruttore a Parris Island}}. E'È un colpo di fortuna, quasi un miracolo trovare qualcuno che sa recitare così bene e in più non recita che sé stesso. Anche queste sono cose che succedono una volta sola nella vita.<ref name=archivio>Dall’intervistaDall'intervista di Hellmuth Karasek, [http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1989karasek.html ''La guerra: la più potente fantasia maschile''], ''Der Spiegel'', 1987; riportata in ''[http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1989karasek.html ArchivioKubrick.it]''.</ref>.
*{{NDR|In risposta alla domanda sulla reazione dell’attoredell'attore ed ex-militare R. Lee Ermey di fronte al modo con cui il suo personaggio era stato rappresentato in ''[[Full Metal Jacket]]''}}Si è piaciuto. Una cosa deve essere ben chiara: se una persona decide di diventare istruttore presso i Marines, non lo farà per motivi umanitari o perché si tratta di una persona particolarmente raffinata o sensibile. Una persona meschina non è certo animata da bonomia né tanto meno da interessi sociologici. Credo d'altra parte che al mondo ci siano pochissimi eserciti che formano le loro truppe diversamente, con particolare sensibilità.<ref name=archivio/>.
*Sfortunatamente, il tasso di mortalità infantile tra le civiltà emergenti e nell’universonell'universo potrebbe essere molto alto. Non che la cosa possa preoccupare o disturbare altri che noi, la distruzione di questo pianeta sarebbe insignificante, in prospettiva cosmica: per un osservatore sito nella nebulosa di Andromeda, il segno della nostra estinzione non sarebbe più appariscente di un fiammifero che si accende per un secondo nel cielo; se quel fiammifero fiammeggerà nel buio, non ci sarà nessuno a piangere una razza che usò il potere che avrebbe potuto mandare un segnale di luce verso le stelle per illuminare la sua pira di morte.<ref>Dall’intervistaDall'intervista di E. Norden, Playboy, 1968; citato in [[Enrico Ghezzi]], ''Stanley Kubrick'', Editrice Il Castoro e ''[[L'Unità]]'', 1995.</ref>.
*Una delle fallacità più pericolose che ha influenzato molti ragionamenti politici e filosofici è che l'[[uomo]] sia essenzialmente buono e che sia la società a renderlo cattivo. [...] [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] ha trasferito il peccato originale dall'uomo alla [[società]] e questa visione ha contribuito in modo rilevante a quella che io ritengo sia una premessa incorretta su cui basare una filosofia politica e morale.<ref name=arancia>Dall’intervistaDall'intervista di Bernard Weinraub, [http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1972clockworktick.html ''Kubrick spiega la meccanica dell'arancia''], ''The New York Time'', 4 gennaio 1972; riportata in ''[http://www.archiviokubrick.it/parole/interviste/1972clockworktick.html ArchivioKubrick.it]''.</ref>.
 
==Citazioni su Stanley Kubrick==