Gino Bonichi: differenze tra le versioni

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===Citato in di ''Historia, Mensile illustrato di Storia, Anno VII – N. 66 – Milano – Maggio 1963''===
*Giorni e mesi tremendi sono passati guardati da me su pareti bianche che si schiarivano e si scurivano sconfinando; abbandonato alla passività più completa ma non indifferente; vagando sui rami di un cedro che non faceva mai rumore, visto nello spazio della finestra... (p. 57)
*Ora dovrei parlarti della mia solitudine. Anche tu conosci questa bestia: essa inaridisce il cuore, sa scavare, come una talpa, e come essa ha il pelo morbidissimo impalpabile, ed è del suo stesso colore, grigia. Tutti i grigi che vanno verso l'azzurro e tutti i grigi sordi misteriosi che vanno verso il rosso. Annientare, distruggere: non è la mia età. Io voglio fermare i miei occhi, le mie mani e non vagare. Voglio far uscire dalle mie mani le cose di cui il mio cuore è stato pieno. Voglio stringere, non carezzare.<br />Voglio, forse avrei dovuto scrivere, vorrei, perché infine non faccio che rivoltarmi in questo spazio e l'infinito è grande come un lenzuolo. In esso ci si riposa: è un morire... (p. 57)
*Se tu dici ad un uomo: dormi seduto, quando da innumerevoli e infinite generazioni l'uomo ha dormito sdraiato, non è cosa facile ad ottenere senza indicibile strazio. Per di più con la febbre e un'agitazione nel corpo che mi rende ardente. Naturalmente se mi sdraio mi sembra di soffocare. Altra congestione, se congestioni sono: altro periodo febbrile. Respiro con difficoltà e sono costretto a stare su una pila di cuscini e naturalmente a non dormire. Scipione non ti darà che cattive notizie. (p. 58)
*... Il Sanatorio mi ha inghiottito con le verande spalancate su la valle e riducendomi un cencio. Tu non sai come ti annulla, come ti fa scomparire. In verità sei sepolto... ma sotto la lana. Pensa a tutta l'eternità sotto la lana, fra le coperte. Che altra nobiltà nelle mummie con le loro bende di lini, bagnate di resina. Il viaggio, uno strapazzo; ma non fa nulla. Quassù l'aria è fina e vedremo che succede. L'aria è come una spada sottile di elastico: entra per le nari, per la bocca, tocca e si ritira... (p. 59)
*Sento che qui lavorerò. Sento che qui Dio mi è più vicino. Una volta vedevo i monti come scenario, adesso li amo... In tutta la mia persona c'è ancora tanta vita e il mio pensiero è ancora capace di pensare all'avvenire. Sono un albero duro da abbattere, benché sia vuoto come certi ulivi... Tutte le mie fibre devono stringersi e saldarsi per andare solo in una direzione. Ma questo avverrà con l'aiuto di Dio... (p. 59)
*''Sento gli strilli degli angioli | che vogliono la mia salvezza, | ma la saliva è dolce | e il sangue corre a peccare. | L'aria è ferma, | tutto è rosa come la carne; | se pervade beatitudine | bisogna rompere e cadere. | Il sole entra nel mio petto{{sic|.}} | come in una canestra | e io mi sento {{sic|voto}}, | la mano si stacca da terra, | tocca l'aria, la luce, la carne. | La lancia si sprofonda nelle reni della cavalla | che corre — e urla con la testa nel cielo.'' (p. 60)
*''Andavo ad appostarmi sulla strada della montagna | m'arrampicavo pei boschi pieno di trepidazione | e mi rannicchiavo ricolmo d'ansietà ad aspettare. | Sentivo i gridi dei paoni. | Una notte il pensiero della via mi prese. | Salii salii — e gli alberi e i sassi | uscivano dal buio | quando fui in agguato. | La via bianca era come una benda | sui miei occhi. | Udii rumore di verde vicino: | apparve un cavallo nero | guardò intorno e scese lentamente | immergendosi nel bianco | poi nitrì | e il suo grido scese come un brivido sulla montagna. | Stette immobile a subirne l'eco | e fuggì via.'' (p. 60)