Silvio D'Arzo: differenze tra le versioni

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*«Niente fretta. Niente fretta, – dicevo. – La [[domenica]] vien dopo sei giorni. E è per questo che la chiamano festa.» (cap. 8, p. 26)
*Vengono delle idee, certe volte.<br>Mi guardai un po' d'intorno. Stava per venire la morta stagione, gli sterpi secchi, le passere uccise dal freddo, la notte che arriva alle sei, i fossi ghiacciati, i vecchi che se ne muoiono in fila e la Melìde li cuce dentro il lenzuolo e io li porto al cimitero di monte, e i bambini che per l'intera stagione se ne stanno dentro le stalle a scaldarsi col fiato dei muli... Un inverno di cinque o sei mesi. E lei cosa avrebbe fatto, la vecchia?<br>Nelle ossa sentivo l'inverno vicino. Guardai un momento le nuvole che adesso eran più grandi di un prato, e poi mi avviai alla parrocchia. Le nuvole mi venivano dietro. Sempre dietro, come se qualcosa sapessero. Vengono delle idee, certe volte.<br>Ma che altro potevo fare, mi dite? (cap. 13, p. 46)
 
====[[Explicit]]====
C'è quassù una cert'ora. I calanchi ed i boschi e i sentieri ed i prati dei pascoli si fanno color ruggine vecchia, e poi viola, e poi blu: nel primo buio le don. ne se ne stanno a soffiar sui fornelli chine sopra il gradino di casa, e i campanacci di bronzo arrivan chiari lì giù fino a borgo. Le capre s'affacciano agli usci con degli occhi che sembrano i nostri.<br>Allora mi vien sempre di più da pensare ch'è ormai ora di preparare le valige per me e senza chiasso partir verso casa. Credo d'avere anche il biglietto.<br>Tutto questo è piuttosto monotono, no?
 
===''Due vecchi''===
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*A sinistra, lontano, s'alzava un'alba color neve sporca: l'ora in cui agli angoli delle vie e contro i vetri, assieme agli insetti morti e alle bestiole distrattamente uccise nel buio e alle spazzature e ai rifiuti, si va raccogliendo tutto il [[grigio]] carico d'infamie, d'indifferenze, di stanchezza, di disperazione, di compromessi ed oblii di un'intera giornata nel mondo. (p. 92)
*Non ci andai. E tre giorni più tardi, quando lo rividi a un trenta passi da me con quella sua aria un po' oscena, non desiderai che sparirgli davanti, e imbucai il primo viottolo. E così il giorno dopo. E così anche oggi, che c'è passato di mezzo qualcosa come un tre anni e anche più. E così prevedo che dovrà essere sempre, fino a quando non verremo ancora a trovarci, in un'alba color di neve sporca, dopo una festa paesana, amici testimoni di un mondo privo di pietà, di memoria e speranza.<br>Tutto questo è piuttosto ridicolo, no? (p. 93)
 
===[[Explicit]]===
C'è quassù una cert'ora. I calanchi ed i boschi e i sentieri ed i prati dei pascoli si fanno color ruggine vecchia, e poi viola, e poi blu: nel primo buio le don. ne se ne stanno a soffiar sui fornelli chine sopra il gradino di casa, e i campanacci di bronzo arrivan chiari lì giù fino a borgo. Le capre s'affacciano agli usci con degli occhi che sembrano i nostri.<br>Allora mi vien sempre di più da pensare ch'è ormai ora di preparare le valige per me e senza chiasso partir verso casa. Credo d'avere anche il biglietto.<br>Tutto questo è piuttosto monotono, no?
 
==Note==