Ennio Flaiano: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m varie in citazioni
m varie in citazioni
Riga 6:
*Adesso che mi ci fai pensare, mi domando anch'io che cosa ho conservato di abruzzese e debbo dire, ahimè, tutto; cioè l'orgoglio di esserlo che mi riviene in gola quando meno me l'aspetto, per esempio quest'estate in Canada, parlando con alcuni abruzzesi della comunità di Montreal, gente straordinaria e fedele al ricordo della loro terra. Un orgoglio che ha le sue relative lacerazioni e ambivalenze di sentimenti verso tutto ciò che è [[Abruzzo]]. Questo dovrebbe spiegarti il mio ritardo nel risponderti; e questo ti dice che sono nato a [[Pescara]] per caso: c'era nato anche mio padre e mia madre veniva da Cappelle sul Tavo. I nonni paterni e materni anche essi del Teramano, mia madre era fiera del paese di sua madre, Montepagano, che io ho visto una sola volta di sfuggita, in automobile, come facciamo noi, poveri viaggiatori d'oggi... Tra i dati positivi della mia eredità abruzzese metto anche la tolleranza, la pietà cristiana (nelle campagne un uomo è ancora ''nu cristiane''), la benevolenza dell'umore, la semplicità, la franchezza nelle amicizie; e cioè quel sempre fermarmi alla prima impressione e non cambiare poi il giudizio sulle persone, accettandole come sono, riconoscendo i loro difetti come miei, anzi nei loro difetti i miei. Quel senso ospitale che è in noi, un po' dovuto alla conformazione di una terra isolata, diciamo addirittura un'isola (nel ''Decamerone'', [[Giovanni Boccaccio|Boccaccio]] cita una sola volta l'[[Abruzzo]], come regione remota: «Gli è più lontano che Abruzzi»); un'isola schiacciata tra un mare esemplare e due montagne che non è possibile ignorare, monumentali e libere: se ci pensi bene, il [[Gran Sasso]] e la [[Majella]] son le nostre basiliche, che si fronteggiano in un dialogo molto riuscito e complementare... Bisogna prenderci come siamo, gente rimasta di confine (a quale stato o nazione? O, forse, a quale tempo?), con una sola morale: il lavoro. E con le nostre Madonne vestite a lutto e le sette spade dei sette dolori ben confitte nel seno. Amico, dell'Abruzzo conosco poco, quel poco che ho nel sangue.<ref>Da una lettera citata in Pasquale Scarpitti, ''Disincanto'', Sarus, Teramo, 1972.</ref>
*È probabile che un giorno il successo convincerà [[Carmelo Bene]] di aver sbagliato tutto. Il successo può arrivare fatalmente, in una "civiltà di consumi" che adotta e riconosce con furia come proprie, le novità che appena ieri riteneva aliene e sovvertitrici. (6 aprile 1967)<ref>Da ''Lo spettatore addormentato'', Adelphi, Milano, 1983; citato in Carmelo Bene, ''Opere. {{small|Con l'Autografia d'un ritratto}}'', Bompiani, Milano, p. 1399.</ref>
*{{NDR|Sui filosofi [[Marxismo|marxisti]]}} Il Platone d'esecuzione.<ref name=satirainitalia02>Gioco di parole fra [[Platone]], filosofo greco, e [[wikt:plotone|plotone]]. Da ''La Satira in Italia: {{small|dai latini ai nostri giorni}}'', Ediars, Pescara, 2002, p. 101.</ref>
*Io credo nella necessità di una certa follia [...] [[Carmelo Bene]] mette nel suo amore per il teatro una notevole mancanza di raziocinio, ed è per questo che i suoi spettacoli, persino al limite dell'indignazione, hanno qualcosa di impensabile e di affascinante. [...] C'è insomma in Carmelo Bene, una volta avviato il giuoco, quasi il proposito di soffocare le sue felici intuizioni nella ''routine'' del bizzarro [...] Detesto chi fa i baffi alla ''[[Gioconda]]'', ma non ho niente da dire a chi la prende a pugnalate. (15 marzo 1964)<ref>''Salomè di Carmelo Bene (da Oscar Wilde)''; citato in Carmelo Bene, ''Opere. {{small|Con l'Autografia d'un ritratto}}'', Bompiani, Milano, pp. 1386-1387.</ref>
*Io, quando leggo [[Gianni Brera|Brera]], non lo capisco.<ref>Citato in [[Marco Pastonesi]] e Giorgio Terruzzi, ''Palla lunga e pedalare'', Dalai Editore, Milano, 1992, p. 42, ISBN 88-8598-826-2</ref>
*L'[[Italia]] è un paese dove sono accampati gli italiani.<ref>Citato in ''Corriere della Sera'', 26 maggio 2009.</ref>
*L'uomo è un animale pensante, e quando [[Pensiero|pensa]] non può essere che in alto. È questa la mia fede. Forse l'unica. Ma mi basta per seguire ancora con curiosità lo spettacolo del mondo.<ref>Citato in [[Italo Alighiero Chiusano]], ''Intervista con Flaiano'', in «Il Dramma», n. 7-8, 1972.</ref>
*La [[parola]] serve a nascondere il [[pensiero]], il pensiero a nascondere la [[verità]]. E la verità fulmina chi osa guardarla in faccia. (da<ref>Da ''Un marziano a Roma''<ref>. Citato in Filippo Grassia, ''[http://www.ilgiornale.it/news/lippi-non-ha-dubbi-l-inter-chiude-col-siena-e-poi-io-vado.html Lippi non ha dubbi: l'Inter chiude col Siena. E poi io vado all'estero]'', ''Il Giornale.it'', 11 maggio 2008.</ref>)
*La [[stupidità]] ha fatto progressi enormi. È un sole che non si può più guardare fissamente. Grazie ai mezzi di comunicazione, non è più nemmeno la stessa, si nutre di altri miti, si vende moltissimo, ha ridicolizzato il buon senso, spande il terrore intorno a sé. (da<ref>Da ''Ombre grigie'', elzeviro sul ''Corriere della sera'', 13 marzo 1969)<ref>Riportato; riportato anche in ''La solitudine del satiro''.</ref>
*Oggi il [[Stupidità|cretino]] è pieno di idee.<ref name=satirainitalia02>Da ''La Satira in Italia: {{small|dai latini ai nostri giorni}}'', Ediars, Pescara, 2002, p. 101.</ref>
*Prendete una tela, laceratela, lavatela, mettetela ad asciugare in una galleria assieme a un cane. Un critico vi spiegherà perché l'avete fatto, e che cosa avete fatto. Legate vostra madre a una catena, denudatela, aspettate i fotografi. Se vostra madre piange o protesta, chiamate il critico di turno. Le spiegherà che sta lavorando per la liberazione della donna. Se qualcuno lega voi a una catena e vi denuda, non allarmatevi. State lavorando per la libertà del terzo mondo o per la vostra stessa dignità.<ref>Da ''Corriere della Sera'', 28 ottobre 1972.</ref>
*Se i popoli si conoscessero meglio, si odierebbe­ro di più.<ref>Da <!--Ennio Flaiano, -->''Opere'', Bompiani, Milano, 2001, [https://books.google.it/books?id=pk3yAAAAMAAJ&q=%22Se+i+popoli+si+conoscessero+meglio,+si+odierebbero+di+più.%22 p. 438].</ref>
*{{NDR|... [[Giuseppe Patroni Griffi]]}} Sese la prende col pubblico di "malpensanti" che va a vedere gli spettacoli di [[Carmelo Bene]] nella speranza di assistere ad uno scandalo, come se per assistere ad uno scandalo, in questo paese, sia indispensabile andare a teatro. (19 aprile 1964)<ref>Citato in Carmelo Bene, ''Opere,. con{{small|Con l'Autografia d'un ritratto}}'', Bompiani, Milano, p. 1389.</ref>
*Si sono visti registi e autori dedicarsi a colpi di mano e azioni da commandos per trafugare e trasportare un film, mettendo a repentaglio anche i loro yachts personali [...]. Affinché la protesta fosse totale, costoro hanno chiesto e ottenuto l'adesione dei metalmeccanici. [...] Rileggevo giorni fa Machiavelli e di colpo ho avuto questa modesta illuminazione: non sono gli italiani che vanno verso "la sinistra", è la sinistra che va verso gli italiani, i quali sono inamovibili come la montagna di Maometto. Essi faranno la sinistra a loro immagine e somiglianza. Cioè, molto elegante.<ref>Da ''Corriere della Sera'', 3 settembre 1972.</ref>
*Tuttavia [[Roma]] è la mia città. Talvolta posso odiarla, soprattutto da quando è diventata l'enorme garage del ceto medio d'Italia. Ma Roma è inconoscibile, si rivela col tempo e non del tutto. Ha un'estrema riserva di mistero e ancora qualche oasi.<ref name=Fiera>Citato in ''La Fiera Letteraria'' p. 21, n. 5, 14 marzo 1971.</ref>
Riga 284:
==Altri progetti==
{{Interprogetto}}
 
===Opere===
{{Pedia|Tempo di uccidere||(1947)}}