Baltasar Gracián: differenze tra le versioni

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*Quando le nostre parole e le nostre azioni piacciono a tutti, bisognerà preoccuparsi, perché sarà indice che non son buone: la [[perfezione]], infatti, può piacere soltanto a pochi. (da ''Ragionare qualche volta in modo originale e fuor del comune'', p. 145)
*Ci sono uomini che ascoltano sempre l'ultimo che parla; e questo è il colmo dell'[[stupidità|insipienza]] (da ''Non accettare l'ultimo parere'', p. 147)
*Le cose, per essere [[stima|stimate]], debbono costare; chi non sarà inteso troppo facilmente, sarà da tutti celebrato. (da ''Non avvilirsi troppo nel concetto'', p. 149)
*Non c'è nulla che non abbia il suo diritto e il suo rovescio. La più favorevole delle cose, se la si prende per il taglio, farà male; e all'opposto, a prender per l'impugnatura anche la più ripugnante, la si potrà usar per difesa. (da ''Saper prender bene le cose'', p. 135)
*L'idolo non si vorrebbe mai vedere dinanzi lo scultore che lo ha fatto, né chi ha un debito di [[riconoscenza]] vuol avere il benefattore sempre dinanzi agli occhi. (da ''Saper fare il bene'', p. 150)
*Una buona pasta per i denti profuma la bocca; gran sottigliezza della vita è saper vendere l'aria. (da ''Parole di seta e dolcezza di carattere'', p. 155)
*Se tutti affermano una cosa, o è [[verità|vera]] o vuol diventar tale. (da ''Non esser l'unico a condannare quel che a tutti piace'', p. 157)
*Chi poco [[conoscenza|sa]], vada sempre per la strada maestra [...]. (da ''Chi poco sa, s'attenga sempre a ciò che è più sicuro in ogni affermazione'', p. 157)
*Si dice che di sette in sette anni l'indole muta<ref>Secondo [[Solone]] la vita si rinnova in cicli di sette anni. {{cfr}} più dettagliatamente ''Oracolo manuale e arte di prudenza'', nota a p. 159.</ref>; se così è, bisogna avvalersene per migliorare il gusto e dargli rilievo. [...] Si potrà essere pavone a vent'anni, leone a trenta, cammello a quaranta, astuto serpe a cinquanta, cane ringhioso ai settanta, e nulla, infine, agli ottanta. (da ''Saper rinnovare il proprio carattere ricorrendo alla natura e all'arte'', pp. 159-160)