Ugo Enrico Paoli: differenze tra le versioni

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*I romani antichi lasciavan crescer liberamente capelli, barba e baffi; erano maestosi ed orridi [...] Solo col secondo secolo a. C. cominciò a diffondersi l'uso di farsi i capelli e di radersi la barba. (''Vita romana'', Capitolo 7, ''Barba e capelli'', p. 97)
 
*A differenza dei Greci che tenevano le loro donne chiuse in casa e, se liberi dagli affari, non passavano il tempo in famiglia [...] i Romani sentirono profondamente l'attrattiva della vita domestica. È questo uno dei lati più caratteristici della loro civiltà, e tale che avvicina i Romani ai costumi e ai sentimenti dell'età nostra. (''Vita romana'', Capitolo 8, ''La donna nella famiglia romana'', p. 101)
 
*E anche a Roma si ballava. Le antiche danze italiche consistevano in un tripudiar pesante, che aveva qualcosa di solenne e di marziale. Si batteva la terra coi piedi in un ritmo di tre tempi. Era più un saltar che un danzare; quelle forme di ballo infatti erano indicate con la parola ''saltatio'', e rimasero in onore nel rito di alcuni ordini sacerdotali e nel volgo campagnolo in giorni di festa. Sulla fine del II secolo a. C. la cultura greca introdusse in Roma forme di danze più molli: nell'alta società si danzava alla greca. Ma danzavano solo le donne e i fanciulli. Non era ammesso che un uomo serio danzasse: l'epiteto di «ballerino» (''cinaedus'') era il più vituperoso epiteto con cui si potesse ingiuriare un uomo maschio... (''Vita romana'', Capitolo 20, ''Divertimenti e svaghi di piccini e grandi'', p. 209)