Fabio Cusin: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Citazioni: L'entrata in guerra (10 giugno 1940) |
→Citazioni: Secolo XIV, altro (eliminato il titolo del capitolo prima della citazione (presente nella nota) |
||
Riga 6:
===Citazioni===
*
*Nel secolo XIV la nazione italiana vive intensamente la sua conquistata maturità e l'individuo, trascinato nelle correnti mondane a cui invano cerca di contrapporre l'ascetismo cristiano, si sofferma con compiacenza intorno alle proprie fantasie e ai propri sogni. Le aspirazioni individualistiche offrono un rifugio contro le durezze della realtà. [...] La poesia e l'arte, considerate sino allora missione dell'uomo e mezzo per propugnare una verità, divengono soltanto espressione del proprio stato d'animo e fine a se stesse. (''Parte prima. Il passato'', Capitolo IV, ''La signoria e la concezione letteraria della vita'', p. 22)
*Con la Controriforma il costume sociale italiano entra quale regola di coscienza, quale paradigma di vita. L'individuo, con le sue preoccupazioni, col proprio spirito tormentato, con le proprie aspirazioni morali, con le angosce tra colpa e redenzione, rimane isolato. Non gli è lecito vivere la vita interiore della propria anima, come non gli è lecito parlare liberamente della propria patria. Quando avanza dubbi in proposito e cerca un conforto nella comprensione degli uomini gli succede, come avvenne a [[Torquato Tasso]], di sentirsi opporre un precetto pratico alle ambasce dell'animo. (''Parte prima. Il passato'', Capitolo VI, ''Il principato e il conformismo'', p. 55)
*
*Ma la manifestazione precipua del carattere ufficiale e ufficioso della cultura italiana nell'età del fascismo è consegnato in un più poderoso monumento: l'''Enciclopedia Treccani'', che rappresenta il più perfetto commento storico di un compromesso inconclusivo. [...] Le brillanti sintesi, di cui talune di ottima penna, specialmente nel campo delle scienze morali, rappresentano spesso definizioni di posizioni critiche individuali [...] L'incapacità di illustrare lo scibile al profano è chiara nelle voci scientifiche in cui si parla il linguaggio ermetico del tecnico che, data la natura sintetica delle voci, non è possibile spiegare. (''Parte seconda. La società italiana e il fascismo'', Capitolo IX, ''Lo stile dei dominatori e il costume di un popolo'', pp. 327-28)
|