Fabio Cusin: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
* Il peso della personalità di questo poeta {{NDR|Dante}} nella nostra storia morale impressionò sempre quanti hanno meditato la storia d'Italia. Pare che in lui si riassuma il problema etico-politico della vita italiana. In una nazione che si piegherà ad ogni convenienza egli è il grande eterno ribelle che, dopo aver invano lottato per ricondurre la giustizia tra il suo popolo, compiere la vendetta sui colpevoli e promuovere la pace tra i concittadini, evade nell'oltretomba, nel mondo della giustizia assoluta a chiedere l'estrema giustificazione per il suo mondo sociale e per lui stesso uomo. [...] nella catarsi dell'anima dantesca sembra siano contenute tutte le ulteriori esperienze della tragica vita della nazione. (''Parte prima. Il passato'', Capitolo III, ''Autorità ed eresia'', ppp. 18-19)
 
*Con la Controriforma il costume sociale italiano entra quale regola di coscienza, quale paradigma di vita. L'individuo, con le sue preoccupazioni, col proprio spirito tormentato, con le proprie aspirazioni morali, con le angosce tra colpa e redenzione, rimane isolato. Non gli è lecito vivere la vita interiore della propria anima, come non gli è lecito parlare liberamente della propria patria. Quando avanza dubbi in proposito e cerca un conforto nella comprensione degli uomini gli succede, come avvenne a [[Torquato Tasso]], di sentirsi opporre un precetto pratico alle ambasce dell'animo. (''Parte prima. Il passato'', Capitolo VI, ''Il principato e il conformismo'', p. 55)
 
*Il Capo<br>Per svolgere un'azione politica non c'è sempre bisogno di una idea, ma c'è sempre invece bisogno di un capo, soprattutto di un capo deciso ad agire e a trionfare a qualsiasi costo. In Italia, paese tendenzialmente abulico ed inerte, non erano mai mancati uomini pronti a sobbarcarsi anche per gli altri. Tra i tanti disposti a questa impresa, rifulse allora un vivace combinatore di concetti e di parole {{NDR|Benito Mussolini}}, efficacissimo oratore, polemista passionale e uomo deciso a portare nella vita pratica tutto l'ardore della sua anima insaziabile; a completare le quali attitudini possedeva una sensibilità umana ed artistica mediocrissima, nonché un'indomabile ammirazione di sé, aggiunte a una disonestà morale e a una faccia tosta a tutta prova. (''Parte seconda. La società italiana e il fascismo'', Capitolo III, ''Il Capo'', p. 173)
 
*Ma la manifestazione precipua del carattere ufficiale e ufficioso della cultura italiana nell'età del fascismo è consegnato in un più poderoso monumento: l'''Enciclopedia Treccani'', che rappresenta il più perfetto commento storico di un compromesso inconclusivo. [...] Le brillanti sintesi, di cui talune di ottima penna, specialmente nel campo delle scienze morali, rappresentano spesso definizioni di posizioni critiche individuali [...] L'incapacità di illustrare lo scibile al profano è chiara nelle voci scientifiche in cui si parla il linguaggio ermetico del tecnico che, data la natura sintetica delle voci, non è possibile spiegare. (''Parte seconda. La società italiana e il fascismo'', Capitolo IX, ''Lo stile dei dominatori e il costume di un popolo'', pp. 327-28)
 
==Citazioni su Fabio Cusin==