Tito Livio: differenze tra le versioni

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*Autore fra i più illustri per eloquenza e per attendibilità, esaltò con tanto entusiasmo Pompeo che Augusto lo chiamava ''Pompeiano''.<!--Titus Livius, eloquentiae ac fidei praeclarus in primis, Cn. Pompeium tantis laudibus tulit ut Pompeianum eum Augustus appellaret.--> ([[Publio Cornelio Tacito]])
*Certo, Livio è storico artista, ma non si può, in base a questa formula, vedere in ogni mutamento rispetto al testo polibiano un mutamento fatto per fini esclusivamente stilistico-letterari. A volte la veste letteraria non è solo fine ma anche mezzo per valorizzare un fatto a danno di un altro, taciuto o piegato a illustrare un esempio di più alta moralità.<br />Livio sottopone l'opera di Polibio – nelle parti, naturalmente, che gli sono fonte diretta – a un generale e minuto processo di elaborazione che, andando al di là della traduzione come trasposizione linguistica, rispecchia profondamente le diversità di storia, di civiltà e di cultura del mondo greco e di quello romano. Ogni vera traduzione – si dirà – comporta una tale trasformazione. ([[Emilio Pianezzola]])
*Dice Tito Livio [...] che tutti insieme sono gagliardi, e, quando ciascuno poi comincia a pensare al proprio pericolo, diventa vile e debole.<br />Nessuna cosa essere più vana e più incostante che la moltitudine, così Tito Livio nostro, come tutti gli altri istorici, affermano. ([[Niccolò Machiavelli]])
*E in Tito Livio, scrittore meravigliosamene fluido, Asinio Pollione pensa che ci sia una certa dose di «patavinità». Perciò, se possibile, sia le parole tutte che la pronuncia odorino di uno che è cresciuto in questa città, di modo che il linguaggio sembri senz'altro romano, e non beneficato dalla concessione della cittadinanza. [...] ([[Marco Fabio Quintiliano]])
*Fa' ancora il nome di Tito Livio: ha, infatti, scritto anche dei dialoghi che si possono annoverare tra le opere di filosofia così come tra quelle di storia, e dei libri di argomento espressamente filosofico: cedo il passo anche a lui.<!--Nomina adhuc T. Livium; scripsit enim et dialogos, quos non magis philosophiae adnumerare possis quam historiae, et ex professo philosophiam continentis libros: huic quoque dabo locum.--> ([[Lucio Anneo Seneca]])