Carl Gustav Jung: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Carl Gustav Jung==
*Alla resa dei conti il fattore decisivo è sempre la coscienza, che è capace di intendere le manifestazioni dell'inconscio e di prendere posizione di fronte ad esse. (da ''Ricordi, sogni, riflessioni'')
*Allorché visitai l'antica pagoda di Turukalukundram (India meridionale), un Pandit locale mi spiego che gli [[Mandir|antichi templi]] erano intenzionalmente ricoperti all'esterno da cima a fondo da sculture oscene, per ricordare all'uomo comune la sua sessualità. Lo spirito, disse, è un grande pericolo, perché Yama (il dio dei morti) porta subito via con sé gli ''imperfecti'', se si prendono direttamente la via spirituale. Le raffigurazioni erotiche esistono per ricordare agli uomini il loro Dharma (legge), che impone l'adempimento delle norme comuni dell'esistenza. Soltanto dopo aver compiuto il [[Dharma]], essi possono accedere alla via spirituale. Le oscenità tendono a risvegliare la curiosità erotica dei visitatori del tempio, affinché non dimentichino il loro Dharma: altrimenti non lo realizzerebbero. Solo che è stato abilitato dal suo [[karma]] (il destino raggiunto tramite le opere compiute in precedenza) e chi è destinato allo spirito, può trascurare senza rischi questo ammonimento. E, poiché non avrà alcun senso per lui. Ecco perché all'ingresso del tempio vi sono le due seduttrici che invitano all'adempimento del Dharma: perché solo così l'uomo comune può raggiungere un superiore sviluppo spirituale. Poiché il tempio rappresenta il mondo intero, in esso sono riprodotte tutte le attività umane, e poiché la gente pensa più o meno sempre sesso, la maggior parte delle immagini del tempio sono di natura erotica. Per questo anche il ''lingam'' (fallo) sta nella cavità sacra dell'adyton (il ''sancta sanctorum''), nel ''garbha-grha'' ( recipiente del seme). Il Pandit era un seguace del [[tantra]]. (da ''Aion: ricerche sul simbolismo del Sé'', p. 207)
*{{NDR|Affermava di sentirsi diviso in due}} Da una parte il buon padre di famiglia e stimato medico, dall'altra una sorta di sciamano che lottava con i blocchi della coscienza. (citato<ref>Citato in ''Il venerdì di Repubblica'', 23 ottobre 2009).</ref>
*Distinguo quindi fra l'Io e il Sé, in quanto l'''[[Io]]'' è solo il soggetto della mia coscienza, mentre il ''Sé'' è il soggetto della mia psiche totale, quindi anche quella inconscia [...]. Nelle fantasie inconsce il Sé appare spesso come una personalità di grado superiore o ideale: così Faust in [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]] e Zarathustra in [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]]. (da ''Tipi psicologici'')
*È come se nel nostro inconscio ci fosse una profonda consapevolezza, basata unicamente su esperienze inconsce, che determinate cose nate in un preciso momento dell'anno sono dotate di qualità specifiche, così che, grazie a quella conoscenza empirica immagazzinata nel nostro inconscio, noi siamo sempre più o meno uniformati al tempo.<ref>Citato in Luciana Marinangeli, ''Risonanze celesti'', Marsilio, 2007, p. 187.</ref>
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*Non si può invertire il giro della ruota e tornare a credere per forza ciò «di cui si sa che non è». Ma si può provare a render conto del significato dei simboli. (citato in [[Piergiorgio Odifreddi]], ''Il Vangelo secondo la Scienza. Le religioni alla prova del nove'', Einaudi, 2008)
*Per ''Unus mundus'' G. Dorn intende il mondo potenziale del primo giorno della creazione dove nulla esiste ancora ''in actu'', cioè tra i Due e la pluralità, ma solamente nell'Uno. L'unità dell'uomo [...] significa ugualmente per Dorn la possibilità di produrre anche l'unità col mondo, non con la realtà multipla che vediamo, ma con un ''mondo potenziale'' che corrisponde al fondamento eterno di tutta l'esistenza empirica, tutto come se stesso e il fondamento e della sorgente originaria della personalità che comprende quest'ultimo nel passato, nel presente e nel futuro.<ref>Da ''Mysterium coniunctionis. Ricerche sulla separazione e composizione degli opposti psichici nell'alchimia'' (1955-56), II, VI, 9; in ''La Synchronicité, l'âme et la science'', Poiesis, 1995, p. 69. ISBN 978-2-226-07609-0</ref>
*Quando un fatto interiore non viene reso cosciente, si produce fuori, come destino. Ossia, quando il singolo rimane indiviso e non diventa cosciente del suo antagonismo interiore, il mondo deve per forza rappresentare quel conflitto e dividersi in due. (da ''Aion: ricerche sul simbolismo del Sé'', p. 67)
*Secondo me il primo dovere dello psicologo scientifico sta nel mantenersi aderente ai fatti vitali della psiche, nell'osservare con esattezza questi fatti, aprendosi in tal modo a quelle esperienze più profonde delle quali non ha assolutamente conoscenza. (da ''La psicologia dell'inconscio'', Newton Compton)
*Tutto ciò che ci irrita negli altri può portarci a [[conoscere se stessi|capire noi stessi]]. (citato in ''Selezione dal Reader's Digest'', Marzo 1985)
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Nel vasto ambito delle menomazioni psicopatiche, dal quale la scienza ha isolato i quadri clinici dell'[[epilessia]], dell'isteria e della nevrastenia, si trovano osservazioni sparse su taluni rari stati di coscienza sul cui significato gli autori non sono ancora d'accordo. Queste osservazioni compaiono sporadicamente nella letteratura sulla narcolessia, sulla letargia, ''l'automatisme ambulatoire'', l'amnesia periodica, gli stati sognanti patologici, la menzogna patologica, ecc.<br />
{{NDR|Carl Gustav Jung, ''Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti''; in ''Inconscio, occultismo e magia'', traduzione di Celso Balducci, Newton Compton editori, 1985}}
 
===Citazioni===
*Dunque, al tempo in cui la conobbi, S.W. conduceva una vita straordinariamente contraddittoria, una vera e propria «doppia» vita, con due personalità coesistenti, ovvero alternanti, ciascuna delle quali lottava per il sopravvento. Ora fornirò alcuni tra i particolari più interessanti delle sedute in ordine cronologico. (p. 66; 1985)
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*Solo un idealista e ottimista incorreggibile potrebbe immaginare la "totalità" della natura umana come "bella" senz'altro. Essa è piuttosto, se si vuol essere giusti, semplicemente una realtà di fatto che ha i suoi lati chiari e i suoi lati oscuri. La somma di tutti i colori è un grigio: chiaro su fondo scuro e scuro su fondo chiaro. (p. 139, 2011)
*Per ''relatività di Dio'' io intendo una concezione secondo la quale Dio non esiste come "assoluto" e cioè staccato dal soggetto umano e al di là di tutte le condizioni umane, ma in base alla quale egli in un certo senso dipende dal soggetto umano. [...] Per la nostra psicologia analitica, l'immagine di Dio è l'espressione simbolica di uno stato psichico o di una funzione caratterizzata dal fatto che essa si sovrappone assolutamente alla volontà cosciente del soggetto e può quindi imporre o rendere possibili atti e realizzazioni che la coscienza con i suoi sforzi non sarebbe in grado di attuare. Dio [...] è una funzione dell'inconscio, cioè la manifestazione di una quantità di libido divenuta autonoma, la quale ha attivato l'immagine di Dio. (p. 236, 2011)
 
==''Aion: ricerche sul simbolismo del Sé'' (1951)==
*Quando un fatto interiore non viene reso cosciente, si produce fuori, come destino. Ossia, quando il singolo rimane indiviso e non diventa cosciente del suo antagonismo interiore, il mondo deve per forza rappresentare quel conflitto e dividersi in due. (p. 67)
*Allorché visitai l'antica pagoda di Turukalukundram (India meridionale), un Pandit locale mi spiego che gli [[Mandir|antichi templi]] erano intenzionalmente ricoperti all'esterno da cima a fondo da sculture oscene, per ricordare all'uomo comune la sua sessualità. Lo spirito, disse, è un grande pericolo, perché Yama (il dio dei morti) porta subito via con sé gli ''imperfecti'', se si prendono direttamente la via spirituale. Le raffigurazioni erotiche esistono per ricordare agli uomini il loro Dharma (legge), che impone l'adempimento delle norme comuni dell'esistenza. Soltanto dopo aver compiuto il [[Dharma]], essi possono accedere alla via spirituale. Le oscenità tendono a risvegliare la curiosità erotica dei visitatori del tempio, affinché non dimentichino il loro Dharma: altrimenti non lo realizzerebbero. Solo che è stato abilitato dal suo [[karma]] (il destino raggiunto tramite le opere compiute in precedenza) e chi è destinato allo spirito, può trascurare senza rischi questo ammonimento. E, poiché non avrà alcun senso per lui. Ecco perché all'ingresso del tempio vi sono le due seduttrici che invitano all'adempimento del Dharma: perché solo così l'uomo comune può raggiungere un superiore sviluppo spirituale. Poiché il tempio rappresenta il mondo intero, in esso sono riprodotte tutte le attività umane, e poiché la gente pensa più o meno sempre sesso, la maggior parte delle immagini del tempio sono di natura erotica. Per questo anche il ''lingam'' (fallo) sta nella cavità sacra dell'adyton (il ''sancta sanctorum''), nel ''garbha-grha'' ( recipiente del seme). Il Pandit era un seguace del [[tantra]]. (p. 207)
 
==''La sincronicità come principio di nessi acausali'' (1952)==