Giovanni Boccaccio: differenze tra le versioni

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*Non senza ragione Boccaccio ha fatto della descrizione della peste del 1349 l'introduzione e il preludio dei suoi racconti frivoli. L'immaginazione ne è tanto rapita, che un resto di spavento ci unisce a tutte quelle risa sfrenate... Questa leggerezza sfrenata in tanta desolazione, questa esultanza di gioia nel gran cimitero, questa società a cui resta solo un giorno di vita, e che, in quella villa, sotto quelle ombre magnifiche, sfiorate appena dal terrore della peste, invece di pensare ai funebri rintocchi della Chiesa, alle minacce e alle promesse della vita futura, si fa di ogni ora un piacere, e raccoglie tutti i suoi ricordi allegri; quale poesia audace e nuova! ([[Edgar Quinet]])
*Per chi trae diletto da una lingua viva e bella, leggere il ''Decamerone'' non è dissimile dal vagare tra alberi in fiore e bagnarsi in acque purissime. ([[Hermann Hesse]])
 
===''Filocolo''===
===[[Incipit]]===
Mancate già tanto le forze del valoroso popolo anticamente disceso del troiano Enea, che quasi al niente venute erano per lo maraviglioso valore di Giunone, la quale la morte della pattovita Didone cartaginese non avea voluta inulta dimenticare e all'altre offese porre non debita dimenticanza, faccendo degli antichi peccati de' padri sostenere a' figliuoli aspra gravezza, possedendo la loro città, la cui virtù già l'universe nazioni si sottomise, sentì che quasi nelle streme parti dello ausonico corno ancora un picciolo ramo della ingrata progenie era rimaso, il quale s'ingegnava di rinverdire le già seccate radici del suo pedale.
 
===Citazioni sul ''Filocolo''===
*Concepire e attuare l'ardito pensiero di versare la cultura classica largamente acquisita in un'opera d'immaginazione scritta in volgare (Il Filocolo). Ardito pensiero, se si considera ch'egli era appena ventenne, e che, eccettuato il suo maestro Dante, tutti avevano usato fino allora, e i suoi contemporanei, compreso il Petrarca, usarono infilzar pedantescamente le sentenze e gli aneddoti cavati dagli antichi solo in trattati e trattatelli didascalici. ([[Francesco Torraca]])
*Soprattutto sono notevoli nel ''Filocolo'' quei primi segni, che ci rivelano le qualità più proprie dell'ingegno narrativo del Boccaccio . Era quello un ingegno fatto più particolarmente alle narrazioni brevi, a' drammi di piccole proporzioni, nei quali all'intreccio succede ben presto lo scioglimento. In tutte le sue opere, che seguirono il ''Filocolo'', anche in quelle che per le loro proporzioni pare tenessero più del poema o del romanzo che della novella, la favola e l'intreccio sono sempre ideati alla maniera suddetta. Il nostro Autore operò anche allora secondo sua natura; perché, se la materia non era disposta a restringersi nei confini della novella, egli, consapevolmente o no, formò la novella di alcuna delle parti, in cui quella poteva andar divisa.... ([[Bonaventura Zumbini]])
 
==''Opere volgari''==
*''Donna del cielo, e non m' avere a sdegno, | Perchperch'io sia di peccati grave e brutto. | Ioio spero in te, e 'n te sempre ho sperato: | Pregaprega per me, ed esser mi fa' degno | Di veder teco il tuo beato frutto''.
*''Non spero mai di tal noia {{NDR|fare poesia}} guarire, | Sisi d' ogni parte circondato m' ave: | Benben so però che Dio mi può aiutare''.
*''Poco senno ha chi crede la [[fortuna]] | Oo con preghi o con lacrime piegare, | Ee molto men chi crede lei fermare | Concon senno con ingegno o arte alcuna''. (XXXV)
 
==''Trattatello in laude di Dante''==
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===''Della Canaria e delle altre isole oltre Ispania nell'oceano nuovamente ritrovate''===
====Traduzione====
Correndo anni Domini MCCCXLI vennono a [[Firenze|Fiorenza]] lettere de' mercadanti fiorentini<ref>Nel margine è scritto dalla stessa mano: ''il fiorentino che fu capitano in queste navi è chiamato Angiolino del Tegghia de' Corbizzi consobrino de' figliuoli di Gherardino di Gianni''.</ref>, che erano in Sivilia città de la [[Spagna]] ulteriore, et quivi sugiellate a' XV di novembre, dove era scritto quanto disotto racconteremo.<br>
Dicono dunque come a dì primo luglio di questo anno sopradetto, dua navi provedute per lo re di [[Portogallo]] d'ogna bisognevile per lo passaggio, et con esse un'altra navicella bene guernita, con giente de' fiorentini, genovesi, et spanioli catalani, et altra giente d'Ispania sciolte le vele dalla città di [[Lisbona]] presono l'alto, conducendo con se cavalli, armi et macchine di guerra per isforzare cittadi et castella, et andaro a cercare quelle isole che volgarmente è voce essere state trovate.
 
:''Anno ab incarnato verbo MCCCXLI a mercatoribus florentinis''<ref>In margine è scritto della stessa mano: ''Florentinus qui cum his navibus praefuit est Angelinus del Tegghia de' Corbizzis consobrinus filiorum Gherardini Giannis</ref> ''apud Sobiliam Hispaniae ulterioris civitatem morantibus Florentiam literae allatae sunt ibidem clausae''.<ref>Si avverte il lettore, che nel codice non sono dittonghi, secondo l'uso di quell'età più comune.</ref> ''XVII kal. decembris anuo iam dicto, ia quibus quae disseremus inferius continentur''.
====Originale====
:''Ajunt quidem primo de mense julii hujns anni duas naves, impositis in eisdem a rege Portogalli opportunis ad transfretandum commeatibus, et cum iis navìcula una munita, homines florentinorum, januensium, et hispanorum castrensium, et aliorum hispanorum a Lisbona civitate datis velis in altum abiisse, ferentes insuper equos et arma, et machinamenta bellorum varia ad civitates et castra capienda, quaerentes ad eas insulas, quas vulgo repertas dicimus''.
:''Anno ab incarnato verbo MCCCXLI a mercatoribus florentinis''<ref>In margine è scritto della stessa mano: ''Florentinus qui cum his navibus praefuit est Angelinus del Tegghia de' Corbizzis consobrinus filiorum Gherardini Giannis</ref> ''apud Sobiliam Hispaniae ulterioris civitatem morantibus Florentiam literae allatae sunt ibidem clausae''.<ref>Si avverte il lettore, che nel codice non sono dittonghi, secondo l'uso di quell'età più comune.</ref> ''XVII kal. decembris anuo iam dicto, ia quibus quae disseremus inferius continentur''.<br />
:''Ajunt quidem primo de mense julii hujns anni duas naves, impositis in eisdem a rege Portogalli opportunis ad transfretandum commeatibus, et cum iis navìcula una munita, homines florentinorum, januensium, et hispanorum castrensium, et aliorum hispanorum a Lisbona civitate datis velis in altum abiisse, ferentes insuper equos et arma, et machinamenta bellorum varia ad civitates et castra capienda, quaerentes ad eas insulas, quas vulgo repertas dicimus''.
 
===''Elegia di Madonna Fiammetta''===
Suole a' miseri crescere di dolersi vaghezza, quando di sé discernono o sentono compassione in alcuno. Adunque, acciò che in me, volonterosa più che altra a dolermi, di ciò per lunga usanza non menomi la cagione, ma s'avanzi, mi piace, o nobili donne, ne' cuori delle quali amore più che nel mio forse felicemente dimora, narrando i casi miei, di farvi, s'io posso, pietose. Né m'è cura perché il mio parlare agli uomini non pervenga, anzi, in quanto io posso, del tutto il niego loro, però che sì miseramente in me l'acerbità d'alcuno si discuopre, che gli altri simili imaginando, piuttosto schernevole riso che pietose lagrime ne vedrei.
 
===''Filocolo''===
Mancate già tanto le forze del valoroso popolo anticamente disceso del troiano Enea, che quasi al niente venute erano per lo maraviglioso valore di Giunone, la quale la morte della pattovita Didone cartaginese non avea voluta inulta dimenticare e all'altre offese porre non debita dimenticanza, faccendo degli antichi peccati de' padri sostenere a' figliuoli aspra gravezza, possedendo la loro città, la cui virtù già l'universe nazioni si sottomise, sentì che quasi nelle streme parti dello ausonico corno ancora un picciolo ramo della ingrata progenie era rimaso, il quale s'ingegnava di rinverdire le già seccate radici del suo pedale.
 
===Citazioni sul ''Filocolo''===
*Concepire e attuare l'ardito pensiero di versare la cultura classica largamente acquisita in un'opera d'immaginazione scritta in volgare (Il Filocolo). Ardito pensiero, se si considera ch'egli era appena ventenne, e che, eccettuato il suo maestro Dante, tutti avevano usato fino allora, e i suoi contemporanei, compreso il Petrarca, usarono infilzar pedantescamente le sentenze e gli aneddoti cavati dagli antichi solo in trattati e trattatelli didascalici. ([[Francesco Torraca]])
*Soprattutto sono notevoli nel ''Filocolo'' quei primi segni, che ci rivelano le qualità più proprie dell'ingegno narrativo del Boccaccio . Era quello un ingegno fatto più particolarmente alle narrazioni brevi, a' drammi di piccole proporzioni, nei quali all'intreccio succede ben presto lo scioglimento. In tutte le sue opere, che seguirono il ''Filocolo'', anche in quelle che per le loro proporzioni pare tenessero più del poema o del romanzo che della novella, la favola e l'intreccio sono sempre ideati alla maniera suddetta. Il nostro Autore operò anche allora secondo sua natura; perché, se la materia non era disposta a restringersi nei confini della novella, egli, consapevolmente o no, formò la novella di alcuna delle parti, in cui quella poteva andar divisa.... ([[Bonaventura Zumbini]])
 
==Citazioni su Giovanni Boccaccio==