Søren Kierkegaard: differenze tra le versioni

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==In Vino Veritas==
* Il ricordo non dev’essere soltanto, preciso, esso deve essere anche felice; l’applicazione del tappo alla bottiglia del ricordo deve aver consentito di conservare il profumo del vissuto, prima che sia messo il sigillo. Come l’uva non si può spremere in qualsiasi tempo e come il tempo della maturazione stagionale e della spremitura ha sul vino una grande influenza, nello stesso modo nemmeno il vissuto si può nel proprio intimo ricordare in qualsiasi tempo o in qualsiasi circostanza. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*Gli occhiali del vecchio sono lavorati in modo che egli possa vedere con essi da vicino. Allorchè la fanciullezza usa gli occhiali, il vetro è lavorato al fine di vedere a distanza, perché essa manca della facoltà del ricordare, la quale consiste nell’allontanare, nel portare a distanza. Nello stesso tempo, il felice ricordare della vecchiaia è, come la felice capacità di apprendimento del fanciullo, un dono grazioso della natura, la quale abbraccia con predilezione i due periodi della vita più privi di aiuto e pero in un certo senso i più felici. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*Il ricordo è cioè l’idealità, ed esso è pero, così stando le cose, impegnativo e responsabile, del tutto diversamente dalla trascurata memoria. Il ricordo vuol mantenere a un uomo l’eterna continuità nella vita e garantirgli che la sua esistenza terrena rimanga uno tenore, d’un soffio solo e possa essere espressa in modo unitario. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*La memoria è immediata e immediatamente si viene in suo aiuto, il ricordo è soltanto riflesso. Per questa ragione è un’arte ricordare. Contrariamente a quel che avviene per la facoltà del richiamare alla memoria, io desidero, con Temistocle, poter dimenticare.</ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*il pentimento è pertanto un ricordo della colpa. Da un punto di vista psicologico, credo effettivamente che la polizia sia per il delinquente d’aiuto a non realizzare il pentimento. Per via del continuo annotare e ripetere il corso della sua vita, il delinquente realizza una siffatta capacità di memoria nel recitare la sua vita che l’idealità del ricordo viene scacciata. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*Occorre una forte idealità per pentirsi effettivamente e specialmente pentirsi subito; perché la natura può anche aiutare l’uomo, e il pentimento tardo, che ha un rapporto di scarso rilievo con l’arte del richiamare del richiamare alla memoria, è spesso il più pensate e il più profondo. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
* Ovidio (Tristia) Bene vixit qui bene latuit: Pertanto io ho ben vissuto, perché il mio angoletto era ben scelto.
E’ certo che il mondo, e tutto ciò che vi si trova dentro, non offre mai un miglior vedere di quanto lo si vede da un angoletto e si deve star acquattati a vedere; è anche certo che tutto ciò che è udito nel mondo e merita di essere udito ha un suono estremamente delizioso e affascinante, e ascoltato da un angoletto, quando uno se ne va via pian piano ad acquattarsi per ascoltare. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*In primo luogo, trovo comico che tutti gli uomini amino o vogliano amare e pur non si possa mai riuscire a far luce che cosa sia l’amabile, su ciò che è l’oggetto proprio dell’amore. Questa parola “amare” la lascio stare, perché con essa non si dice nulla, ma appena deve aver inizio il discorso, la prima questione viene ad essere “che cos’è che si ama”. A questo punto non c’e nessun ‘altra risposta, se non uno che ama l’amabile. Se si risponde cioè a Platone che si deve amare il bene, allora si è oltrepassato con un solo passo tutto il contenuto dell’erotico. Ma si risponderà forse allora che si deve amare il bello. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
* O la spiegazione che ne danno gli amanti non è ugualmente comica, o meglio non fa essa appunto risaltare il comico? Dicono che l’amore renda ciechi e con ciò spiegano il fenomeno. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*La galanteria è alla donna che si addice essenzialmente e il fatto che lei, dal canto suo, l’accetti spontaneamente si può spiegare sulla base della sollecitudine della natura per il debole, per quello che è stato trattato come tratta una matrigna e al quale un’illusione conferisce più di un risarcimento. Ma questa illusione è appunto la cosa fatale. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
* L’uomo si accosta in atto di adorazione, lui è pretendente. In atto di adorazione, perché così si comporta ogni pretendente, non perché sia l’invenzione di un inganno astuto. Perfino il boia, quando mette giù i fasce per andare a chiedere la mano di una donna, perfino lui piega il ginocchio, anche se ha l’intenzione di consacrarsi il più presto possibile alle esecuzioni domestiche, che egli trova così naturali da esser lontano dal cercar qualche scusa nel fatto che quelle pubbliche siano diventate tanto rare. L’uomo colto si comporta allo stesso modo. S’inginocchia, adora, concepisce l’amata secondo le categorie più fantastiche e poi si dimentica assai alla svelta la sua posizione genuflessa, e d’altra parte sapeva benissimo, quando stava in ginocchio, che era tutto fantastico. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
* Quando si considera un uomo, si potrebbe credere che fosse una totalità in sé e questo lo si crede ancora fino al momento in cui si vede, nella presa di possesso dell’amore, che esso è solo una metà che corre ala ricerca dell’altra metà. Non c’e nulla di comico in una mezza mela, il comico verrebbe a presentarsi soltanto se una mela intera fosse una mezza mela; non c’e contraddizione nel primo caso, bensì nell’ultimo. Se si prende sul serio il contenuto di quel modo di dire che la donna è solo un mezzo uomo, essa non sarebbe per niente comica in amore. L’uomo invece che ha goduto della stima dei concittadini come un uomo intero, lui, si, diventa comico quando all’improvviso comincia a trottare qua e là e con ciò tradisce il fatto di essere soltanto un mezzo uomo </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*La più alta idealità che la donna possa risvegliare nell’uomo sta propriamente nel risvegliare la coscienza dell’immortalità.</ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
* Il fatto è questo: se la donna desta l’idealità e, per via di questa, la coscienza dell’immortalità nell’uomo, essa fa ciò sempre in modo negativo. Colui che realmente è diventato genio, è diventato eroe, è diventato poeta, è diventato santo per via di una donna, ha afferrato nello stesso tempo l’immortalità. 
Se l’elemento idealizzante fosse in modo positivo presente nella donna, allora la moglie e soltanto la moglie potrebbe destare la coscienza dell’immortalità nell’uomo. L’esistenza esprime pari pari il contrario (In Vino Veritas ed.</ref> Laterza)
*La moda è donna, perché la moda è l’incostanza del non-senso, la quale conosce soltanto una conseguenza, quella di diventare sempre più folle.</ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*Questi erotici sono i felici. Essi vivono in modo più voluttuoso degli dei, perché banchettano con quella che è l’idea più seducente del più ingegnoso pensiero degli dei, mangiano soltanto l’esca, oh voluttà senza pari, oh felice modo di vivere, essi mangiano soltanto l’esca, senza essere mai presi. Gli altri uomini abboccano, nel modo in cui i contadini pranzano con l’insalata di cetrioli, e sono presi. Soltanto l’erotico sa preventivamente far la stima dell’esca, farne una stima infinita. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*Natura meravigliosa, se io non ti ammirassi, una donna me l’insegnerebbe, perché lei è il venerabile dell’esistenza. In modo magnifico tu l’hai plasmata, ma ancor più magnifico è che tu non abbia formato una donna come l’altra. </ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
*Nell’uomo l’essenziale è l’essenziale e per tanto è sempre lo stesso, nella donna l’accidentale è essenziale e pertanto è inesauribile diversità.</ref>(In Vino Veritas ed. Laterza)
 
==Citazioni su Søren Kierkegaard==