Pseudo-Dionigi l'Areopagita: differenze tra le versioni

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*La causa perfetta ed unitaria di tutte le cose è al di sopra di ogni affermazione; e l'eccellenza di colui che è assolutamente staccato da tutto e al disopra di tutto è superiore ad ogni negazione. (da ''Teologia mistica'')
=== ''La gerarchia celeste'' ===
*Gli esperti delle cose divine ricorrono al fuoco per raffigurare le essenze celesti, e così mettono in luce la loro tendenza a rassomigliare a [[Dio]] e ad imitarlo per quanto possibile. Essi le rappresentano anche sotto forma di uomo giacché l'uomo possiede l'intelligenza, una facoltà visiva orientata verso l'alto, una forma dritta ed eretta e l'attitudine naturale al comando ed alla guida [...] <ref name=":0">Citato in Corradetti e Chiocchetti, ''Le forme e il divino'', edizioni Argonautiche, p. 40. ISBN 978-88-95299-27-3</ref>
*In realtà la nostra intelligenza non può elevarsi all'imitazione ed alla contemplazione immateriale delle gerarchie celesti se non si serve di una guida materiale adatta ad essa. Solo così può considerare le bellezze visibili imitazioni della bellezza invisibile. <ref>Citato in Corradetti e Chiocchetti, ''Le forme e il divino'', edizioni Argonautiche, p. 39. ISBN 978-88-95299-27-3</ref>
*L'aspetto di [[bue]] indica la forza, l'età fiorente, la capacità di aprire solchi dell'intelligenza alla ricezione delle piogge celesti e fecondatrici, mentre le corna simboleggiano la loro funzione protettrice e la loro invincibilità [...]<ref name=":0" />
*Nell'ultimo stadio, la stessa distinzione fra soggetto e oggetto scompare ed è proprio la Mente Quello che essa contempla. Viene trasceso anche il pensiero, e svanisce l'intero regno degli oggetti. A questo punto, in quanto soggetti, ci si conosce come parte, e ci si conosce come tutto. <ref>citato in Jean Campbell Cooper, ''Yin e Yang. L'armonia taoista degli opposti'', Roma, 1982</ref>
 
*L'aspetto di [[aquila]] è indice della loro regalità, della loro capacità di elevarsi e di volare velocemente, della prontezza, vigilanza, velocità e destrezza con cui afferrano il nutrimento fortificante e della contemplazione priva di ostacoli, diretta ed indefettibile.<ref name=":0" />
*Nell'ultimo stadio, la stessa distinzione fra soggetto e oggetto scompare ed è proprio la [[Mente]] Quello che essa contempla. Viene trasceso anche il pensiero, e svanisce l'intero regno degli oggetti. A questo punto, in quanto soggetti, ci si conosce come parte, e ci si conosce come tutto. <ref>citato in Jean Campbell Cooper, ''Yin e Yang. L'armonia taoista degli opposti'', Roma, 1982</ref>
*Nella trattazione delle cose divine le negazioni sono più [[verità|veritiere]], mentre le affermazioni non appaiono adeguate alla natura segreta dell'ineffabile. (II, 3) <ref>citato nel ''Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede''</ref>
*Per quanto riguarda la sembianza di [[leone]], bisogna ritenere che essa indichi il dominio, la forza, l'indomabilità e la somiglianza, nei limiti del possibile, all'arcano della divinità ineffabile [...]<ref name=":0" />
 
==Citazioni su Dionigi l'Areopagita==