Dragonlance: differenze tra le versioni

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*«La [[magia]] è nel sangue, scorre dal cuore, e ogni volta che la usi una parte di te se ne va con essa. Soltando quando sarai pronto a donare qualcosa di te senza ricevere nulla in cambio sarai in grado di utilizzarla.» (Theobald Beckman)
 
*«Io lo farò. Nella mia vita nulla ha importanza tranne questo momento, il solo che esista per me: sono nato in questo momento, e se dovessi fallire esso sarà anche quello della mia morte.» (Raistlin Majere)
 
*''L'aspirante mago Raistlin Majere è convocato alla Torre della Grande Stregoneria di Wayreth perché si presenti davanti al Conclave dei Maghi nel settimo giorno del settimo mese, il settimo minuto della settima ora. Nel tempo e nel luogo fissati sarà messo alla prova dai suoi superiori per essere incluso fra le file di coloro che sono stati dotati di talento dai tre dèi: Solinari, Lunitari e Nuitari.''
 
*«Non ci si può nascondere dal pericolo, la morte fluttua nell'aria, striscia attraverso le finestre, viene trasmessa dalla stretta di mano di uno sconosciuto. Se cessiamo di vivere per paura della morte, allora siamo già morti.» (Raistlin)
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*Raistlin non aveva difficoltà a vedere i fatali difetti presenti negli esseri mortali, vedeva la loro avidità, i loro pregiudizi, la loro credulità, la loro perfidia e la loro bassezza d'animo, tutte pecche per le quali li disprezzava, e in quel momento comprese che avrebbe potuto sfruttare quelle pecche per i propri fini, quali che potessero essere, operando il bene o il male con il suo potere, a seconda di quello che avesse scelto.
 
*Tasslehoff continuò intanto a descrivere le meraviglie di Kendermore, dipingendo il quadro di una contea libera dove il concetto di proprietà privata e di beni personali era del tutto sconosciuto, in toni così vividi che tutti coloro che sedevano al tavolo votarono con risolutezza di non recarsi mai laggiù.
 
*«Chi vuole gli dèi o ne ha bisogno?» rise lei con noncuranza, spingendosi indietro i capelli ricciuti. «Io no di certo. Nessuna forza divina controlla la mia vita e a me piace così perché sono io a scegliere il mio destino. Non sono schiava di nessun uomo, quindi perché dovrei essere schiava di un dio e permettere a qualche prete o a qualche chierico di dirmi come devo vivere?» (Kitiara Uth Matar)