Good Bye, Lenin!: differenze tra le versioni

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{{NDR|Disperdendo le ceneri della madre mischiandole con la polvere da sparo dei i fuochi d'artificio}} Mia madre sopravvisse alla Repubblica Democratica esattamente tre giorni. Sono tutt'ora convinto di aver agito nel modo migliore. È morta sorridendo. Era suo desiderio che disperdessimo le sue ceneri nel vento. Le leggi tedesche lo vietano. Sia all'est che all'ovest. Ma ce ne infischiamo. Ora anche lei fluttua nello spazio e da lassù ci guarda e ammira il nostro piccolo pianeta azzurro come il mio eroe, Sigmund Jähn. Il paese che mia madre lasciò era un paese nel quale aveva creduto e che io ero riuscito a far sopravvivere fino all'ultimo respiro. Un paese che nella realtà non era mai esistito, che per me rimarrà sempre legato alla memoria di mia madre. ('''Alex''')
 
==Citazioni su Good Bye, Lenin!==
*Questo film deliberatamente lento e spensierato ha a che fare con la natura effimera della storia, ma anche col passaggio all’età adulta in una famiglia con un solo genitore. È stato un grosso successo al botteghino in Germania. ([[Leonard Maltin]])
*Conclusione di amaro patetismo retrospettivo, ovvero: come arrivare alla verità attraverso la menzogna. Commedia agrodolce che diverte, commuove e fa pensare, grazie al personaggio della madre, meno comunista di quel che sembra. Il merito è della sceneggiatura di Bernd Lichtenberg che parte da uno spunto simile a quello di ''[[Underground]]'' di [[Emil Kusturica|Kusturica]]. Al suo 3° lungometraggio per il cinema, Becker, anche cosceneggiatore, controlla il traffico, ma fa poco per evitare o coprire i passaggi cuciti col filo bianco. Grande successo in Germania. Felix (European Film Award) per il miglior film, sceneggiatura, attore ([[Daniel Brühl|Brühl]]), pubblico.(''[[Il Morandini]]'')
*Campione di incassi in Germania. Che fare quando la storia va avanti per tenere tranquilli coloro i quali credevano di essere nel giusto? Raccontargli menzogne come gli venivano raccontate prima. Satira ben calibrata che i tedeschi (e in particolare i berlinesi) hanno gradito moltissimo.(''[[Il Farinotti]]'')
*Scritto dal regista con Bernd Lichtenberg (debitrice del racconto ''Rip van Winkle'' di [[Washington Irving]]!), una commedia fondata su un paradosso esile ma accattivante: che il socialismo reale sia stato vissuto dai suoi militanti come una specie di «grande madre», con i difetti e i pregi di un’ingombrante genitrice. Non mancano idee irresistibili, come i falsi telegiornali che millantano una riunificazione alla rovescia, coi berlinesi dell’Ovest in fuga dalle «false certezze» del liberismo; ma le metafore sono eccessive, certe citazioni sono fuori luogo (la testa di Lenin che vola sulla città come il Cristo della ‘’[[La dolce vita|Dolce vita]]’’ di [[Fellini]]) e il trono troppo brioso della prima parte – molto ben recitata – stride con la svolta mélo finale. Straordinario successo in patria. (''[[Il Mereghetti]]'')
 
==Note==