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{{Cdg|citazione=L'uomo ha un bel guardare ed abbracciare lo spazio; la natura intera non si compone per lui che di due o tre punti sensibili, ai quali tutta la sua anima converge. Togliete dalla vita il cuore che vi ama: che cosa vi resta? Ugualmente avviene della natura. Cancellate il luogo e la casa che i vostri pensieri cercano e che i vostri ricordi popolano, non scorgereste più che un vuoto immenso in cui lo sguardo s'immerge senza trovar né fondo né riposo. Come si può stupire, dopo ciò, che le scene più sublimi della creazione siano contemplate con occhi ben diversi dai viaggiatori? Gli è che ciascuno porta con sé il suo punto di vista. Una nube sull'anima vela e scolora più di una nube sull'orizzonte. Lo spettacolo è nello spettatore.|tipo=uomo|autore=Alphonse de Lamartine}}
{{Cdg|citazione=In seguito egli <nowiki>[</nowiki>[[Pitagora]]] diceva che dovevano considerare la patria come un deposito in comune affidato loro dalla moltitudine dei cittadini. Dovevano, quindi, amministrarla come se fossero sul punto di trasmettere ai loro discendenti la fiducia che era stata loro affidata. Il che sarebbe accaduto con certezza, se essi fossero stati uguali a tutti gli altri cittadini e non si applicassero a nient'altro più che a ciò che è giusto. Gli uomini, infatti, consapevoli che ogni luogo ha bisogno di giustizia, hanno creato il mito secondo cui il posto che Temi occupa presso Zeus, e Dike presso Plutone è lo stesso che la legge occupa nelle città, affinché colui che compie ingiustizie in ciò di cui è responsabile appaia nello stesso tempo come uno che compie ingiustizia in relazione all'intero universo.|tipo=uomo|autore=Giamblico}}