Carl Gustav Jung: differenze tra le versioni

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#un'immagine inconscia si presenta direttamente (letteralmente) o indirettamente (simboleggiata o accennata) alla coscienza come sogno, idea improvvisa o presentimento;
# un dato di fatto obiettivo coincide con questo contenuto.<ref>Da ''La sincronicità come principio di nessi acausali'', traduzione di S. Daniele, in ''Opere'', vol. VIII, p. 477, Torino, Boringhieri, 1983.</ref>
*Io sono incline a supporre che la [[sincronicità]] nel senso più stretto non è che un caso particolare del generale coordinamento acausale, e precisamente quello dell'omogeneità di processi psichici e fisici nel quale l'osservatore si trova nella situazione favorevole per conoscere il ''tertium comparationis''. Ma, nell'atto di percepire il fondamento archetipico, egli cade anche nella tentazione di ricondurre l'assimilazione di processi psichici e fisici reciprocamente indipendenti a un effetto (causale) dell'archetipo e quindi di trascurarne la pura contingenza. Tale pericolo è evitabile se si considera la sincronicità come un caso particolare del coordinamento generale. Così facendo si evita pure un aumento inammissibile dei principi esplicativi: l'archetipo è la forma del coordinamento psichico a priori, forma riconoscibile per via d'introspezione. Se a questo si associa un processo sincronistico esterno, esso segue lo stesso disegno fondamentale, ossia è ordinato allo stesso modo. Se esistono (eventi privi di causal dobbiamo definirli « atti creativi» nel senso di una ''creatio continua'', di un coordinamento che in parte si ripete da sempre, in parte sporadicamente, e che non può venire dedotto da nessun antecedente costatabile. <ref>voce nvon Franz p. 175</ref>
 
== ''Ricordi, sogni, riflessioni'' (1961) ==