Morgan (cantante): differenze tra le versioni

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*La dissonanza è una cosa che nella musica è stata introdotta più o meno in quel periodo lì, fine '800 primi del '900. [[Bjork]] è una cantante, autrice... grande, diciamo, sound designer che ha usato la dissonanza in moltissime cose che ha fatto... contemporanea a Bjork, Mietta... [...] [[Giuseppe Verdi]], contemporaneo a Schöenerg... Sì, certo, "Va pensiero...", quell'altro, ''Tristan chord'', [[Richard Wagner|Wagner]]. Io dico una cosa: l'innovazione non fa parte dell'italianità. Maestri che hanno introdotto l'astrattismo... l'astrattismo, non è che sei obbligato a farlo, però comunque non puoi farne a meno, oggi, se sei un pittore... o comunque non conoscerlo o evitarlo [...] ci devi passare attraverso! [...] Chissà perché Renga, Nek, Jovanotti fanno come se [[Igor' Fëdorovič Stravinskij|Stravinskij]] non ci fosse stato!<ref>Dall'intervista rilasciata a ''RadioRock'', ''[http://m.notiziemusica.it/www/#!/app/esclusiva-notizie-musica-bluvertigo/video/ Esclusiva – Bluvertigo: «Noi, nel mezzo tra il mainstream e l'alternativo»]'', ''Notiziemusica.it'', 8 marzo 2016.</ref>
*L'utilizzo delle parole è forse il punto centrale della vita, dell'esistenza, cioè come si usano le parole, ma perché si usano, per quale scopo si usano, quali sono queste parole. Abbiamo mai riflettuto sul nostro vocabolario, ad esempio, che non è un fatto di elenco, io conosco più parole di te, no; che tipo di vocabolario è e che repertorio di termini ci sono, quanti significati hanno le parole. Più sono complicate le parole meno sono i significati che c'hanno dentro queste parole, più sono semplici, le parole, comprensibili, e più sono sterminati i modi di applicarla, di utilizzarla, quindi qual è lo spessore di questa parola. Per cui qua mi viene da pensare che il grande poeta è colui che usa parole semplici, invece il piccolo burocrate userà delle parole ridondanti, no? Da burocrate.<ref>Dall'intervista rilasciata a ''LaStampa.it'', video disponibile su ''[https://m.youtube.com/watch?v=HmL2bXzHh6g YouTube.com]''.</ref>
*I [[Pink Floyd]] sono rimasti indietro, fortunatamente, e questo gli ha permesso di salvarsi, ne sono usciti indenni, come se non si fossero accorti che erano arrivati gli anni '80 con le batterie elettroniche e altre cose che loro non hanno mai adottato. ''The Final Cut'' dell'83, è un viaggio spirituale di Roger Waters, il disco della distruzione quasi preannunciata dei Pink Floyd, ma poteva essere un disco scritto nel '69; lo riconosco dal punto di vista tecnico come disco dell'83 perché ci sono dei riverberi… per il modo di utilizzare la tecnologia tipicamente databile in quell'anno, ma per quanto riguarda il contenuto musicale è un disco totalmente fuori dal tempo.<ref madename=pink>Dall'intervista di Anna Fioravanti e Sara Zaniboni, ''[http://www.pink-floyd.it/morgan/ Morgan]'', ''Pink-Floyd.it'', 24 aprile 2004.</ref>
*In fondo la canzone mi ha sempre interessato come ambito musicale, come forma, sia nel distruggerla che nel ricostruirla. Sicuramente c'è un mio atteggiamento che non si può definire di-struttivo, ma de-costruttivo che è diverso: la differenza è precisa, perché per decostruire ci vuole la capacità di conoscere le regole. Per distruggere, invece, basta una mitragliatrice, così come per distruggere un sistema legislativo basta l'ignoranza. Mi interessa contestarle le leggi, ma per contestarle vanno conosciute. Le canzoni sono molto più benigne e più libere delle leggi: nel de-costruirle, le canzoni mi sono "simpatiche", questo significa che non voglio vederle morte, che le voglio solo un po' pungolare, che mi piace prenderle e girarle, oppure ascoltarle al contrario, se questo procura qualche magia. Nel decostruire, capisci che una canzone non è una cosa tanto stupida, piccola, leggera, perché in realtà è composta da tante parti, è un'operazione complessa, ha un mondo molto ricco.<ref name=pink/>
*Nelle ''Consolations'' di [[Franz Listzt|Liszt]], molto sentimentali come brani, a volte si capisce proprio che lui è stanco di questo sentimento che deve ossessivamente provare, e a volte si lascia andare a un oblio che non ha niente a che fare con la passione. Siamo portati a identificare Lizst con la passione, ma secondo me, stanco di questa passione, ci regala dei momenti di perdita di passione che mi hanno incuriosito molto; laddove ad esempio il tema della Quarta o della Quinta Consolazione non l'ha scritto lui, ma l'ha fatto scrivere ad una dama di cui era innamorato. Quindi, nella Consolazione con la stella, lui lo specifica "il tema non è mio": questo è un buon metodo per sceglierla, questa è la Consolazione stanca, lui non aveva voglia di farla. Ha fatto fare una cosa praticamente a un altro.<ref name=pink/>