Morgan (cantante): differenze tra le versioni

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*La musica d'autore è morta nel senso che parla spesso di morte. Ed è vero che è rarissimo trovarla dove credi: molti cantautori storici hanno meno voglia di prima. E c'è un'altra differenza: una volta gente come Virgilio Savona e Francesco Guccini sapeva trasgredire e sapeva scrivere, adesso si ha quasi paura di inventare linguaggi. Per questo bisogna guardare altrove, verso i giovani che magari non riescono a emergere.<ref>Dall'intervista di Luigi Bolognini ''[http://www.repubblica.it/2009/11/sezioni/spettacoli_e_cultura/intervista-morgan/intervista-morgan/intervista-morgan.html Morgan, X Factor e il Tenco "Viva la musica d'autore"]'', ''Repubblica.it'', 15 novembre 2009.</ref>
*Bisogna tornare alla musica che scatena emozioni forti. Basta col piattume del politically correct. Dobbiamo essere estremi, come lo sono io in questo album {{NDR|Da A ad A}}, nei testi e nei suoni, che talvolta vengono dalla classica. Amore assurdo rielabora Bach, Liebestod parte dal Tristano e Isotta wagneriano.<ref name=primadinoi>Dall'intervista rilasciata al sito ''PrimaDiNoi.it'', riportata in ''[http://www.inartemorgan.it/rassegna-stampa/114-articoli/articoli-2007 Morgan: «vi racconto il sadomasochismo della mia musica»]'', ''InArteMorgan.it'', 11 dicembre 2007.</ref>
*Le radio commerciali sono inascoltabili: non c’èc'è più una musica. Si ascoltano sempre le stesse canzoni: ma perché? Io non vedo mica un film 10 volte al giorno! Il mio consiglio è: fregarsene dei riferimenti e pensare di non stare in questo mondo. Io sono sempre stato in contrasto con questo mondo, e infatti sono riuscito a fatica a fare dischi. Poi ci si mette anche la politica, che è totalmente disinteressata al bello.<ref name=primadinoi/>
*La spiritualità è veramente qualcosa di magico, il materialista non può comprendere questa cosa ma se la si accoglie è ispirante. C'è un momento, dice [[Bertrand Russell]], in cui finisce la conoscenza e inizia la fede: se ti è stata inculcata ne sei schiavo ma se è una libera scoperta allora può coesistere.<ref name=valtorta/>
*Noi non siamo un gruppo di rock dogmatico. [...] Noi non siamo spaventati né dalla tecnologia né dall'idea che si perda chissà che. Io penso che se uno ha idee, le esprime lo stesso. Anzi, più c'è molteplicità e complessità, più l'operazione è riuscita. Io sono alla ricerca del caos organizzato: più il caos è assolutamente enorme più è bello industriarsi per organizzarlo, creare strutture razionali ''al di sopra''. Ciò che io chiamo ''paratesto'', che c'è sempre nei dischi dei Bluvertigo, non è altro che l'organizzazione di questo apparente caos.<ref>Dall'intervista rilasciata a ''Il Mucchio Selvaggio'' del 1999.</ref>
*La dissonanza è una cosa che nella musica è stata introdotta più o meno in quel periodo lì, fine '800 primi del '900. [[Bjork]] è una cantante, autrice... grande, diciamo, sound designer che ha usato la dissonanza in moltissime cose che ha fatto... contemporanea a Bjork, Mietta... [...] [[Giuseppe Verdi]], contemporaneo a Schöenerg... Sì, certo, "Va pensiero...", quell'altro, ''Tristan chord'', [[Richard Wagner|Wagner]]. Io dico una cosa: l'innovazione non fa parte dell'italianità. Maestri che hanno introdotto l'astrattismo... l'astrattismo, non è che sei obbligato a farlo, però comunque non puoi farne a meno, oggi, se sei un pittore... o comunque non conoscerlo o evitarlo [...] ci devi passare attraverso! [...] Chissà perché Renga, Nek, Jovanotti fanno come se [[Igor' Fëdorovič Stravinskij|Stravinskij]] non ci fosse stato!<ref>Dall'intervista rilasciata a ''RadioRock'', ''[http://m.notiziemusica.it/www/#!/app/esclusiva-notizie-musica-bluvertigo/video/ Esclusiva – Bluvertigo: «Noi, nel mezzo tra il mainstream e l'alternativo»]'', ''Notiziemusica.it'', 8 marzo 2016.</ref>
*L'utilizzo delle parole è forse il punto centrale della vita, dell'esistenza, cioè come si usano le parole, ma perché si usano, per quale scopo si usano, quali sono queste parole. Abbiamo mai riflettuto sul nostro vocabolario, ad esempio, che non è un fatto di elenco, io conosco più parole di te, no; che tipo di vocabolario è e che repertorio di termini ci sono, quanti significati hanno le parole. Più sono complicate le parole meno sono i significati che c'hanno dentro queste parole, più sono semplici, le parole, comprensibili, e più sono sterminati i modi di applicarla, di utilizzarla, quindi qual è lo spessore di questa parola. Per cui qua mi viene da pensare che il grande poeta è colui che usa parole semplici, invece il piccolo burocrate userà delle parole ridondanti, no? Da burocrate.<ref>Dall'intervista rilasciata a ''LaStampa.it'', video disponibile su ''[https://m.youtube.com/watch?v=HmL2bXzHh6g YouTube.com]''.</ref>
http://m.notiziemusica.it/www/#!/app/esclusiva-notizie-musica-bluvertigo/video/</ref>
*I [[Pink Floyd]] sono rimasti indietro, fortunatamente, e questo gli ha permesso di salvarsi, ne sono usciti indenni, come se non si fossero accorti che erano arrivati gli anni ’80'80 con le batterie elettroniche e altre cose che loro non hanno mai adottato. ''The Final Cut'' dell’83dell'83, è un viaggio spirituale di Roger Waters, il disco della distruzione quasi preannunciata dei Pink Floyd, ma poteva essere un disco scritto nel ’69'69; lo riconosco dal punto di vista tecnico come disco dell’83dell'83 perché ci sono dei riverberi… per il modo di utilizzare la tecnologia tipicamente databile in quell’annoquell'anno, ma per quanto riguarda il contenuto musicale è un disco totalmente fuori dal tempo.<ref made=pink>Dall'intervista di Anna Fioravanti e Sara Zaniboni, ''[http://www.pink-floyd.it/morgan/ Morgan]'', ''Pink-Floyd.it'', 24 aprile 2004.</ref>
*L'utilizzo delle parole è forse il punto centrale della vita, dell'esistenza, cioè come si usano le parole, ma perché si usano, per quale scopo si usano, quali sono queste parole. Abbiamo mai riflettuto sul nostro vocabolario, ad esempio, che non è un fatto di elenco, io conosco più parole di te, no; che tipo di vocabolario è e che repertorio di termini ci sono, quanti significati hanno le parole. Più sono complicate le parole meno sono i significati che c'hanno dentro queste parole, più sono semplici, le parole, comprensibili, e più sono sterminati i modi di applicarla, di utilizzarla, quindi qual è lo spessore di questa parola. Per cui qua mi viene da pensare che il grande poeta è colui che usa parole semplici, invece il piccolo burocrate userà delle parole ridondanti, no? Da burocrate.<ref>
*In fondo la canzone mi ha sempre interessato come ambito musicale, come forma, sia nel distruggerla che nel ricostruirla. Sicuramente c’èc'è un mio atteggiamento che non si può definire di-struttivo, ma de-costruttivo che è diverso: la differenza è precisa, perché per decostruire ci vuole la capacità di conoscere le regole. Per distruggere, invece, basta una mitragliatrice, così come per distruggere un sistema legislativo basta l’ignoranzal'ignoranza. Mi interessa contestarle le leggi, ma per contestarle vanno conosciute. Le canzoni sono molto più benigne e più libere delle leggi: nel de-costruirle, le canzoni mi sono “simpatiche”"simpatiche", questo significa che non voglio vederle morte, che le voglio solo un po’po' pungolare, che mi piace prenderle e girarle, oppure ascoltarle al contrario, se questo procura qualche magia. Nel decostruire, capisci che una canzone non è una cosa tanto stupida, piccola, leggera, perché in realtà è composta da tante parti, è un’operazioneun'operazione complessa, ha un mondo molto ricco.<ref>http: name=pink//www.inartemorgan.it/video-gallery/127-rassegna-stampa/interviste/interviste-2004/0-</ref>
https://m.youtube.com/watch?v=HmL2bXzHh6g</ref>
*Nelle ''Consolations'' di [[Franz Listzt|Liszt]], molto sentimentali come brani, a volte si capisce proprio che lui è stanco di questo sentimento che deve ossessivamente provare, e a volte si lascia andare a un oblio che non ha niente a che fare con la passione. Siamo portati a identificare Lizst con la passione, ma secondo me, stanco di questa passione, ci regala dei momenti di perdita di passione che mi hanno incuriosito molto; laddove ad esempio il tema della Quarta o della Quinta Consolazione non l’hal'ha scritto lui, ma l’hal'ha fatto scrivere ad una dama di cui era innamorato. Quindi, nella Consolazione con la stella, lui lo specifica “il"il tema non è mio”mio": questo è un buon metodo per sceglierla, questa è la Consolazione stanca, lui non aveva voglia di farla. Ha fatto fare una cosa praticamente a un altro.<ref name=pink/>
*I [[Pink Floyd]] sono rimasti indietro, fortunatamente, e questo gli ha permesso di salvarsi, ne sono usciti indenni, come se non si fossero accorti che erano arrivati gli anni ’80 con le batterie elettroniche e altre cose che loro non hanno mai adottato. ''The Final Cut'' dell’83, è un viaggio spirituale di Roger Waters, il disco della distruzione quasi preannunciata dei Pink Floyd, ma poteva essere un disco scritto nel ’69; lo riconosco dal punto di vista tecnico come disco dell’83 perché ci sono dei riverberi… per il modo di utilizzare la tecnologia tipicamente databile in quell’anno, ma per quanto riguarda il contenuto musicale è un disco totalmente fuori dal tempo.<ref>
*{{NDR|[[George Michael]]}} Un solitario, una personalità schiva e delicata: negli ultimi dieci anni si è parlato di lui perché veniva trovato addormentato o in situazioni di alterazione chimica mentale, o in situazioni promiscue perché aveva perso il controllo. Mi faceva simpatia la sua voglia di mischiarsi, come Michel Foucault, Andy Warhol, come Pasolini.<ref>Dall'intervista di Carlo Moretti, ''[http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2016/12/27/news/morgan_che_voce_george_michael_un_vero_soulman_ma_sottovalutato_-154939666/ Morgan: "Che voce George Michael. Un vero soulman ma sottovalutato"]'', ''Repubblica.it'', 27 dicembre 2016.</ref>
http://www.inartemorgan.it/video-gallery/127-rassegna-stampa/interviste/interviste-2004/0-</ref>
*In fondo la canzone mi ha sempre interessato come ambito musicale, come forma, sia nel distruggerla che nel ricostruirla. Sicuramente c’è un mio atteggiamento che non si può definire di-struttivo, ma de-costruttivo che è diverso: la differenza è precisa, perché per decostruire ci vuole la capacità di conoscere le regole. Per distruggere, invece, basta una mitragliatrice, così come per distruggere un sistema legislativo basta l’ignoranza. Mi interessa contestarle le leggi, ma per contestarle vanno conosciute. Le canzoni sono molto più benigne e più libere delle leggi: nel de-costruirle, le canzoni mi sono “simpatiche”, questo significa che non voglio vederle morte, che le voglio solo un po’ pungolare, che mi piace prenderle e girarle, oppure ascoltarle al contrario, se questo procura qualche magia. Nel decostruire, capisci che una canzone non è una cosa tanto stupida, piccola, leggera, perché in realtà è composta da tante parti, è un’operazione complessa, ha un mondo molto ricco.<ref>http://www.inartemorgan.it/video-gallery/127-rassegna-stampa/interviste/interviste-2004/0-</ref>
*Nelle ''Consolations'' di [[Franz Listzt|Liszt]], molto sentimentali come brani, a volte si capisce proprio che lui è stanco di questo sentimento che deve ossessivamente provare, e a volte si lascia andare a un oblio che non ha niente a che fare con la passione. Siamo portati a identificare Lizst con la passione, ma secondo me, stanco di questa passione, ci regala dei momenti di perdita di passione che mi hanno incuriosito molto; laddove ad esempio il tema della Quarta o della Quinta Consolazione non l’ha scritto lui, ma l’ha fatto scrivere ad una dama di cui era innamorato. Quindi, nella Consolazione con la stella, lui lo specifica “il tema non è mio”: questo è un buon metodo per sceglierla, questa è la Consolazione stanca, lui non aveva voglia di farla. Ha fatto fare una cosa praticamente a un altro.<ref>
http://www.inartemorgan.it/video-gallery/127-rassegna-stampa/interviste/interviste-2004/0-</ref>
 
== Citazioni tratte da canzoni ==