Paul Celan: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Paul Celan==
*La [[poesia]], essendo una manifestazione della lingua, e perciò per sua essenza dialogica, può essere un messaggio nella bottiglia, lanciato nella fiducia, certo non sorretta da ferma speranza, che la corrente la spinga comunque in qualche luogo, ad una terra; terra del cuore forse. Le poesie si dirigono verso qualcosa. Che cosa? Qualcosa di aperto, occupabile, il tu a cui si può parlare, forse una realtà a cui si può rivolgersi. (dal discorso pronunciato per il conferimento del Premio di Letteratura di Brema<ref>Citato in ''Poesia tedesca contemporanea'', a cura di [[Giacomo Cacciapaglia]], Newton Compton Editori, Roma, 1980, p. 69.</ref><ref>Con diversa traduzione a pp. 35-36 de ''La verità della poesia''.</ref>)
*Solo mani vere scrivono [[poesia|poesie]] vere. Io non vedo alcuna differenza di principio tra una poesia e una stretta di mano [...] viviamo sotto cieli cupi − e ci sono pochi esseri umani. Per questo anche le poesie sono poche. (da una lettera del 18 maggio 1960 a Hans Bender<ref>Citato in ''Poesie'' a cura e con un saggio introduttivo di [[Giuseppe Bevilacqua]], traduzione di Giuseppe Bevilacqua, Arnoldo Mondadori Editore, I Meridiani, 1998, p. CLII. ISBN 88-04-42259-9</ref><ref>Con diversa traduzione a p. 58 de '' La verità della poesia''.</ref>)
 
==''La verità della poesia''==
*Come forse per nessun'altro dei suoi contemporanei e compagni di sventura poetanti in Russia [...] per [[Ossip Mandelstam|Osip Mandel'štam]], classe 1891, la [[poesia]] è il luogo ove ciò che può essere percepito e raggiunto mediante la lingua si raccoglie attorno a quel centro da cui esso ricava forma (''Gestalt'') e verità: attorno a quella individuale esistenza (''Dasein'') che pone interrogativi all'ora presente, sia la propria che quella del mondo, al battito del cuore e al secolo. (da ''Nota introduttiva a una scelta di poesie di Mandel'štam in traduzione tedesca'', p.40)
*[...] Nel 1928 esce di nuovo un volume di poesie − l'ultimo.<ref>''Poesie'' di Ossip Mandel'štam che include le due raccolte precedenti: ''La pietra'' e ''Tristia''.</ref> Alle due prime raccolte, in esso riprese, se n'è aggiunta una nuova. «Cessato il respiro – il firmamento pieno di vermi»: è il verso che apre il ciclo. L'interrogativo «da dove...?» si fa più stringente, più disperato – la poesia – in un saggio sulla poesia [[Ossip Mandelstam|Mandel'štam]] la definisce un ''aratro'' – mette allo scoperto i più profondi strati del tempo, la «terra nera del tempo» viene alla luce. Colloquiando con quanto ha visto, l'occhio dolorante sviluppa una nuova capacità: esso diventa visionario; accompagna il poema nei suoi sprofondamenti. Il poeta si ascrive a un tempo ''altro'', «estraneissimo». (da ''La poesia di Osip Mandel'štam'', pp. 52 53)
*Le poesie, sono altresì dei doni – doni per chi sta all'erta. Doni che implicano destino. (da ''Lettera a Hans Bender'', p. 58)
 
==Citazioni su Paul Celan==
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==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
*Paul Celan, ''La verità della poesia'', «Il meridiano» e altre prose, a cura di [[Giuseppe Bevilacqua]], Einaudi, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino. ISBN 978-88-06-17904-5
 
==Altri progetti==