Paolo Isotta: differenze tra le versioni

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*{{NDR|[[Beniamino Gigli]]}} Il timbro è limpido e riconoscibile abbastanza perché il canto costituisca un insegnamento impareggiabile; e al tempo stesso per spandere intorno a sé la gioia, allo stato puro, di cui Gigli seppe essere il detentore.<ref>Da ''Protagonisti della musica'', Longanesi & C., Milano, 1988, p. 140.</ref>
*Il vocabolo latino «requies» col quale principia l'antifona della Missa defunctorum cattolica («Requiem aeternam dona ei Domine») ha finito col mutar di significato allo stesso modo che la coscienza religiosa s'è affievolita e la liturgia è divenuta una parodia dell'Inps. In tempi di fede l'officio dei defunti, che perciò metonimicamente si definiva «il Requiem», citandosene all' accusativo la parola mutata di genere dal femminile al neutro, era ritenuto effettualmente in grado di mondare in parte l'anima del trapassato pel quale l'officio veniva celebrato dal peso dei peccati commessi in vita e di conseguenza di alleggerirne la pena nell'al di là. Se la gran parte della gente di [[Chiesa]] abbia mai posseduto la fede, in qualsiasi epoca della Storia, è interrogativo destinato a rimanere irresoluto stante il costume di essa, sin dalla prima giovinezza, a una simulazione e una dissimulazione assolute.<ref name=muti/>
*[...] l'attitudine estetica di [[Richard Wagner|Wagner]] nei confronti della musica sembra essere addirittura opposta a quella universalmente adottata nel nostro secolo. Come specifica un importante scritto intitolato ''Dell'applicazione della musica al dramma'', per Wagner il solo criterio per giudicare la sua arte è quello ''espressivo''. Le questioni di linguaggio non possono e non debbono passare in primo piano, subordinate come sono all'elemento espressivo, che costringe il linguaggio a modellarsi obbediente su di esso: «signore del linguaggio», come la filologia tedesca dell'Ottocento chiama [[Eschilo]], è solo, beninteso, il creatore sommo. (da ''Le ali di Wieland'', p. 88)
*L'[[lingua ungherese|ungherese]] è non solo lingua isolata ma addirittura non indoeuropea né slava, sibbene della stessa famiglia del turco: e fortuna che il nazionalismo turco, adombrato da altri e più vasti crimini e problemi, non abbia ancora scoperto la «nativa musicalità» della sua lingua: fortuna, dico, per la musica e per noi suoi disgraziati storici.<ref>Da [https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/13/BARBABLU_MISTERO_LACRIME_SANGUE_co_9_080313077.shtml ''Barbablù, mistero di lacrime e sangue''], ''Corriere della Sera'', 13 marzo 2008, p. 49.</ref>
*Ogni qual volta una cosa in Italia viene chiamata in inglese io vedo la mano del Cretino.<ref>Da ''Bruciare il giorno della nascita di Vivaldi non salva dai cretini'', ''Il Fatto Quotidiano'', 4 aprile 2016; riportato su ''[http://www.paoloisotta.it/index.php/articoli/52-bruciare-il-giorno-della-nascita-di-vivaldi-non-salva-dai-cretini PaoloIsotta.it]''.</ref>
*[[Mario Praz|Praz]] era un nome per pochi, seppure di portata planetaria e millenaria. Egli aveva subito l'ostracismo degli antifascisti che lo costrinsero all'esilio a Manchester. [...] Dopo la guerra subì l'ostracismo dei comunisti, molti dei quali erano gli antichi crociani.<ref>Da ''La virtù dell'elefante'', Marsilio Editori, Venezia, 2014, p. 159.</ref>
*«Nemmeno Wagner – prosegue la professoressa<ref>[[Anne Marie Abert]], figlia del musicologo [[Hermann Abert]]; la citazione è tratta dal saggio ''[[Giuseppe Verdi|Verdi]] e Wagner''. {{cfr}} ''Le ali di Wieland'', p. 151.</ref> – voleva formare degli eclettici, ma in realtà degli epigoni di lui stesso.» Invero, l'orgoglio di Wagner era ben più luciferino di questo: egli si valutava il culmine e la fine della parabola, pertanto non desiderava affatto essere imitato e quasi considerava un arbitrio che altri adottassero i suoi procedimenti linguistici; fors'anche che dopo di lui si componesse ancora. I quali procedimenti linguistici, peraltro, specie in relazione all'armonia, erano per lui qualcosa di eccezionale, giustificabile solo per necessità espressive altrettanto eccezionali: le sue. Tanto classicista rimase la sua concezione estetica. Che cosa avrebbe detto vedendo nell'autopresentazione d'una piccola operaia parigina – ''Mi chiamano Mimì'' – una sorta di eco semplificata dell'accordo del ''Tristano''? (da ''Le ali di Wieland'', pp. 154-155)
*Se [[Alban Berg|Berg]] non fosse morto avrebbe trovato un accomodamento col Regime e non sarebbe stato il Wozzeck, derivante dai frammenti ottocenteschi di [[Georg Büchner]], bollato in quanto «arte degenerata.<ref name=wozzeck/>
*Tedesco, [[Herbert von Karajan|Karajan]] aderì al partito nazionalsocialista come tutti i suoi compatrioti, anche artisti sommi. Dopo la guerra pago' duri prezzi non essendosi offerto a penose palinodie, a recite di "pentimenti", a carnevalate di "emigrazione interna" e a processi di "denazificazione". Il suo giudizio su di sé resto' chiuso nella coscienza; oggi egli è al cospetto di ben altro Giudice.<ref>Da [http://web.archive.org/web/20080403012825/http://archiviostorico.corriere.it/1998/marzo/21/Ingiusta_immagine_Von_Karajan_nazista_co_0_98032113773.shtml ''Ingiusta l'immagine di Von Karajan nazista e avaro''], ''Corriere della Sera'', 21 marzo 1998, p. 33.</ref>