Ferruccio Masini: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Altra fonte più dettagliata.
Riga 4:
*''Grandissima grazia d'ombre e di lumi s'aggionge alli visi di quelli che sèdono sulle porte di quelle abitazioni che sono scure, e che li occhi del suo risguardatore vede la parte ombrosa di tal viso essere oscurata dalle ombre della predetta abitazione, e vede la parte aluminata del medesimo viso aggionto la chiarezza che li dà lo splendore de l'aria; per la quale aumentazione d'ombre e lumi 'l viso ha gran rilievo; e nella parte alluminata l'ombre quasi insensibili, e nella parte ombrosa li lumi quasi insensibili. E di questa tale rappresentazione e aumentazione d'ombre e di lumi il viso acquista bellezza''. <br/> (Leonardo da Vinci).<br /><br />Da questa ''aumentazione d'ombre e lumi'' l'avventura viene componendo il suo volto con riverberi quasi insensibili. È così che si rappresenta il suo vivere nel principio, il suo rifluire nel principio come se questo e soltanto questo (''le porte di quelle abitazioni che sono scure'') adunasse in sé le variazioni che poi si svolgeranno con l'occulta insistenza tematica di un preludio. Chi procede nel labirinto dell'avventura è come se passasse tra le cose sfiorandole, ma già sa che ognuna di queste è annodata all'altra dai meandri impalpabili della sua esistenza come in un immenso sortilegio. (da ''Parabola dell'avventura, cap. XXI'', p. 74<ref>In ''Filosofia dell'avventura'', Ananke, Torino, 2006. ISBN 8873251315</ref>)
*''Mio giorno | che ti disseti nell’ombra tagliente del pietrisco | nella vertigine delle più alte torri | sei quel poco che mi fu concesso | per elevarmi fino alla mia statura | e scavare la terra e far crescere il grano | Gli anni che si distillano nei tuoi silenzi | sono un filo impalpabile a cui si sostiene il mare |la forma del vento la conchiglia sonora della tua piccola | eternità | finché un gesto imperioso tronca il grido e il lamento | la maledizione e il riso | Così tu mio giorno così inesistente e fugace | ti ricapitoli nello sguardo lungo del congedo | perché già Cloto porse lo stame | e Lachesi lo filò | e io devo percorrerti ancora una volta senza paura | come chi comincia un gioco | che lo vedrà perdente | e già si mette a parlare con la voce del suo nemico | Per questo mi lascio stringere dalle tue canzoni | ingannare dal crocicchio d’ombra delle favole | allentando le briglie del mio cavallo | che va a piacer suo nella notte'' (da ''La mano tronca'', 1975<ref>In ''Filosofia dell'avventura'', Ananke, Torino, 2006, p. 43. ISBN 8873251315)</ref>)
*''Ogni parola sarà cancellata ma non quella della notte | Cresci amore nel tuo spasimo fino a raggiungermi | Io cresco fino a te e sono un antico spasimo | Ogni parola sarà cancellata ma non quella | della notte. Non quella che mi hai bisbigliato | tra le labbra che non erano labbra | ma solo foglie che mordevano altre foglie | e rami e radici e voragini senza stelle | Non quella che annienta il carcere della separazione | Perché nulla di noi era più separato Io ero tu e tu | eri me e nulla era separato. E la carne non era | separata dalla carne né il sangue dal sangue | né il tormento dal tormento | né l'agonia dell'erba dalla sete nera della falce | Con quel grido terribile ci siamo chiamati | quel grido della mescolanza | quando il nostro respiro non duplice ma uno | era il muggito del mare | che scrolla le mura del mondo | Ogni parola sarà condannata e riarsa ma non quella dellanotte | Non chiedermi chi sono – Io ero prima che la terra | si dividesse dal mare ero l'onda che ti esprime sul declivio | dell'autunno come il presagio della vertigine | Ho modellato il tuo fianco ho riempito fino al silenzio della | morte la musica del tuo corpo | Ogni parola sarà cancellata ma non quella della notte.'' (da ''La mano tronca''<ref>In ''Filosofia dell'avventura'', Ananke, Torino, 2006, p. 57. ISBN 8873251315</ref>)
*"Questo libro ha la forma di un palinsesto. La Scrittura Cancellata si riferisce allo strato più profondo che temporalmente può essere collocato negli ultimi anni della guerra fascista; la Soprascrittura riguarda invece i giorni che diciamo nostri e che forse non lo sono neppure più" (La vita estrema, Masini, 1985)
*Una poesia, questa di [[Nelly Sachs]], che non ci riporta soltanto il dono della parola dopo l'orrore di Auschwitz, ma che cerca nella parola il segreto di una giustificazione religiosa del male, di una teodicea che ci {{sic|concilii}} in qualche modo con il ''mysterium iniquitatis''. Un messaggio trepidamente raccolto e consegnato a noi – oltre la spaventosa eclisse di un mondo <sup><</sup>umano<sup>></sup> – quasi per comunicarci la quintessenza di una gnosi salvifica, di una illuminazione segreta quale è quella di chi custodisce nella poesia l'arte dolorosa di decifrare una «trascendenza bella» nella polvere, un «segno regale» nel mistero dell'aria.<ref>In ''Itinerario sperimentale nella letteratura tedesca'', ''Quaderni di ricerca N. 1'', diretti da Ferruccio Masini e Pietro M. Toesca, Studium Parmense, Parma, 1970, p. 310.</ref>
 
==''Aforismi di Marburgo''==
*Quando il [[dolore]] riesce a parlare, ci si accorge di quel che è maturato silenziosamente in esso e si raccolgono i frutti. (p. 23)