Ferruccio Masini: differenze tra le versioni

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Sistemo.
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*Col Leverkühn<ref>Adrian Leverkühn, protagonista del romanzo ''Doctor Faustus'' di Thomas Mann.</ref> la nemesi è cooriginaria alla stessa eccezionalità del genio e il filtro dell'assoluto arbitrio accoglie, nella sua feccia, un veleno mortale. Quel che era per Nietzsche «l'inclinazione intellettuale [...] al problematico» diventa definizione astratta di una spietata solitudine cui è estraneo lo stesso pathos della distanza. Il circolo si chiude: la seduzione del problematico è giunta al limite della disgregazione patologica divorando il margine stesso delle possibilità. La pietrificazione dell'arbitrio nel necessario ha tolto ogni spazio al freddo rigore di un'intelligenza intossicata di se stessa, un'intelligenza divenuta – direbbe Musil – «non intelligente». (da ''Parte quarta , cap. primo, Saggiare, tentare, provocare. Nietzsche e Th. Mann'', pp. 306-307)
*La conversione, sia pure mitica, delle contraddizioni non mira, in realtà, ad eliminarle o a mascherarle: la regressione può essere una fuga dal sociale, ma può anche costituire il sintomo di una radicalizzazione delle contraddizioni che non possono essere più in alcun modo dissimulate o esorcizzate. Il rifiuto dell'umanesimo come cardine di un mondo di valori consacrato dal potere borghese ha nella sua intima sostanza, questo significato. «Il caos non si lascia truccare» ed è proprio il motivo dell'inesorabilità del caos a legare strettamente Nietzsche all'[[Espressionismo]]. (da ''Parte quarta, cap. II, L'uomo senza contenuto. Nietzsche e l'espressionismo''. p. 319)
 
==Pensare il [[Buddha]]==
*"Sulla strada per il monte Tai c'era un bambino seduto col capo curvo sulle ginocchia. Jōshū gli si avvicinò e gli chiese: «Ti sei smarrito?».<br />No, «non mi sono smarrito», fece il bambino. «Ti aspettavo».<br />«Aspettavi me?», esclamò Jōshū. «E perché mai?».<br />«Accompagnami a casa», pregò il bambino.<br/>«Ma tu hai una casa?».<br />«No».<br />«Se è così», fece Jōshū, «posso provare ad accompagnarti».<br />«A casa?», disse il bambino. «Si, a casa», rispose Jōshū. (p. 17)
*Una donna incontrò Jōshū per strada e gli chiese: «Perché abbassi lo sguardo quando ti passo davanti?»<br />«Perché mi piace guardare la tua ombra», disse Jōshū.<br />«Tu pensi allora che una donna sia un'ombra ?», fece la donna.<br />«Penso he molte sono le ombre, poche le donne». (pp. 21-22)
*«Che cosa significa essere devoti?», chiese un monaco.<br/>«Non so cosa significhi essere devoti, so cosa significa devozione», disse Jōshū.<br />«E l'una cosa è diversa dall'altra?».<br />«Questo lo potrebbe dire chi è devoto, ma chi è devoto non conosce la devozione», disse Jōshū. (pp. 66-67)
*«Che cos'è un uomo saggio?» chiese qualcuno.<br />«Uno che guarda da lontano le cose vicine e da vicino le cose lontano», disse Jōshū. (p. 74)
 
==Note==