Michele Ainis: differenze tra le versioni

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* Tutte le università italiane sono uguali davanti alla legge, ma non tutte offrono lo stesso livello d'insegnamento [...] nei concorsi pubblici, si fa finta che ogni laureato abbia la stessa preparazione. Che fare, allora? In primo luogo, via il valore legale della laurea. Soluzione non particolarmente originale (ne parlava già, mezzo secolo addietro, [[Luigi Einaudi]]), ma rivoluzionaria nei suei effetti potenziali. Perché porrebbe le università in competizione fra loro [..] e perché non c'è efficienza senza concorrenza [..] In secondo luogo, via il valore legale della laurea. Mai più cattedre a vita, mai più lo stipendio a fine mese per chi non se lo suda. (pp. 104-105)
* [L]e società moderne sono complesse e complicate, non vi si può trapiantare una regola escogitare nella notte dei tempi per piccole comunità rurali. Stabilire come nella antica Grecia che ogni carica duri un anno al massimo, e che nessuno possa ricoprirla due volte nella vita, sarebbe certamente troppo. Ma si può prendere a modello la regola vigente nella più grande democrazia di questo mondo per il suo comandante in capo: due mandati e basta. Fu introdotta nel 1951, attraverso il [[wikisource:it:Costituzione_degli_Stati_Uniti_d'America#XXII_EMENDAMENTO|XXII emendamento alla Costituzione americana]]; non a caso, dopo i quattro mandati consecutivi ricoperti da un presidente che pure si chiamava [[Franklin Delano Roosevelt|Roosevelt]]. Se questa regola vale per [[Barack Obama|Obama]], può ben valere per un consigliere comunale, per un ministro, per un deputato. (p. 145)
* L’ultima lama del tridente deve rivolgersi contro un eccesso normativo, anziché un vuoto di regolazione. È il troppo diritto che protegge ordini, albi, collegi, lasciando a torso nudo i giovani che s’affacciano al mondo delle professioni. Ne abbiamo in circolo settantadue […] Un lascito culturale del [[fascismo]], dato che la legge fondamentale risale al 1938, l’anno delle leggi razziali. Una violenza semantica, oltre che economica, perché in Italia il mondo si divide fra professioni “ordinistiche” e quelle non regolamentate. Una camicia di gesso sulla libertà di concorrenza (p. 48)
 
==''Privilegium: L'Italia divorata dalle lobby''==