Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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==''Il fondamento della morale''==
*La sconfinata [[pietà]] per tutti gli esseri viventi è la più salda garanzia del buon comportamento morale e non ha bisogno di alcuna casistica. Chi ne è compreso non offenderà certo nessuno, non danneggerà nessuno, non farà del male a nessuno, avrà invece indulgenza con tutti, perdonerà, aiuterà, fin dove può, e tutte le sue azioni recheranno l'impronta della giustizia e della filantropia. [...] io non conosco nessuna [[Preghiere dai libri|preghiera]] più bella di quella che conchiudeva gli antichi spettacoli teatrali dell'India (come anche in altri tempi quelli inglesi terminavano con la preghiera per il re). Dice: «Possano tutti gli esseri viventi restare liberi dal dolore!». (III, § 19, 4; 1981, p. 243)
*[...] la completa diversità, assunta a dispetto di ogni evidenza, tra l'uomo e l'[[animale]] [...] fu enunciata nel modo più risoluto e stridente da [[Cartesio]], come necessaria conseguenza dei suoi errori. (III, § 19, 7; 1981, p. 246)
*La pietà verso gli animali è talmente legata alla bontà del carattere da consentire di affermare fiduciosamente che l'uomo crudele con gli animali non può essere buono. Questa compassione proviene dalla medesima fonte donde viene la pietà verso gli uomini. (III, § 19, 7; 1981, p. 249)
*A riconoscere l'identità dell'essenziale nel fenomeno animale e in quello umano nulla ci guida nettamente come lo studio della [[zoologia]] e dell'anatomia; che cosa si dovrà dunque dire oggigiorno (1839) quando un bigotto zootomo ha l'impudenza di sollecitare una differenza assoluta e radicale tra l'animale e l'uomo e arriva al punto di attaccare e di offendere i zoologi onesti che, attenendosi alla natura e alla verità, seguono la loro strada lontano da ogni pretume, da ogni vile piaggeria e da ogni tartufismo? (III, § 19, 7; 1981, pp. 247-248)
*Ma anche in Europa si sta svegliando sempre più la comprensione per i [[diritti degli animali]], a misura che gli strani concetti di un mondo animale esistente soltanto per essere utile agli uomini e a divertirli, di maniera che gli animali vengono trattati come fossero cose, impallidiscono e a poco a poco scompaiono. (III, § 19, 7; 1981, p. 250)
*A Londra esiste una società di volontari, [[Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals|Society for the Prevention of Cruelty to Animals]], la quale in via privata e con notevoli spese fa molto per impedire la tortura degli animali. I suoi emissari svolgono opera di sorveglianza per farsi poi delatori di chi tormenta esseri privi della parola, ma sensibili, sicché si teme dappertutto la loro presenza. Presso i ponti ripidi di Londra la società mantiene una coppia di cavalli che vengono attaccati gratuitamente a ogni carro troppo carico. Non è forse una bella cosa? Non si richiama in tal modo la nostra approvazione come di fronte a un beneficio fatto agli uomini? (III, § 19, 7; 1981, pp. 251-252)
*Per contro, la mia motivazione trova in suo favore l'autorità del più grande moralista di tutta l'epoca moderna: poiché questo è senza alcun dubbio [[Jean-Jacques Rousseau]], il profondo conoscitore del cuore umano, che attinse la sua sapienza non dai libri, ma dalla vita e destinò la sua dottrina non alla cattedra, bensì all'umanità, nemico com'era dei pregiudizi, alunno della natura che a lui solo conferì il dono di predicare la morale senza diventare noioso, perché colpiva la verità e toccava i cuori. (III, § 19, 8; 1981, p. 254)
*Questa teoria, che ogni molteplicità sia soltanto apparente, che in tutti gli individui di questo mondo, per quanto si presentino in numero infinito l'uno dopo l'altro e l'uno accanto all'altro, si manifesti un essere solo e il medesimo, presente e identico in tutti e veramente esistente, questa teoria [...] verrebbe voglia di dire che c'è sempre stata. Difatti essa è la dottrina principale e fondamentale dei sacri ''[[Veda]]'', il libro più antico del mondo, del quale possediamo la parte dogmatica o, meglio, la dottrina esoterica nelle ''[[Upanishad]]''. Là troviamo, si può dire a ogni pagina, questa grande dottrina che instancabilmente viene ripetuta in forme infinite e commentata con svariate immagini e similitudini. Non c'è da dubitare che abbia costituito il fondamento della sapienza di [[Pitagora]] [...]. Tutti sanno che in essa soltanto era contenuta quasi tutta la filosofia della [[scuola eleatica]]. In seguito ne furono pervasi i [[neoplatonismo|neoplatonici]] [...]. Nel secolo IX la vediamo comparire all'improvviso in Europa per merito di [[Giovanni Scoto Eriugena|Scoto Eriugena]] il quale, preso dall'entusiasmo, si affanna a rivestirla delle forme e delle espressioni della religione cristiana. La ritroviamo tra i maomettani quale entusiastico misticismo dei [[Sufi]]. In Occidente però [[Giordano Bruno]] dovette pagare con la morte ignominiosa e crudele il fatto di non aver saputo resistere all'impulso di esprimere quella verità. Tuttavia vediamo anche i mistici cristiani invilupparcisi, loro malgrado, quando e dove compaiono. Il nome di [[Baruch Spinoza|Spinoza]] è identico con essa. (IV, § 22; 1981, pp. 277-278)
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*Anche poi nel caso che si riesca a vivere tanto a lungo, tale esistenza risulta pur sempre troppo breve per i progetti fatti, dal momento che la loro esecuzione esigerà in ogni caso molto più tempo di quanto non sia stato previsto. (tomo I, ''Aforismi sulla saggezza della vita'', cap. V, 3; 2003)
*Bisogna che anche in Europa, finalmente, si imponga una verità [...] che non può essere più a lungo celata: che, cioè, gli animali ''in tutti gli aspetti principali ed essenziali sono esattamente la stessa cosa che noi'', e che la differenza risiede soltanto nel grado di intelligenza [...]. Infatti, soltanto quando nel popolo sarà penetrata quella convinzione, così semplice e che non ammette nessun dubbio, gli animali non rappresenteranno più esseri privi di [[diritti degli animali|ogni diritto]] [...].<ref>Citato in Ditadi 1994, p. 795.</ref>
*Che cosa rende filosofi? Il coraggio di non serbare nel proprio cuore alcuna [[domanda]]. (da ''Sulla filosofia e il suo metodo'', in ''Parerga e Paralipomena'')
*Chi ama la verità odia gli [[dèi]], così al singolare come al plurale.
*Dal momento che l'ultima ratio theologorum, cioè il rogo, non è più di moda, sarebbe un poltrone colui che usasse ancora tanti riguardi con la menzogna e l'impostura.