Omicidio Calabresi: differenze tra le versioni

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*Se c'era un funzionario corretto, che veniva portato come esempio da tutti i suoi colleghi, era Calabresi. Per quale motivo si scatenò questa campagna contro di lui non lo so. È vero che aveva interrogato [[Giuseppe Pinelli|Pinelli]], ma gli interrogatori di Calabresi facevano testo per la loro correttezza. Sempre. [...] Non so per quale motivo, a un certo momento, la stampa s'incendiò e cominciò ad additare Calabresi come «il bruto», come «lo scherano del potere sopraffattore e assassino». Questo si lesse in vari giornali. Ora, il potere sopraffattore assassino in quel momento era rappresentato da [[Mariano Rumor|Rumor]] e da [[Emilio Colombo|Colombo]]: mi dica lei se hanno il viso dei sopraffattori assassini. Magari lo fossero stati un po', ma immaginiamoci. E questa campagna fu implacabile, assolutamente implacabile. ([[Indro Montanelli]])
 
*Da 15 anni anni è irrevocabilmente accertato che l'assassinio di Calabresi fu organizzato nel servizio d'ordine di Lotta continua, ordinato da Giorgio Pietrostefani con l'assenso del leader Adriano Sofri e materialmente eseguito da Ovidio Bompressi, con la complicità di Leonardo Marino, che rubò e guidò l'auto durante l'agguato, e di altri fiancheggiatori miracolati dalla mancanza di prove certe. [...] Eppure, nella fiction, queste quattro figure diventano invisibili. Non pervenute, se non nei titoli di coda che danno conto delle quattro condanne. Uno degli aspetti più positivi del film-tv di Graziano Diana è quello di mostrare la campagna d'odio che si scatenò contro Calabresi dopo la tragica fine alla questura di Milano dell'anarchico Pinelli, ingiustamente sospettato di aver avuto un ruolo nella strage di Piazza Fontana: prime pagine di ''Lotta continua'' e altri giornali, appelli di intellettuali, manifestazioni con slogan assassini. [...] Ma il peccato originale della fiction è che mancano i volti e le imprese dei colpevoli. Non c'è la riunione in cui si decise l'omicidio, non c'è l'ordine di uccidere, non c'è il viaggio di Marino a Pisa dove Sofri gli confermò il mandato, non c'è il processo costellato dalle bugie degli imputati e ancor più dei falsi testimoni ingaggiati dalla nota lobby. Nulla di nulla: nel 2013, alla Rai, è ancora proibito. [...] Eppure questo banalissimo rilievo nessuno degli ipercritici della libera stampa ha osato muoverlo. Strano, eh? Chissà come mai. ([[Marco Travaglio]])
 
==Note==